NO AI BREVETTI SUI SEMI

  DALL'1 AL 12 MARZO (prorogato al 31 marzo perché era impossibile pubblicare tutto il materiale arrivato) SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

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https://www.wemove.eu/it/

In questo momento, molti piccoli agricoltori stanno chiudendo. Tutto perché qualche multinazionale si permette di decidere cosa possono coltivare, controllando così il cibo che mettiamo in tavola e il prezzo che paghiamo per acquistarlo.

Le multinazionali, come KWS, il gigante tedesco del settore agrario, stanno sfruttando le scappatoie legali presenti nel nostro sistema di brevetti per ottenere il diritto esclusivo di coltivare e vendere frutta e verdura, tra cui mais, broccoli, pomodori e orzo per la produzione della birra.[1]

Ma noi ci stiamo ribellando. A dicembre, alcuni attivisti e piccoli agricoltori sono andati nella sede centrale di KWS, in una cittadina tedesca, in occasione della riunione annuale degli azionisti, per proteggere il futuro del nostro cibo.


Mentre KWS discuteva dei profitti con gli azionisti, noi protestavamo davanti ai loro uffici con un trattore e sculture di verdure urlanti. E i nostri partner di No Patents on Seeds! hanno pubblicato un rapporto per far luce sui rischi dei brevetti di KWS.[2]

Abbiamo acceso i riflettori su KWS, e la nostra protesta ha attirato la cattiva pubblicità che si meritano.[3] Ma serve il tuo aiuto per diffondere ulteriormente il messaggio e assicurarci che KWS e altre multinazionali siano sotto gli occhi di tutti!

https://www.wemove.eu/it/

P.S.: Da anni lottiamo per fare in modo che tutti possano coltivare e vendere sementi, frutta e verdura. Nel maggio 2020 abbiamo ottenuto una vittoria, ma le multinazionali hanno trovato delle scappatoie che hanno vanificato i nostri risultati. A oggi, continuano a brevettare i nostri semi. Abbiamo un piano per dare slancio a questa campagna organizzando altre proteste in tutta Europa nel 2023

Riferimenti[1] Quando una multinazionale ottiene un brevetto sui semi, se un piccolo agricoltore in Europa vuole coltivare del granturco, per esempio, potrebbe aver bisogno di una licenza, altrimenti rischierebbe di finire coinvolto in un contenzioso legale lungo e costoso. Il risultato è che tanti piccoli agricoltori non vogliono assumersi questo rischio, così finiscono per non coltivare affatto. Scopri di più su come le multinazionali manipolano le leggi sui brevetti, facendo clic qui: www.no-patents-on-seeds.org[2] Guarda un video più lungo della protesta in Germania, con le interviste complete (in tedesco) qui: Video protesta con interviste integralihttps://www.no-patents-on-seeds.org/index.php/en/news/kwshttps://www.no-patents-on-seeds.org/sites/default/files/news/Patents%20of%20KWS.pdf[3] https://www.bioecoactual.com/en/2022/12/09/patents-filed-by-kws-are-a-threat-to-plant-breeding-in-europe/https://www.topagrar.com/acker/news/patentgegner-demonstrieren-von-kws-in-einbeck-13250595.htmlhttps://www.ndr.de/nachrichten/niedersachsen/braunschweig_harz_goettingen/Keine-Patente-auf-Saatgut-Demo-gegen-KWS-in-Einbeck,saatgutpatente106.html

WeMove Europe è una comunità di persone di ogni estrazione sociale, che lotta per un'Europa con al centro le persone e il pianeta.Ci riuniamo per firmare petizioni, inviare email e protestare per le strade per far sentire la nostra voce.

https://act.wemove.eu/campaigns/conferenza-brevetti-semi?action=share&utm_campaign=20230209_IT&utm_medium=email&utm_source=civimail-51332


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PUBBLICITA'


L’8 marzo è stata lGiornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst

L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoroaveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosasia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?

I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.

Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne enel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)

Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.

In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.

                                                        

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