I BIANCHI NUVOLONI DI AGOSTO di Giuseppe Bagnasco

 


Pietro Macchione Editore Varese 

Autore Giuseppe Bagnasco 

 Titolo I bianchi nuvoloni di agosto 

Formato 14x21 Pagine 176 

Anno di edizione 2021 

Prezzo € 15.00 

Isbn 978-88-6570-687-9 

 “I bianchi nuvoloni di agosto” ha spunti autobiografici e si ispira a emozioni autentiche, ma prende in prestito dalla fantasia fatti e persone. E’ la vita, ma anche la morte, vissuta attraverso gli occhi di un bambino. Giuseppe, il protagonista, vede la morte nel pieno della sua fanciullezza, a dieci anni, quell’anno Giuseppe compie esattamente dieci anni. E’ doloroso sì, certamente, ma l’evento non è traumatico per lui. Il nonno muore.

Il nonno materno, si spegne piano piano, come una candela, e Giuseppe non vede la differenza da quando era in vita. E’ rimasta la nonna, la nonna materna è molto più giovane del nonno, ora ha tutta la responsabilità della cascina sulle sue spalle. Ha avuto molti figli è vero, ma la selezione naturale ne ha lasciati pochi in vita. Qualcuno è emigrato; lavoro, amore, sono lontani, molto lontani. Tre ne sono rimasti in casa, due maschi, e una femmina; lei è la mamma di Giuseppe.

Siamo negli anni sessanta, siamo nella campagna Piemontese, sul confine Ligure. Il paesaggio è collinare, prati immensi di colori diversi, come un vestito di arlecchino che all’orizzonte si congiungono con il cielo. La cascina della nonna è la più bella della zona, e Giuseppe è pronto a godersela per tutta l’estate. Non ha giochi, la natura e gli avvenimenti di questa splendida estate, saranno i suoi giochi.

La condivide con il fratello, gli zii oltre che con la nonna e poi c’è lui. Sì, lui, il suo amico a quattro zampe Zor. Il suo cane dal pelo morbido color miele. In estate, soprattutto ad Agosto, appaiono nel cielo dei grandi nuvoloni bianchi, bianchi e maestosi. Non sono pericolosi per la pioggia, anzi Giuseppe pensa che proprio dietro quelle candite nuvole si siano adagiati “quelli” che sono andati in cielo. Il nonno materno è lì, ma anche quelli paterni, se ne sono andati ancor prima che potesse veramente conoscerli, era troppo piccolo e anche Mario, il fratellino morto appena nato o subito dopo, anche lui guarda da dietro le nuvole.

E’ la gioia e la spensieratezza dell’adolescenza, ma anche le ansie e le paure di dover crescere, Giuseppe ha passato cinque anni in collegio sul mare. Non per punizione. Giuseppe è sempre stato un bambino buono, ma fragile, cagionevole di salute. Il mare lo ha rafforzato, lo ha reso un ragazzo forte e sano, pronto per affrontare la vita.

Già il mare, Giuseppe non lo aveva mai visto, non lo aveva mai conosciuto. Il mare non è statico come le colline in campagna dalla nonna, il mare è sempre in movimento, a volte si arrabbia e può farti male se lo sfidi, ma poi si calma sempre.

L’estate la passa sempre in campagna dalla nonna e gli zii, il suo amico Zor e suo fratello Piero. Si cresce in fretta, gli anni passano. La nonna ci ha lasciati e anche Zor, già da qualche anno. La nonna si è spenta, piano piano anche lei come una candela, mentre Zor una notte non è più tornato a casa. Anche loro, ne sono sicuro, lo guardano fieri dalle bianche nuvole in cielo.

Ora ha amici e amiche diversi da quelli del collegio, ma l’amica più amica è lei: Laura. Ci sono sguardi e sorrisi, c’è il piacere di stare insieme. Ma il destino, ovvero quelle carte che avevi meticolosamente messo in ordine e in sequenza, si sparigliano, si mescolano e non ti fanno incontrare mai. E ci si allontana, fino a perdersi. Anche Laura è andata anzitempo dietro le nuvole, ora mi guarda da li.

E’ la consapevolezza di essere diventato uomo. Giuseppe si è trovato i suoi cinquant’anni scritti su una bellissima torta alla frutta. Non li ha, pensa, non se li sente i suoi cinquant’anni. Ed è in questa occasione che si volta indietro pensando che i suoi vent’anni siano ancora li, dietro di lui. Ma non è così, sono passati trent’anni. Il lavoro, un figlio, due storie sentimentali, la vita quindi.

Ma quanti affetti si sono persi in questa vita, ora gli mancano tutti assieme.

Giuseppe ora guarda le nuvole bianche, maestose e in cuor suo sa, sa che un giorno, anche se più in la, molto più in la, dietro quelle nuvole anche lui andrà ad adagiarsi.

Storie di vita vissuta partendo dalla Langhe, andando verso Millesimo, con tappe a Savona, Spotorno, Varigotti, Finale e Pietra. Per ogni località, cenni storici e curiosità che le caratterizzano, racconti fantastici ed emozioni autentiche.

La narrazione è semplice, il linguaggio comprensibile.

Il genere: ROMANZO( emozionale ) lo definirei.

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L’infanzia è una continua scoperta, è facile raggiungere la felicità. “Non avevo giochi, il mio gioco era la natura... passavo le giornate a saltare come un grillo in mezzo ai grilli”. Il ricordo di un mondo contadino ormai perduto, semplice, un modo di vivere essenziale, scandito dal ritmo delle stagioni e di quello che esse offrono. Con una scrittura intensa e scorrevole l’autore è capace di portare chi legge a immedesimarsi con le situazioni che racconta, ad essere lì con lui, bambino, che nelle vacanze dai nonni in campagna si confronta con il mondo degli adulti. Si rimane affascinati dal modo in cui racconta la famiglia, la semplicità della vita contadina e il paesaggio che lo circonda. Nei ricordi dell’autore ormai adulto si coglie un velo di tristezza per la perdita di quegli affetti e forse di rimpianto per un amore non vissuto, per quello che poteva essere. I grandi nuvoloni bianchi che appaiono sullo sfondo del cielo azzurro estivo, sembrano minacciosi, ma forse dietro di loro ci sono le anime bianche, proprio di quelle persone che abbiamo amato. Quelle nuvole sono solo testimoni del nostro vissuto e allora non ci fanno più paura, trasportano nel vento “quelle” anime e sentiamo dentro di noi la speranza che esse partecipino ancora alle nostre vite, sentiamo meno il peso delle cose non fatte, delle parole non dette, delle opportunità non sfruttate. Loro ci sono stati accanto e qualsiasi cosa succeda niente potrà cambiare il ricordo che ne abbiamo e la felicità che ci hanno portato. 

 Bianca Orazi 

GIUSEPPE BAGNASCO, nato a Millesimo, vive da oltre trent’anni a Pietra Ligure, ha 64 anni, un figlio. Impiegato amministrativo nella sanità, è alla sua prima esperienza letteraria. Autore di questo libro per caso... forse! 


Info: 3385337641| macchione.pietro@alice.it | www.macchionepietroeditore.it

     

   SAVONA NEWS

SAVONA | 30 gennaio 2022, 08:00

Giuseppe Bagnasco, scrittore per caso: “Dietro i nuvoloni bianchi, le persone amate che non ci sono più”

Alla sua prima esperienza letteraria, l’autore de “I bianchi nuvoloni di agosto” racconta storie di vita dalle Langhe al ponente savonese. Un libro che ci ricorda l’importanza di vivere con più lentezza


Ancora una “tappa diffusa” questa settimana per questo articolo della rubrica #ILBELLOCISALVERÀ. Siamo nel ponente savonese, ma la storia che sto per raccontarvi vede il suo esordio in un territorio che va oltre i confini della Liguria: sale sulle colline dell’alta Langa, si espande in Val Bormida, per poi scendere in Riviera.

Per essere sincera, non sarò io a raccontarvi questa storia, ma Giuseppe Bagnasco, valbormidese di nascita e pietrese di adozione. Non è uno scrittore professionista, anzi, “ho iniziato a scrivere perché sentivo l’esigenza di dare una forma a certe emozioni che albergavano dentro me. Le ho messe nero su bianco per me stesso, per poi rendermi conto che avevo scritto una storia che poteva diventare un libro”.

Finita l’opera – mi racconta Giuseppe – ho stampato diverse copie per parenti e amici. È piaciuto e sono stato esortato a cercare un editore che lo pubblicasse. Dopo un lavoro di rifinitura e revisione, è nato così il libro “I bianchi nuvoloni di agosto”, edito da Macchione Editore, pubblicato a novembre scorso e disponibile sia sul web che in libreria”.

Un romanzo che tocca le corde dell’emotività, sviluppando la narrazione dagli anni ’60 ai giorni nostri, con un filo sentimentale e nostalgico che lega le tappe della vita di Giuseppe, il protagonista.

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