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Visualizzazione dei post con l'etichetta neocolonizzazione

JULIAN ASSANGE

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  “Sarà gettato in una fossa. E non lo vedrò mai più”. Julian Assange  è  l’attivista e fondatore di Wikileaks in detenzione da 13 anni  per aver pubblicato documenti classificati dall’intelligence statunitense e aver rivoluzionato il giornalismo investigativo. Un morto che cammina. D a 5 anni è detenuto  in isolamento per 22 ore al giorno nel carcere di sicurezza inglese  di Belmarsh e la prossima settimana si terrà a Londra un’udienza per determinare se possa fare ricorso alla  Corte Suprema per opporsi alla richiesta di estradizione negli Usa,  già firmata dal ministro degli Interni britannico. Se questa richiesta dovesse essere rigettata, è possibile, secondo la moglie Stella, che venga estradato direttamente, senza altri passaggi procedurali, e che negli Usa sia condannato a  175 anni di carcere . “Sarà gettato in una fossa. E non lo vedrò mai più” ha detto Stella. Con lui  Stella, ha avuto due figli ancora piccoli. “Ma loro non san...

NIGER

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    A cosa somiglia il golpe militare nel Niger E’ il quinto della serie nel Paese dopo l’indipendenza ottenuta dalla Francia, come molti altri Paesi africani, nel 1960. Lo stadio nazionale di Niamey porta il nome del presidente Seyni Kountché , il militare autore del primo colpo di stato una dozzina d’anni dopo l’indipendenza citata. Nel breve arco della Repubblica si è visto il possibile e l’inimmaginabile in uno stato di diritto. Il Presidente militare Baré Mainassara, ad esempio,  è stato barbaramente trucidato nel 1999 all’aeroporto della capitale dalla sua guardia ravvicinata. Gli autori del delitto e i mandanti non si sono mai stati, a tutt’oggi, perseguiti penalmente. Il quinto golpe, in fase di sviluppo, appare singolare anche per la creativa modalità di esecuzione. Il Presidente deposto, Mohamed Bazoum, si trova infatti prigioniero nel piano inferiore del suo palazzo e chi ha compiuto il golpe sono i militari della Guardia Presidenziale, in sé destinati a p...

NIGER

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  Come in uno specchio:  alcune rivelazioni del golpe Anche un colpo di stato militare ancora in transito può evidenziare, come in uno specchio, ruoli e caratteri nei personaggi del dramma in atto a Niamey e altrove. Uno specchio, per vocazione propria, riflette la nostra immagine e, appunto per questo, appare come un riflesso di ciò che siamo. I giorni scorrono, dal 26 luglio fino ad oggi e noi, cittadini per scelta in Niger, vediamo passare sul palcoscenico del golpe protagonisti e comprimari della vicenda. Siamo diventati, malgrado noi, specchi rivelatori del nostro e loro volto reale. Non ci sono dubbi:... ’Il volto è lo specchio dell’anima’, diceva tempo addietro la saggezza. La prima realtà a rivelarsi, nella crisi attuale, sono le risorse del Niger. Non si tratta dell’uranio, dell’oro, del gas, del petrolio o di altre amenità simili che destano appetiti nelle multinazionali. La grande ‘risorsa’ del Paese, evidenziatasi una volta ancora, è il popolo. La capacità di es...

NIAMEY

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  A Niamey pioggia, sabbia e corrente marcano i giorni dell’attesa. Di cosa, nessuno lo sa A Niamey pioggia, sabbia e corrente marcano i giorni dell'attesa. Di cosa, nessuno lo sa - Il Fatto Quotidiano Mauro Armanino Missionario, dottore in antropologia culturale ed  etnologia Visto da lontano, qui a  Niamey  dovrebbe esserci l’inferno o poco meno.  Golpisti , ribelli, militari, possibilisti, massimalisti, filogovernativi, irriducibili e in tutto ciò il paventato (e per ora accantonato)  intervento armato  per ristabilire l’ordine democratico. C’è, di contorno, il rinvio al mittente dei mediatori dell’organizzazione regionale Cedeao, dell’Unione Africana e dell’Onu, la chiusura delle frontiere alle mercanzie e le reiterate (e non inedite) interruzioni all’erogazione dell’energia elettrica. Il tutto e molto altro, specie nella conosciuta  radio trottoir , cioè le dicerie, che si moltiplicano come le minacce e i timori che camminano assieme come fra...