FESTA DELLA NON VIOLENZA? IN QUESTO MONDO VIOLENTO?
2 OTTOBRE
Buon compleanno,
Gandhi
GIORNATA
INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
“Non
ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono
antiche come le montagne”. Eppure
Gandhi è considerato, giustamente, il padre della nonviolenza moderna
perché ne ha fatto un metodo di lotta politica contro le ingiustizie, per la
libertà, la pace.
L’Assemblea generale dell’ONU ha
indetto la Giornata Internazionale della Nonviolenza nel giorno della nascita
di Mohandas K. Gandhi, chiamato il Mahatma, la grande anima. Se da un
lato questa ricorrenza ha contribuito alla divulgazione del messaggio della nonviolenza
“anche attraverso l’informazione e la consapevolezza pubblica”, dall’altro si
corre il rischio – ogni anno di più – della vuota commemorazione, della
ritualità ineffettiva, per dirla con una parola, della retorica.
Per le amiche e gli amici della nonviolenza è un giorno di
festa, ma soprattutto di riflessione, autocritica, a partire dall’eredità
politica e spirituale di Gandhi, eredità che si misura nella stretta
connessione tra ideali della nonviolenza, sperimentazione delle tecniche e
programma costruttivo. Nessuno di questi aspetti può essere vissuto
autenticamente – è l’insegnamento del Mahatma – senza gli altri.
E allora: come stiamo contribuendo oggi al programma della
nonviolenza, allo sviluppo sempre creativo della sua teoria e prassi? Se è vero che la nonviolenza è insieme “antica come le
colline” e “novità rivoluzionaria” sta a noi andare avanti, scegliere quali
direzioni prendere per la trasformazione nonviolenta della nostra società.
“Il
mio campo è l’azione, e io faccio ciò che comprendo essere il mio dovere, in
accordo con le mie possibilità e ciò che sopraggiunge lungo la mia strada”. Ciò che ci è venuto incontro in questi ultimi anni (la
crisi climatica, l’impennata del riarmo internazionale, la pandemia) ci impone
di allargare il campo d’azione e moltiplicare le possibilità di agire
concretamente con la nonviolenza.
Per noi la nostra Festa del 2
ottobre è la valorizzazione e il rilancio dell’impegno quotidiano dei
nostri gruppi territoriali, della rivista Azione nonviolenta, della
promozione del Servizio Civile Universale, del nostro approfondimento dei temi
della memoria e dell’ecologia. Se queste tante iniziative trovano un collante
internazionale nella nostra partecipazione attiva alla War Resisters
International (l’Internazionale dei resistenti alla guerra), di cui quest’anno
ricorre il Centenario, in Italia trovano forza nella Rete italiana Pace e Disarmo.
È questa oggi la Rete più ampia e
matura delle associazioni pacifiste, disarmiste, nonviolente, ambientaliste,
culturali, sindacali e del volontariato, che ha raccolto l’eredità gandhiana
della nonviolenza politica organizzata e quella capitiniana della Consulta
italiana per la Pace nata dopo la Marcia Perugia-Assisi del 1961, promuovendo
un programma costruttivo le cui gambe sono Campagne con obiettivi al passo coi
tempi, concreti e precisi: l’istituzione della Difesa civile non armata e
nonviolenta, la riduzione delle spese militari, il blocco all’export di
armamenti verso Paesi in conflitto e che violano i diritti umani, la ratifica
italiana del Trattato di messa al bando delle armi nucleari, il finanziamento
degli interventi civili di pace presenti nei paesi in conflitto.
Se si ha chiaro che queste campagne
e obiettivi sono il punto di arrivo comune, slogan e iniziative generiche
lasciano il posto alla forza del pensiero e della pratica della nonviolenza
attiva. Ci pare questa la modalità persuasa di celebrare la Giornata
internazionale della nonviolenza. È questa la nostra “marcia collettiva”, non
di un solo giorno, ma dei giorni che verranno, per un futuro di pace e disarmo
per tutti.
Movimento
Nonviolento
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