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Visualizzazione dei post con l'etichetta Filosofia

MITOLOGIE SAHELIANE di Padre Mauro Armanino

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  Mitologie saheliane ma non solo Viviamo di miti e cioè di racconti o narrazioni che offrono credibili spiegazioni della realtà che ci circonda. Sono caratterizzati da eroi, dei o personaggi fantastici che influiscono sull’interpretazione del mondo e dettano scelte, comportamenti e visioni credibili della realtà. Ogni epoca e cultura, anche quelle ritenute ‘scientifiche’ o ‘tecnologicamente avanzate’, ha i suoli miti, evidenti o impliciti, riconosciuti o mascherati da apparente razionalità. Nella vita reale sono i miti accettati o subiti che orientano buona parte delle azioni che compiamo. I miti sono anche ciò che possono manipolare la realtà onde renderla funzionale al tipo di mondo e dunque di potere che ogni narrazione perpetua. In Africa uno dei miti che va per la maggiore è quello della durata ‘divinamente voluta’ dei mandati presidenziali. La componente mitica del potere, pensato come espressione di un’elezione dai contorni divini, fa supporre che capo non cerchi che il b...

IL RITORNO ALLA MATRICE COMUNE di Paolo D'Arpini

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  La società umana si dibatte  nella forsennata ricerca di una nuova identità e modus vivendi. Questo  mentre la “politica” ha fallito il suo scopo sociale   e  sembra acquistare impeto una nuova spinta centrifuga.   La classe politica  e religiosa invece di emendarsi  per  riportare l’umanità alla matrice vitale universale cerca  soluzioni limitate al  cosiddetto  “benessere” (o “interesse”).  Appoggiandosi  ad un’economia basata sulla produttività amorfa   mentre alcune forze  personali e sociali sane cercano di scalfire il monolite dello Stato e percuotono le mura (senza porte) di una apparente legalità democratica che più non  regge le sorti della nazione e della vita sociale. Gli umani nel tentativo di uniformarsi alla globalità hanno perso il senso della dignità e del rispetto per la diversità. Ancora ed ancora si distingue e si  giudica.  Non però nella pianificazione economic...

SPERANZA FORZA SOCIALE

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  La speranza quale forza sociale Speranza forza sociale / di Gustavo Esteva, Elias Gonzáles Gómez, Ana Cecilia Dinerstein ; a cura di Aldo Zanchetta. - Museodei by Hermatena, 2024. - 216 p. - (Ripensare il mondo). - ISBN 979-12-81662-00-1. di Salvatore A. Bravo - mercoledì 12 marzo 2025 - 74 letture “ Speranza forza sociale” è un testo che già nel titolo è trasgressivo rispetto all’ordine costituito. Nella gabbia d’acciaio del nostro tempo la “speranza” non è accolta e non è pensata; è stata sostituita con le “merci” che assediano i consumatori. In una realtà pianificata ad immagine e somiglianza del consumo illimitato per l’accumulo di risorse finanziarie, anche gli stessi cittadini non sono più tali ma “clienti” sempre più simili a merci prodotte in serie. Nella gabbia d’acciaio l’immensa rete informatica agisce su ogni punto dello spazio (comunità territoriali) e del tempo (coscienze) per fagocitarci e nulla sembra esistere al di fuori della rete. La grammatic...

LA MORTE E' VITA IN CONTINUA TRASFORMAZIONE di Paolo D'Arpini

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  Naturalismo:  "La morte è vita in continua trasformazione..." La morte secondo il concetto  della ciclicità naturalistica non è altro che un rinnovarsi delle forme  in altre forme. Una trasformazione che non danneggia in sé la vita. Anzi la vita non è altro che il  rincorrersi del processo vita-morte. I nostri progenitori, come d'altronde tutti gli animali, riconoscevano questa ciclicità quindi non erano particolarmente attaccati alla forma, al senso dell'io. Essi erano in grado di godere l'esistenza, con tutte le sue bellezze e le sue bruttezze, come fosse una meravigliosa avventura. Al termine  della quale, senza rimpianti, erano in grado di lasciarsi andare all'ultimo  sonno ristoratore consapevoli che al risveglio avrebbero trovato una nuova forma. Per questo erano in grado di affrontare pericoli e difficoltà, lotte e rischi, esplorazioni e nuove scoperte,  a cuor leggero. Forse con timore, forse con dubbi sul da farsi, ma senza demordere ne...

AL SUD DEL FUTURO. ELOGIO DEL SILENZIO di padre Mauro Armanino

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  Al sud del futuro. Elogio del silenzio In una intervista che Illich registrò in Giappone con il suo amico Douglas Lummis nell’inverno 1986/87, Lummis lo interroga su un futuro possibile: «All’inferno il futuro!» gli risponde Illich, «È un idolo mangiatore di uomini. Le istituzioni hanno futuro… ma le persone non hanno futuro; le persone hanno solo speranza» Questa citazione è presa da un scritto di David Cayley su Ivan Illic, uno dei massimi pensatori e ‘profeti’ del ‘900. Essa appare all’inizio del libro ‘SPERANZA forza sociale’, pubblicato l’anno scorso. Al ‘sud del futuro’ si trova il Sahel, riva che confina col ‘mare’ chiamato Sahara. D’acchito tutto sembra congiurare contro di lei, la speranza. Sembra provarlo l’insicurezza in molte zone di questo spazio. Le migliaia di morti e gli spostamenti di popolazione come immediata conseguenza dei gruppi armati terroristi di ispirazione islamica. Le carestie che si susseguono e si confermano come rit...

Il mito della felicità per "legge"... di PAOLO D'ARPINI

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  Nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti  del 1776 un gruppo di uomini  presi da  “entusiasmo” filosofico e civile,  concepirono un diritto mai affermato prima: il diritto alla felicità. “L’uomo ha diritto alla felicità,  è una di quelle epigrafi scritte nei cieli, un grido di libertà destinato ad echeggiare per sempre nel concerto universale della storia umana", scrisse un idealista.   La cosa fa il paio  con  l'inneggiare solenne dei rivoluzionari francesi  del 1789 che chiedevano "Libertà, uguaglianza e fraternità". Ogni diritto idealmente sancito  ha però un senso se può essere esercitato in totale libertà. Eppure Goethe disse “Nessuno è più schiavo di chi si ritiene libero senza esserlo”. Questa affermazione del massimo filosofo e poeta tedesco dovrebbe farci riflettere sull'assioma "libertà e diritto alla felicità". Tanto per cominciare occorre chiedersi cosa sia la felicità e cosa sia la libertà. Questi due...

Spiritualità laica alla prova dei fatti... e la realtà dell'Io sono!

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  di    PAOLO D'ARPINI Eccomi qui a raccontarti il mio sogno, tu ci sei dentro ed anche molti altri.... ma per semplificare diamoci del "Tu", parliamo come se fossimo in due, giacché solo in termini duali possiamo parlare. Spiegare è come giustificare, tu sei lì che sogni e mi dici di avermi incontrato nel tuo sogno poi ti svegli e mi chiedi "sai che ci siamo incontrati in sogno ed abbiamo fatto questo e quello, che ne dici?" Rispondo iniziando dal discorso del karma (l'agire), non esiste karma, è tutto nel sogno, finché continuiamo a sognare facciamo varie interpretazioni del nostro sogno e cerchiamo di dargli un senso, lo chiamiamo causa-effetto oppure libera scelta o quello che ti pare, ma a che serve descrivere la verità del sogno?  Per uscirne fuori, per un risveglio spirituale laico dal dualismo, si "consiglia" di non attaccarsi alle ragioni ed agli eventi del sogno ma di concentrarsi su colui che sogna, sull'io, sulla coscienza.....

IL PENSIERO

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  "In assenza di tempo/spazio c’è assenza di pensiero. Ed in assenza di pensiero chi sono io?"  (Saul Arpino) Essere non è un pensiero. Il pensiero è contenuto nella coscienza, è un oggetto della coscienza e come tale ha bisogno di estendersi nel tempo e nello spazio. La coscienza esiste indipendentemente dalla presenza o meno di oggetti (pensieri), ciò è riscontrabile anche nella condizione di sonno profondo in cui gli oggetti scompaiono ma permane il senso di permanenza, infatti al risveglio siamo coscienti di aver dormito profondamente. L’assenza dell’io durante il sonno profondo prova che l’esistenza e la coscienza non sono condizionati dal senso d’identificazione con uno specifico soggetto/oggetto (osservatore/osservato), ma questo avviene non consapevolmente. Lo stato del Sé è coscienza ed esistenza senza identificazione in una  forma specifica,  tale consapevolezza non è di un qualcosa  e nemmeno dell’essere consapevole di essere consapevole (che è...