IL MIO DOLCE RICORDO di Giuseppina Montemezzani

 


IL MIO DOLCE RICORDO


Glin Glon, quando sentivo suonare il campanello della porta a quell'ora di domenica pomeriggio, sapevo che era arrivata la nonna Nina con la zia Rosa, così che andavo di corsa a nascondermi sotto il tavolo coperto da un tappeto di velluto color verde pastello che cadeva da tutti i lati. Io ero convinta che da lì nessuno potesse scoprire il mio nascondiglio. Ascoltavo i soliti saluti, i soliti convenevoli, aspettavo tranquilla sotto il tavolo, perché sapevo che poi sarebbe arrivato il meglio, il meglio! La solita tiritera che mi eccitava e mi faceva sentire furba. Mentre zia Rosa scaldava l'acqua per il tè da accompagnare ai biscotti profumati e fragranti preparati dalla nonna solo qualche ora prima. Come da copione, la nonna raschiava la gola, poi con tono preoccupato si rivolgeva a mia madre: – Non vedo la mia Pinuccina!- Oh si mamma é andata a farsi un giretto!- Un giretto! Con questo tempo! Ma fa freddo, e poi da sola! Ma non dovevi permetterglielo, ti devo ripetere sempre le stesse cose! Non ti rendi conto che è troppo piccola?-

Questo teatrino andava avanti fino al culmine della mia euforia. Poi iniziavo a darle dei leggeri pizziccotti sulle gambe, lei stava al gioco rincarando la dose e rivolgendosi a mia madre: - Guarda Giovanna che devi avere delle formiche in casa perché sento un pizzicolìo sulle gambe .-Ma no mamma a una certa età si hanno dei malanni, potrebbero essere anche le vene !- Ma dopo qualche minuto non ce la facevo più, esplodevo, e saltandole sulle ginocchia le dicevo divertita -Te l'ho fatta! Te l'ho fatta! Te l'ho fatta di nuovo di nuovo!- Ridevo mentre le tiravo le guance, le chiudevo l'occhio e le leccavo le sopracciglia. Dopo alcuni no mi rilassavo soddisfatta. Ed era a quel punto che appoggiavo la mia testa sulla sua spalla mentre mi sedevo sul tavolo mettendo i miei piedini freddi tra i suoi seni caldi che profumavano di talco, e le mani di vaniglia e biscotti. Non so bene dire, ora, a distanza di tanti anni cosa provassi tra profumi, calore, tenerezza, ne ero inebriata, e forse, o credo, che il tempo per me in quegli istanti si fermasse.

Il destino non è stato generoso con me, e neanche con la nonna, dopo la morte della mamma ero diventata più capricciosa, tiranneggiavo la nonna, ero già una giovane donna quando la costrinsi a farmi una sciarpa molto lunga con lunghe frange, doveva essere particolare, così la nonna si mise a sferruzzare con aghi di diversa misura, uno grande e uno piccolo. In pochi giorni il mio capriccio fu soddisfatto.

La mia cara nonna Nina!

Ora ho un sacco di ricordi e i capelli bianchi, e tra due mesi compirò settantasette anni, e le notti non dormo sola, ho la mia lunga sciarpa bordeaux con le lunghe frange sotto il cuscino a tenermi compagnia, tutte le sere la sistemo, la piego più volte su se stessa accarezzandola, poi le appoggio il cuscino sopra. Se mi capita di essere malinconica, la Pinuccina che c'è in me alza un po' la testa, tira un lembo della sciarpa, ne fa un piccolo fagotto, e ci appoggia sopra la guancia. Forse sarà una mia fantasia ma certe volte stringendola, mi sembra di sentire il profumo di borotalco, vaniglia e biscotti.

                      

                             Giuseppina Montemezzani


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Nonostante la traumaticità del rapimento, Arianna, una giovane studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, si innamora di Axel, uno scienziato di quel pianeta.

Dovrà infine decidere: tornare sulla Terra dove c’è la sua vita e i suoi sogni o andare a vivere su quel Pianeta unendosi a una creatura tanto diversa?

Un'appassionante storia d'amore del futuro.

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Anche a Savona è stata condannata, a suo tempo, qualche "strega". Nel primo racconto di questa raccolta viene narrata, infatti, la storia di due povere contadine di Bergeggi (paesino a pochi chilometri da Savona) obbligate a lasciare tutto e andarsene raminghe con l'accusa più tremenda: essere le mogli del diavolo (siamo nel 1572). Ma la guerra contro le donne non è mai finita. Pure oggi, l'uomo le usa, le stupra, le getta via, come oggetti nati solo ed esclusivamente per il suo divertimento. Qualche volta, si reca in paesi poveri stranieri per intrattenersi sessualmente e impunemente con piccole bambine (Il viaggio) o si approfitta, singolarmente o in gruppo, della credulità e dell'innocenza di un'adolescente per poi ridicolizzarla sui social (Scarpette rosse). Infine, dodici rintocchi scoccano per la condanna a morte di un'altra "strega" e, molti secoli dopo, per la violenza su una ragazza colpevole solo di amare il ballo.

In fondo, non è cambiato molto dal XVI secolo.


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