RICORDI DELLA MIA INFANZIA di Maria Pera

 

RICORDI DELLA MIA INFANZIA


Tanti sono i ricordi della mia vita perché ormai sono anziana.

Tanti ricordi belli e, purtroppo, molti brutti ma di questi voglio evitare di parlarne: mi farebbero troppo male. 

Mi ritornano in mente quelli della mia infanzia felice con i miei genitori e mio fratello. 

Ripeto, un’infanzia felice divisa tra casa, scuola e la domenica passeggiate con mamma e papà, un cinema o altro, ci accontentavamo di poco in quei tempi. 

Aspettavo la fine delle scuole per andare in campagna dalla nonna e gli zii dove avrei trovato i miei cuginetti e una cara amica di Portofino, anche lei in vacanza dai nonni. 

Rimanevo là fino alla fine delle vacanze. 

Gli zii erano contadini, quindi avevano animali domestici come capre, mucche ecc. La mattina presto mucche e caprette venivano portate a pascolare nei boschi o nei prati e così pure nel tardo pomeriggio col calare del sole. Quello era compito dei miei cugini e io ero sempre con loro. 

Eravamo un bel gruppo perché venivano anche bambini che abitavano le cascine vicine. 

Ci divertivamo moltissimo, inventavamo giochi mentre gli animali pascolavano tanquillamente. Noi femmine, nei boschi di castagni,  raccoglievamo i fiori e intrecciandoli facevamo coroncine, braccialetti, borsette e quant’altro, poi giocavamo a fare le principesse. 

A quei tempi nei boschi c’erano tantissime fragoline profumatissime e dolcissime. 

Usavamo le foglie degli alberi di castagno che cucivamo con fili d’erba rigidi per farne dei piccoli cestini, li riempivamo di fragoline che portavamo a casa per mangiarcele con zucchero e limone. 

C’era una capretta molto docile, Bianchina, e io avevo imparato a mungerla, ne ero fiera! 

In autunno andavamo a funghi e quando arrivava il periodo della vendemmia era una grande festa! Che bello andare nei filari di viti a mangiare grappoli di uva moscato! 

Questi erano i nostri divertimenti, ma quanta nostalgia di quei tempi e ricordi dolcissimi!


Maria Pera


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“Avevano portato un po’ di uva per la merenda e, scherzando, Minor aveva attaccato qualche acino all’amo e l’aveva buttato in acqua. In un attimo, la lenza aveva preso a tendersi e sembrava che ci fosse attaccato qualcosa di grosso!
Tra le risate entusiaste di Minor, Aeris l’aveva aiutata a tirare a terra uno storione, a occhio, di dieci libbre abbondanti.”

“Quasi davanti alla porta d’ingresso, un’ombra scura le si era parata dinanzi. L’aveva presa per le braccia rudemente, spinta contro il muro e abbracciata appassionatamente.
-Perdonami, non ho saputo resistere. Non riesco a stare senza di te. Odio vederti soffrire e mi odio per esserne la causa. - […]
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