Una Roma assolata e confusa, con truppe di turisti di ogni dove a batterne i sampietrini. Una Roma diversa, dove è difficile trovare del cibo tradizionale italiano, dove l'abbacchio è sostituito dal poke e dal sushi. Una Roma dove intere zone sono gestite da etnie che non hanno mai neppure sentito la parola Campidoglio. Eppure Roma è sempre Roma, magica e accogliente come nel lontano passato, pronta a conquistare popoli non più con le armi ma con la forza del lavoro. Ero andata a Roma per la prima volta con la gita scolastica a 17 anni. Le suore delle Rossello, dove studiavo, ci avevano portato a visitare tutte le meraviglie di un passato imperiale. Ogni alunna, però, aveva avuto un monumento di cui relazionare per le compagne. A me era toccato proprio il Campidoglio e la statua di Marco Aurelio a cavallo. Allora, ero rimasta un po' delusa: avrei preferito il Colosseo oppure i Fori imperiali. Non sapevo che un giorno molto lontano sarei stata, invece, così felice propri
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