LETTERA D'AMORE di Maddalena Ugolini

 DALL'1 AL 12 MARZO SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA


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Lettera d’Amore

di                             Maddalena Ugolini






Lettera d'amore

Come si può scrivere una lettera d’amore alla vita senza risultare banale? Scontata?

Nonostante in alcuni periodi ci si possa trovare schiacciati da problemi, pensieri ed eventi sfortunati, rimarrà sempre qualcosa sul piatto della bilancia per qui valga la pena gioire ed aggrapparsi alle emozioni che si provano.

Mi sembrava troppo scontato scrivere una lettera d’amore ad una sola persona, San Valentino è il giorno degli innamorati e io non potrei essere più felice di così nell’avere al mio fianco il mio ragazzo. Sono lontani i giorni delle farfalle nello stomaco e le mani sudate per l’emozione di vederlo, 11 anni assieme sono una cifra non da poco, eppure il mio amore per lui non è mai diminuito, anzi è cresciuto sempre di più diventando qualcosa di ancora più grande ed intenso. Un rapporto così profondo e unico da essere inviolabile dal resto del mondo, una serie di “cose nostre” e bagagli di vita che nessuno, all’infuori di noi due, può anche solo lontanamente capire. Siamo cresciuti assieme e ci siamo plasmati l’un sull’altra, levigando i nostri spigoli per poter combaciare meglio nelle insenature dell’altro. Amore è sentirsi al sicuro e voler progettare una vita assieme a lui. Mi piace pensare che centri il destino e avere una visione romantica della nostra storia, forse non è così, ma è bello immaginare di aver trovato la propria persona nel mondo. È poetico avere un “Valentino” tutto per me con cui festeggiare ogni anno, che mi conosce alla perfezione e continua a scegliermi ogni giorno.

C’era poi la possibilità della lettera d’amore per le persone che più di ogni altro mi ameranno incondizionatamente per sempre senza nessun tipo di remora: i miei genitori, coloro che hanno scelto di avermi, che mi hanno cresciuta come una principessa, facendomi sempre credere che io fossi in grado di arrivare ovunque io volessi.

In una lettera d’amore ai miei genitori non saprei nemmeno da dove cominciare per ringraziarli di ogni singolo gesto fatto per me. È un amore viscerale e incondizionato quello che lega dei genitori ai figli, una madre alla propria unica figlia, l’immagine del futuro, di ciò che hai creato e che spera possa realizzare ogni suo desiderio. La mia lettera d’amore per loro dunque non può che ringraziarli per aver sempre visto in me quello che io non sempre riesco a vedere, per avermi sempre considerata “molto di più” rispetto a quello che io pensavo di essere.

Chi altro si merita una lettera d’amore? Nella mia lista ci sono sicuramente gli amici. Un amore diverso, ma pur sempre amore. Certi rapporti sono talmente stretti e forti da risultare infallibili e duraturi, poi purtroppo spesso non è così e la frattura è talmente dolorosa da lasciare vuoti enormi.

Io credo che la sofferenza in amicizia sia tale e quale a quella della fine di una storia d’amore, perché… di questo in qualche modo si tratta. L’amicizia ha il potere di salvare e di arricchire la vita, ma allo stesso tempo, la sua fine può essere devastante come una rottura tra fidanzati.

Quindi dopo tutti questi ragionamenti la lista diventava piuttosto lunga, avrei voluto scrivere una lettera d’amore per ogni persona che in qualche modo ha effettivamente una parte di me, e mi sono ritrovata a pensare che forse la cosa più giusta fosse allora una lettera d’amore alla vita e a quanto essa possa essere bella. La vita ha le sue fasi e ogni età porta con sé eventi irripetibili e indimenticabili, ed è proprio questa la cosa migliore. L’irripetibilità di ogni evento che proviamo, non si può rivivere il passato e questo sottolinea l’unicità di ogni esperienza che ci si trova a sperimentare. Il mio amore per la vita si può spiegare in una smania positiva di fare, di voler assaporare più cose possibili. Sperimentare, organizzare, viaggiare, conoscere…. Il mio amore per la vita è costituito da tante piccole cose che contribuiscono a renderla interessante: bere buon vino, mangiare i ravioli di mia nonna, vedere una nuova città, tuffarmi nell’acqua gelida del mare, ridere con le amiche, prenotare un viaggio, insegnare ai miei alunni, perdere il senso del tempo mentre sono in compagnia, scoprire una nuova canzone, vedere l’arrivo della primavera o un tramonto di luglio, assistere ad un bel film…

Il mio ragazzo mi ha definito come un “fringuello” nella mia continua voglia di fare, di andare, creare e organizzare, un uccellino paffuto che vola continuamente, che osserva il mondo, che non riesce a stare fermo perché deve VIVERE e vedere. Inutile subire la vita passivamente, bisogna riuscire a rimanere attaccati alle proprie emozioni e sentimenti e cercare di fare quello che ci stimola e fa provare l’Amore, l’emozione più elementare e violenta di tutte.

Cara vita ti amo, sei come un’insegnante un po’ severa, non sempre giusta o imparziale, a volte te la prendi un po’ troppo duramente con me, ma nonostante tutto rimani così intensa e bella che è impossibile non amarti, mi auguro la nostra storia d’amore possa durare ancora a lungo.

 

Maddalena

https://www.zoomma.news/lettera-damore-di-maddalena-ugolini/


https://www.zoomma.news/


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PUBBLICITA'

L’8 marzo è lGiornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst

L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoroaveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosasia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?

I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.

Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne enel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)

Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.

In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.

                                                       

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