LETTERA APERTA all'ASL di Savona


 Lettera aperta ASL



Spett. Ufficio Relazioni con il Pubblico

Savona

urp@asl2.liguria.it 

e p.c.

cardiologia.sv@asl2.liguria.it


come senz’altro saprete, prendere un appuntamento per una visita cardiologica con elettrocardiogramma non è facile. Quando ho telefonato al CUP per la prima volta, mi è stato detto che il primo appuntamento disponibile sarebbe stato in febbraio ma di provare a chiamare il lunedì mattina successivo alle ore 8 perché probabilmente sarebbero state date ulteriori disponibilità.

Così ho fatto e lunedì 29 maggio ho potuto addirittura avere un appuntamento per giovedì 1 giugno ore 15,20 presso l'ambulatorio di Cardiologia dell'Ospedale San Paolo. Un bel salto con la macchina del tempo  e un’ottima opportunità.

Dovendo prendere il bus che non è molto frequente tra Savona centro e Valloria, per non essere in ritardo, sono arrivata con molto anticipo (14,30 circa) e mi sono accinta ad aspettare, cosa che normalmente non mi turba.

Nella sala d’aspetto, c’era solo un altro paziente e ho scoperto subito che i medici cardiologi erano due e che quello assegnato a me era già libero. Avevo fatto presente all’infermiera che ero molto in anticipo, ma lei non aveva nessun altro paziente e quindi mi ha fatto passare. 

In quel momento, mi sono immaginata le persone che avevano accettato un appuntamento per febbraio 2024 o anche solo per novembre 2023, ad esempio, quando lì c’era tutto vuoto ma, infine, non era affar mio. Ormai sono anziana e non mi sento più rivoluzionaria, punto a sopravvivere e a stare bene. Mia madre diceva sempre: "Largo ai giovani!"

Mi sono presentata alla visita e sdraiata perché mi facessero l’elettrocardiogramma. L’avvenente  infermiera, con i capelli come uscita in quell’attimo dalla parrucchiera, si è un po’ risentita che non mi ricordassi esattamente dove si piazzano gli elettrodi considerando che, essendo diversamente giovane, avevo fatto sicuramente chissà quanti altri esami simili. Il che è la pura verità, perché in passato, ho avuto dei problemi e ho subito molte visite (con persone umane, accoglienti e pazienti). E’ vero, non mi era venuto in mente di togliere o spostare il reggiseno abbastanza in fretta per fare contenta la signora, sia perché non è mai stato il mio lavoro e non ci ho prestato attenzione, sia perché ultimamente ho meno memoria. Il risultato è stato che mi hanno trovato pure la pressione alta che di solito io non ho.

Parlando poi con l’esimio cardiologo, ho notato che aveva la scrivania girata verso il muro, cioè lui mi girava le spalle, il che dava un’impressione respingente, ma potrebbe essere anche che sia stata solo una mia impressione, visto che mi sono sentita non accolta e respinta come essere umano (non mi ha fatto neppure sedere un attimo ed è la prima volta in cui vado a una visita e mi si parla mentre sono in piedi).

Se dovessi descrivere quei momenti, parlerei di catena di montaggio robotizzata dove io ero il pezzo da prendere e buttare oltre.

Conclusione: in pochissimi minuti mi sono trovata fuori, con prescrizioni di medicine pesanti dalle quali, per quel che ho letto, non c’è ritorno e senza nessuna spiegazione se non di andare dal mio medico.

“Avrà fretta perché c’è la coda”- ho pensato- ma fuori c’era solo il signore di prima che attendeva l’altro cardiologo (che probabilmente donava un po’ più di minuti ai pazienti).

Ora, io sono consapevole che, in Italia, la Sanità è attaccata dai Governi e dalle Regioni e va sempre peggio. Che la facciano fuori anche dal di dentro, quelli che ne prendono lo stipendio, veramente mi dispiace.

Un paese che non cura e non accoglie le persone, specialmente se non giovani, non è un paese civile, ha già cominciato a fare la guerra oltre che agli altri Paesi anche al proprio popolo.

Conclusioni: dovrò ora andare da un altro cardiologo a pagamento in modo che, pagando, mi tratti come una persona ancora degna di vivere. A me, però, è stato sempre trattenuto “il pizzo di stato” (come si chiama ora) come dipendente proprio dello stato in qualità di insegnante. Non ho potuto mai frodare quel pizzo ma neppure ho mai desiderato di farlo perché sapevo (un tempo) che con quelle giuste trattenute mi avrebbero garantito la pensione, le cure e la scuola per tutti i bambini.

Invece, tutte le conquiste dei diritti per i quali ci siamo battuti il secolo scorso sono state perdute.

Sento sempre piagnucolare che in Italia non si fanno figli. Ma solo i ricchi possono avere figli, le persone normali in queste condizioni come potrebbero?



prof.ssa Renata Rusca Zargar


17100 Savona

Blogger: www.senzafine.info 

Commenti

  1. Sono completamente d'accordo con te. Un po' di umanità presso gli ospedali e le case di cura dovrebbe essere messa al primo posto. Poi ovviamente segue la specialità di ogni singolo medico. Le due cose devono andare a braccetto! Invece, a partire dai paramedici e poi dagli specialisti, l'indifferenza regna sovrana. E' vero che anche loro devono combattere contro il sistema, che li sta declassando e paralizzando, ma la gentilezza e l'attenzione verso il paziente non costa nulla, e fa tanto bene! Danila

    RispondiElimina
  2. ❤️completamente d'accordo!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

CENA CON L'AUTORE: RENATA RUSCA ZARGAR

LETTURA DEL RACCONTO "SOLO UNA DONNA" di Renata Rusca Zargar l'8 marzo presso l'APS La Rocca di Savona