EMOZIONI ROMANE di Renata Rusca Zargar
Andare a Roma, per me, è sempre stata un'emozione, fin dalla prima volta, a diciassette anni, quando avevo partecipato a una delle pochissime gite scolastiche che i miei genitori mi avessero permesso. Allora, avevo dovuto spiegare alle compagne le particolarità della statua di Marco Aurelio in Campidoglio (ognuno aveva un monumento da raccontare), ma l'evento più fenomenale della gita era stato che un ragazzo con la moto mi aveva seguita. Certo, erano altri tempi, con quel ragazzo non avevo neppure parlato anche perché con le mie insegnanti suore non c'era molto da scherzare. Ma il fatto stesso che un tizio seguisse proprio me, invece, di altre mie compagne più alte, più magre, più belle, era stato un evento indimenticabile. Un altro punto fermo di quella prima visita era stato che, passando con il nostro pullman per le strade della città, avevo notato che le donne erano vestite diversamente da noi savonesi: erano più libere e non seguivano i canoni della moda benpens...