ENI UNA DELLE AZIENDE TRA I PIU' GRANDI EMETTITORI DI CO2 AL MONDO
La foto sopra documenta che siamo entrati in azione sulla piattaforma petrolifera Porto Corsini Mare Ovest, al largo delle coste di Ravenna, per denunciare il “patto della finzione ecologica” che vincola il nostro Paese alle fonti fossili e a politiche climatiche inefficaci che finiscono per favorire solo aziende inquinanti, come ENI.
Le nostre attiviste e i nostri attivisti hanno inscenato,
durante un'azione di protesta, “Il meeting dell’industria del gas” tra il Presidente del consiglio dei Ministri Draghi, il Ministro della transizione ecologica Cingolani e il colosso petrolifero ENI.
Era il 29 Settembre 2021 e la nostra azione è cominciata alle 6.30.
Sostieni anche tu le nostre azioni per
contrastare le compagnie petrolifere responsabili del cambiamento climatico!
ENI è una delle Aziende tra i più grandi emettitori di CO2 al mondo, e di
cui noi cittadini italiani siamo in qualche modo azionisti, essendo partecipata
dallo Stato per il 30% tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la
Cassa Depositi e Prestiti. Vogliamo spiegarti cosa fa ENI e qual è il motivo
per cui noi di Greenpeace siamo stati impegnati in una azione di
protesta non violenta.
ENI,
consapevole di essere uno tra i più grandi emettitori, vorrebbe nascondere una
parte delle emissioni sotto il mare, grazie a impianti di cattura e stoccaggio
della CO2. Una tecnologia costosa, fino ad ora fallimentare e con potenziali
impatti per l’ambiente. Il colosso dell’energia vorrebbe realizzare il progetto
proprio a Porto Corsini, al largo di Ravenna, e finanziarlo con soldi pubblici.
Per
poter accedere ai fondi pubblici, ovviamente il Governo dev’essere d'accordo. E
tutto lascia indicare che lo sia. Draghi va alle Nazioni Unite a parlare di
transizione ecologica e dei posti di lavoro che porteranno le fonti rinnovabili
(come diciamo da anni) ma nel frattempo il suo governo di fatto sta per far
ripartire le trivelle.
Prossimamente, infatti, scade la moratoria che per due anni e mezzo ha
bloccato ogni nuovo progetto di prospezione e ricerca di idrocarburi in Italia.
Nel frattempo si doveva preparare un Piano
per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee
(PiTESAI) per indicare, in modo chiaro dove non sarà più possibile estrarre gas
fossile e petrolio. Quello che è stato presentato (ammesso che venga davvero
approvato in tempo) non blocca proprio nulla e c’è il grosso rischio che da
subito, in particolare in mare, le
trivelle si rimettano in moto.
Invece di avviare rapidamente la transizione energetica, puntando su fonti rinnovabili ed efficienza, il governo Draghi punta su tecnologie controverse e potenzialmente pericolose come il CCS, anche per utilizzare piattaforme vecchie che dovrebbero essere dismesse. E’ quello che potrebbe
accadere per la piattaforma dove abbiamo protestato, dove ENI vuol far partire un CCS “sperimentale” che potrebbe quindi esser finanziato anche con i soldi pubblici.
Aiutaci anche tu. La scienza ci dice che questo è il decennio decisivo per contrastare la crisi climatica, e aziende come ENI devono cambiare per per evitare la catastrofe climatica. Bisogna ridurre le emissioni, non inventarsi false soluzioni!
Sostieni le nostre attività per una
vera, rapida, urgente transizione ecologica e affinché i soldi pubblici non
finiscano nelle mani dei petrolieri per l’ennesimo “greewashing”! Le emissioni di CO2 vanno ridotte drasticamente! Il pianeta ha bisogno di noi!
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