IL NOVECENTO IN VERSILIA: UGO GUIDI E ARDENGO SOFFICI
DALL'1 AL 12 MARZO SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
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IL NOVECENTO IN VERSILIA:
UGO GUIDI E ARDENGO SOFFICI
I Maestri del ‘900 in Versilia’: il MUG 2 di Massa e Museo Ugo Guidi (Forte dei Marmi) ancora insieme per inaugurare uno speciale ciclo di mostre intitolato agli artisti del ‘900 distintisi in territorio Apuo-Versiliese.
Per questa prima esposizione a tema artistico culturale -che si terrà dal
19 marzo al 2 di aprile presso le sale del Palazzo vescovile
di via Alberica a Massa (sede Museo Ugo Guidi 2) -
è prevista una preziosa selezione di opere di Ardengo Soffici e di Ugo Guidi arricchita da documenti inediti e testimonianze della loro frequentazione nell’ambiente intellettuale versiliese.
Primo ospite protagonista di questo appuntamento all’insegna dell’arte Ardengo Soffici e i suoi trascorsi pittorici degli anni sessanta letti con riferimenti ai consolidati rapporti d’amicizia che lo legarono al celebre scultore Ugo Guidi e la sua casa natale e laboratorio di Vittoria Apuana.
Numerose le sculture di Ugo Guidi esposte per l’occasione a celebrarne l’opera e il sodalizio artistico con Ardengo Soffici, gentilmente concesse dai figli Fabrizio e Vittorio Guidi, che scrive: “La casa museo Ugo Guidi è testimone del rapporto che mio padre (…) ha avuto con la numerosa schiera di artisti, letterati e uomini di cultura che hanno frequentato Forte dei Marmi dagli anni ’50 agli ’80. Ardengo Soffici, che aveva casa a Vittoria Apuana, conosce Guidi verso la metà degli anni ’50 e a seguito di una visita attenta allo studio e alle opere gli scrive una lettera che testimonia il lavoro e l’apprezzamento verso mio padre, capace di evolversi nel rispetto di una tradizione scultorea.”
Luigi Cavallo, critico d’arte e curatore del Museo Soffici sottolinea: “La Versilia in estate, Poggio a Caiano residenza abituale negli altri mesi, rappresentavano l’alternanza degli spunti creativi di Soffici, una sorta di varianti armoniche da cui l’artista non voleva prescindere poiché la consultazione del vero era il fondamentale della sua poetica, l’esca che riusciva a far salire in superficie la virtù di combinare eleganza narrativa e fragranza luminosa.”
A cura della dott.ssa Fiammetta Michelacci questa mostra ci parla quindi del legame di costante affinità tra le opere dei due artisti e il paesaggio naturale.
Un felice connubio di esperienze e vissuto personale che ha premiato un’attenzione particolare per la ricerca e per la selezione delle opere Clara Mallegni, Direttore Artistico di MUG2 e Vittorio Guidi, Direttore di Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi trovando una collocazione ideale per questa mostra temporanea di scultura e pittura proprio nelle sale del Museo vescovile di Massa.
Il MUG2 (Museo Ugo Guidi 2) - Museo Solidale di Massa - nasce dalla collaborazione con l’Associazione Onlus “Un Cuore un Mondo” per il sostegno e supporto alle famiglie dei bambini cardiopatici.
Presidente: Mario Locatelli
Massa, Ingressi:
Via Alberica 26 -terzo piano (sede MUG2) o Via Ghirlanda 24
Inaugurazione 19 marzo ore 17
Orario di apertura: 16-19 venerdì sabato e domenica
Per info: Direttore: Clara Mallegni + Clara + 3932816003 direzione@museougoguidi2.it www.ugoguidi.it
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L’8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst.
L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro, aveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, sia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?
I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.
Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne e, nel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)
Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.
In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.
RENATA RUSCA ZARGAR su Amazon.it: libri ed eBook Kindle di RENATA RUSCA ZARGAR
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