IL LITIO

 

DALL'1 AL 12 MARZO (prorogato al 31 marzo perché era impossibile pubblicare tutto il materiale arrivato) SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

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INDIA. Sfide e opportunità di sviluppo grazie al litio del Kashmir






A Salal, nella catena montuosa del Pir Panjal, in Jammu e Kashmir, a febbraio , il Geological Survey of India, Gsi, ha annunciato di aver trovato “presumibilmente” 5,9 milioni di tonnellate di litio, minerale fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici e per una serie di altri prodotti.

La scoperta ha suscitato entusiasmo in India per la prospettiva di diventare un attore importante nel mercato globale e di liberarsi dalle importazioni, molte delle quali provengono dalla rivale Cina. La scoperta, se confermata, darebbe all’India le settime riserve identificate al mondo, dopo Bolivia, Argentina, Stati Uniti, Cile, Australia e Cina, secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti, anche se la settimana scorsa l’Iran ha dichiarato di aver scoperto un giacimento di 8,5 milioni di tonnellate, riporta Nikkei.

Il Jammu e Kashmir è conteso tra India e Pakistan dal 1947 e il Pakistan, in piena crisi economica, non vede di buon occhio il fatto che l’India si appropri di risorse preziose in una regione che rivendica per sé.

Islamabad non ha ancora commentato pubblicamente la questione, ma la presenza di una risorsa così preziosa nel territorio conteso potrebbe aumentare le tensioni tra i due vicini dotati di armi nucleari.

Secondo i media locali, un ramo del gruppo pakistano Jaish-e-Mohammed, designato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica, ha giurato di non permettere all’India di “rubare” le risorse.

La questione assume maggiore importanza alla luce della revoca dello status speciale del Jammu e Kashmir da parte dell’India nel 2019.

Il litio è un materiale fondamentale per molti dei prodotti che alimentano la vita moderna. L’India è uno dei maggiori importatori di batterie agli ioni di litio. Negli ultimi anni, ha fatto molto affidamento sulla Cina e su Hong Kong per le forniture. Nel periodo 2020-2021 l’India si è rifornita di quasi il 70% delle importazioni di litio e del 96% degli acquisti di ioni di litio attraverso questi due mercati.

Molti Paesi considerano tale dipendenza dalla Cina un rischio per la sicurezza energetica. Nel caso dell’India, queste preoccupazioni possono essere più acute a causa della disputa di confine con Pechino sull’Himalaya.

Poiché Nuova Delhi cerca di diversificare gli approvvigionamenti, questo mese l’India e l’Australia hanno identificato cinque progetti mirati per la loro partnership sui minerali critici, tra cui due per il litio, secondo i media locali.

Lo sviluppo di una propria fonte estensiva di litio contribuirebbe anche a favorire i piani indiani di crescita dell’industria dei veicoli elettrici e, infine, di transizione completa verso le auto elettrificate. Entro il 2030, il governo punta a far sì che i veicoli elettrici rappresentino il 30% delle vendite di auto private, il 70% dei veicoli commerciali, il 40% degli autobus e l’80% dei veicoli a due e tre ruote.

Tuttavia, anche se l’India riuscisse ad accedere al litio scoperto nel territorio conteso, la sua lavorazione sarebbe un’altra questione.

Secondo la Statistical Review of World Energy 2021 della BP, alla fine del 2020 la Cina deteneva solo il 7,9% delle riserve mondiali di litio, ma si stima che controllasse il 60% della capacità globale di lavorazione e raffinazione.

C’è poi da chiedersi quanto litio sia accessibile. Il ritrovamento nel Jammu e Kashmir si aggiunge alla presenza già annunciata di 1.600 tonnellate di litio nel Karnataka meridionale. Ma per ora, entrambi i ritrovamenti non sono quelli che possiamo definire riserve estraibili a livello commerciale: finora sono state classificate come risorse non stimate, nella fase di esplorazione preliminare.

Se e quando il processo andrà oltre questa fase, un’altra preoccupazione sarà il costo ambientale dell’estrazione su larga scala. Gli analisti sottolineano che prima dovrà essere effettuata un’adeguata valutazione d’impatto.

È opportuno ricordare che l’area rientra nell’hot spot della biodiversità himalayana.

In Sud America, l’estrazione del litio si è rivelata controversa a causa dell’enorme quantità di acqua utilizzata e della contaminazione a lungo termine.

I piani per lo sfruttamento del litio potrebbero aggravare le tensioni esistenti sul Chenab e su altri fiumi in India e Pakistan. All’inizio di quest’anno l’India ha chiesto di “modificare” il trattato del 1960 che regola i fiumi, e i rivali si accusano a vicenda di averne violato i termini.

Antonio Albanese

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L’8 marzo è stata lGiornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst

L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoroaveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosasia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?

I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.

Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne enel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)

Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.

In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.

                                                        

RENATA RUSCA ZARGAR su Amazon.it: libri ed eBook Kindle di RENATA RUSCA ZARGAR

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