ANCORA SAN VALENTINO

 DALL'1 AL 12 MARZO (prorogato al 31 marzo perché era impossibile pubblicare tutto il materiale arrivato) SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

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“Care figlie Samina e Zarina”

di       Renata Rusca Zargar

Care figlie Samina e Zarina, 

da tempo pensavo di indirizzarvi una lettera per parlarvi di noi: una specie di ultimo testamento d’Amore. Mi capita, dunque, l’occasione e la scrivo ora, in coincidenza della Festa di San Valentino che, per varie vicissitudini storiche e religiose, è diventata la festa degli Innamorati. Veramente, io non credo nelle feste convenzionali che, spesso, di buono hanno solo di movimentare il commercio per i regali quasi obbligatori mentre non hanno conservato affatto i valori di riferimento.

Credo, però, fermamente nell’Amore e credo ancora che possa essere eterno.

In questo ultimo periodo, ho visto un bellissimo film (Le pagine della nostra vita) in cui il protagonista anziano si fa ricoverare nella stessa residenza sanitaria dove si trova la moglie malata di demenza grave. Quando i figli e i nipoti gli chiedono di tornare a casa perché hanno bisogno di lui mentre lei neppure lo riconosce, egli risponde: “La mia casa è qui, con lei”.

Penso che questa frase sia il senso di tutto quello che, probabilmente, ogni essere umano desidera. Un Amore talmente grande da vivere pazzamente e intensamente lungo le stagioni dell’esistenza e così forte da non finire mai.

                                                                                         Quando sono andata in India, moltissimi anni fa, la mia vita era normale ma immobile. Là, nel Kashmir, ho incontrato lui, Zahoor, e da quel momento l’espressione dei suoi occhi dolci non mi ha più lasciata. La rivedevo sempre davanti a me ed era come se mi chiamasse. “Abbi cura di te.” mi aveva detto alla ripartenza di quel lungo giro che avrei fatto in Oriente. Allora, avevo cambiato l’itinerario del mio viaggio ed ero tornata lassù, sui monti della luna, da lui. Avevo riconosciuto l’Amore totale, la follia e l’attrazione alle quali non si può dire di no e che non sono prigione ma libertà e felicità.







La nostra è stata una relazione molto complessa: nel tempo, abbiamo dovuto superare le distanze di mondi, cultura, abitudini, tradizioni; abbiamo incontrato difficoltà, crisi, disgrazie, lutti. Ma non abbiamo mai permesso a noi stessi di cadere nell’abitudine, nell’indifferenza, cioè in quella che io chiamo morte anticipata. Nei momenti più ardui, ci siamo sostenuti puntando sui valori irrinunciabili che ognuno di noi cerca nell’altro.

Per me sono stati la bontà e l’intelligenza.

Lui è buono, voi lo sapete bene, ed è intelligente. Sa adattarsi, cambiare, crescere, informarsi.









Perciò l’Amore che provo per lui è stato protetto dall’ammirazione e dalla fiducia.









In questo periodo, ha dei problemi a una gamba. Oggi è domenica e lui è a casa dal lavoro. Di solito, la domenica pulisce e mette in ordine ma ora non può. Io, però, questa mattina dovevo uscire per andare in piscina e, per paura che lui si facesse del male, avevo nascosto l’aspirapolvere sul poggiolo. Quando sono tornata, ho trovato che aveva pulito la cucina e il soggiorno.

Mi ha detto: “Tu sei la mia vera moglie.- (perché ho nascosto l’aspirapolvere per il suo bene) -Ma io sono il tuo vero marito.” (perché ha trovato lo stesso il modo di aiutarmi).

Ha sempre fatto di tutto per me, che non è solo aver lasciato il suo paese e la sua bella e grande famiglia, ma è condividere ogni giorno ogni circostanza: le pulizie, la crescita di voi figlie, l’assistenza ai miei parenti e molto altro.

Così, l’insania amorosa che ci tiene avvinti e che ci rende felici non è mai finita, quando nell’abbraccio dell’altro si trova ancora l’universo tutto.

Chissà come, un destino salvifico (o chi per lui) ci aveva fatti incontrare.

Noi, però, siamo stati capaci in quell’istante di riconoscere quel dono.

È stata una vita meravigliosa e lo sarà ancora nella vecchiaia.

Perciò volevo scrivervi, perché teniate sempre presente che non dobbiamo mai accontentarci: abbiamo diritto alla felicità e per lei dobbiamo sempre combattere.

Come per tutte le nostre grandi Passioni.

12-2-2023

la mamma


TESTO PUBBLICATO SU:

https://versiinvolo.blogspot.com/2023/03/care-figlie-samina-e-zarina-di-renata.html

https://www.zoomma.news/care-figlie-samina-e-zarina-di-renata-rusca-zargar/

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PUBBLICITA'


L’8 marzo è stata lGiornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst

L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoroaveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosasia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?

I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.

Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne enel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)

Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.

In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.

                                                        

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Commenti

  1. bellissima lettera d'amore alle figlie verso di loro e di tuo marito Zahoor. Bellissime le foto che hai postato, quelle di una famiglia molto unita e felice! Auguro che presto tuo marito possa tornare in ottima salute, presto a casa! Un abbraccio grande Danila

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