DONNE AL POTERE di Renata Rusca Zargar
DALL'1 AL 12 MARZO (prorogato al 31 marzo perché era impossibile pubblicare tutto il materiale arrivato) SU QUESTO BLOG SARANNO PUBBLICATI QUASI ESCLUSIVAMENTE POST CHE RIGUARDINO IL MONDO FEMMINILE PER RICORDARE A TUTTI L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
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Donne al potere
La giornata delle donne è, ormai, passata oltre. La Rai ha insistito molto con pubblicità e programmi per la parità di diritti tra maschi e femmine, forse perché il nostro presidente del consiglio è donna. A dire il vero, “la presidente” non desiderava essere denominata così, ma voleva essere "il presidente": quasi certamente pensava che una carica prestigiosa potesse essere coniugata solo al maschile!
"Io
sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono
cristiana“, aveva gridato
a squarciagola
a suo tempo. Uno slogan che qualifica la donna prima di tutto come
madre. Ma voi lo immaginate un politico uomo
che urla "sono padre"? Probabilmente, la stragrande
maggioranza dei politici e dei maschi in generale saranno padri ma
non comporta che conti nella loro professione. Perché dovrebbe
contare per una donna?
“Sono
italiana.” E allora? Se sei un/a
politico/a
italiano/a
si
presume
che tu sia italiano/a. Non sarà per caso una contrapposizione a chi
italiano non è e non troverà spazio in questo paese? Anzi,
allontanate
le ONG e disponibile
lo stato
solo a operazioni di polizia, il
migrante sarà
abbandonato
e
persino accusato di partire con i figli mettendoli in pericolo.
Eppure
è gente
che fugge da guerre
e morte
sicura e,
nella
migliore delle ipotesi, da
fame, malattie
e
torture.
Ma noi non ne abbiamo colpa, ci rassicuriamo.
Tuttavia,
se
gli
Europei
non avessero
colonizzato e depredato con la superiorità e
crudeltà delle
armi gli altri continenti, se restituissero
tutto quello che hanno
rubato e sfruttato nel corso dei secoli, ad esempio, sicuramente
saremmo noi che dovremmo andare altrove con i barconi.
"Sono
cristiana." Ho sempre pensato che essere credenti o non
credenti, aderire a una religione o a un'altra, sia
un fatto personale e
intimo.
Non c'è bisogno di sbandierarlo
in piazza e neppure a casa propria. Quando si ha il grande dono della
fede, si è già molto impegnati a migliorare se stessi per essere
più buoni, più caritatevoli, più solidali con gli altri -tutti-
perché li riconosciamo fratelli e sorelle in quanto figli di Dio.
Per
il credente, non esistono
"razze", né colori, né identità sessuali, c'è solo un
Padre e tanti figli che Lui
stesso ha voluto diversi. A meno che non si esibisca
il proprio credo per lanciare un messaggio neanche tanto occulto che
il credo altrui sia sbagliato. In quel caso, il testamento
di pace e amore di Gesù Cristo è già stato
tradito.
Non
credo, dunque, che la nostra civiltà ancora
patriarcale,
razzista, sessista, omofoba, poco o niente cristiana, abbia fatto un
passo avanti con una donna presidente del consiglio.
Un'onda
di cambiamento positivo però l'ha portata inconsapevolmente: la
scelta di più di un milione di simpatizzanti per una Segretaria del
Partito Democratico.
Dunque,
un’altra
donna a
capo di un partito!
Le
primarie del PD sono, secondo me, una
vera manifestazione di democrazia, seppure
un
po' scopiazzate
dagli Americani.
Chiedere a chi non è iscritto di esprimere un parere vincolante è
aprire ai simpatizzanti le porte del cuore. Il
lato negativo è che, forse,
saranno
andati
a votare anche i
non
simpatizzanti, magari sostenitori
di altri partiti. Può essere. Però,
in tempi di voto liquido che cambia a ogni refolo di vento,
dimostrarsi
democratici e aperti, potrebbe
essere persino
attrattivo di voti futuri. Inoltre,
gli elettori non iscritti si sentono tenuti in considerazione, sanno
di poter
accedere
alle
segrete stanze.
Qualche
iscritto, tuttavia,
visto che nella votazione tra iscritti aveva prevalso
Bonaccini,
si sarà
sentito
defraudato
perché quel
voto è stato sovvertito.
Ma
gli iscritti, se non sono d’accordo sul voto popolare,
essendo parte dell'organizzazione, possono adoperarsi per cambiarne
il
regolamento, se ritengono.
Invece,
c'è chi, come i bambini che giocano a calcio e che se perdono la
partita vanno
via con la palla, ha deciso addirittura di abbandonare
il partito.
Qualcuno pensa pure
che, magari,
una donna non sarà all'altezza.
Io
credo,
invece, che tutte le donne avrebbero dovuto sostenere
Elly
Schlein,
senza se e senza ma, perché ogni vittoria raggiunta da una donna
rende più forti tutte le donne, anche chi non lavora, anche chi non
vuole fare carriera. Ogni
successo femminile rende
tutte
le
donne più consapevoli in generale di essere umane come chiunque e,
forse, qualcuna che viene offesa, denigrata, o picchiata per anni
prima di essere uccisa, troverà la forza di fuggire in tempo.
Ogni
parola a favore di una donna, può essere salvifica per un'altra
e non contano le mimose stereotipate, conta non sentirsi esseri
inferiori
di
serie b,
ma
persone ricche di dignità come chiunque altro. Tante donne in tutto
il mondo si sentono ancora colpevoli di essere nate, per questo il
riscatto passa anche dal successo di ognuna di noi.
Votiamoci
tra donne, sosteniamoci, affidiamoci ad altre donne senza più paura
e complessi di inferiorità.
Gli
uomini
sono
sempre
solidali tra di loro, le donne no. Ci avete mai fatto caso?
Dunque,
il
dubbio di alcuni è
che forse
questa donna non sarà all'altezza.
Può
darsi, ma credo che peggio degli ultimi uomini a capo della
Segreteria non potrà mai fare. Il
PD
ha dato l’impressione di essere
diventato stabilmente di potere, inamovibile dal potere
stesso, dilaniato dalle correnti, indifferente a chi ha bisogno,
incapace di progredire nei diritti civili, incapace di fare
opposizione perché disposto a tutto pur di essere nelle maggioranze
di governo, in grado solo di seguire la famosa agenda Draghi, cioè
l'agenda di un banchiere di destra! Un partito senza alcuna identità
certa. Come si potrebbe mai fare peggio?
Ora,
la Schlein
ha un programma che ci avvicina - se fosse mai messo in pratica -
all'Eden. Naturalmente il PD per questo giro non è al Governo (meno
male altrimenti, magari, con
un
qualsiasi
Segretario, avrebbe
potuto
persino proporre l'agenda Meloni!!!) e quindi non ci si può
aspettare che tutto cambi.
Per
chi ha perso la fiducia, per chi non riconosce più il Partito come
progressista nato dall'unione delle migliori energie progressiste dei
partiti di un tempo, basterebbe iniziare con un'opposizione seria. E
magari lasciare da parte le varie correnti che trascinano, come le
tempeste, un po' di qua e un po' di là, impedendo una visione chiara
della larga strada da seguire.
Renata Rusca Zargar
PUBBLICATO SU:
VERSI IN VOLO: DONNE AL POTERE di RENATA RUSCA ZARGAR
Donne al potere e il grande dono della fede. La nostra civiltà poco cristiana - Trucioli
8 Marzo: Donne al potere - WeeklyMagazine
https://www.liguria2000news.it/wp-admin/post.php?post=173744&action=edit
https://www.controluce.it/notizie/?p=242095&preview=true
Donne al Potere: nei dintorni dell’8 marzo… - Il Corriere Nazionale
16marzo2023.pdf (avveniredeilavoratori.eu)
IL FUTURO E' LA PACE (www.ilfuturoelapace.it): DONNE AL POTERE (memoriacondivisa.it) completo di link con mia intervista Il Blog culturale "Senzafine" della scrittrice Renata Rusca Zargar (asinorossoferrara.blogspot.com)
Citato su http://www.ilfuturoelapace.it/:
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PUBBLICITA'
L’8 marzo è stata la Giornata internazionale dei diritti della donna, celebrata per la prima volta nel 1911, in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Nel 1908, infatti, 15.000 donne avevano marciato per New York chiedendo orari di lavoro più brevi, una paga migliore e il diritto di voto e, nel 1909, il Partito Socialista d’America aveva dichiarato la prima Giornata Nazionale della Donna. Allora, Clara Zetkin, attivista comunista e sostenitrice dei diritti delle donne, aveva suggerito la creazione di una giornata internazionale. Nel 1910, aveva presentato la sua proposta a una Conferenza internazionale delle donne lavoratrici a Copenaghen e le 100 donne presenti, provenienti da 17 paesi, avevano accettato all’unanimità. Non c’era, però, ancora una data fissa. Durante la guerra, nel 1917, ci fu uno sciopero delle donne russe che chiedevano “pane e pace”. Quattro giorni dopo lo sciopero, lo zar era stato costretto ad abdicare e il governo provvisorio aveva concesso alle donne il diritto di voto. Lo sciopero era iniziato l’8 marzo, perciò quella data è diventata la Giornata internazionale della donna. I colori di IWD (International Women Day) sono: il viola che significa giustizia e dignità, il verde che simboleggia la speranza, il bianco che rappresenta la purezza. Questi colori hanno avuto origine dalla Women’s Social and Political Union (WSPU) nel Regno Unito nel 1908, che ha lottato fortemente per ottenere il voto alle donne con la sua leader Emmeline Pankhurst.
L'UDI (Unione Donne in Italia), creata nel 1944, a Roma, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro, aveva celebrato l'8 marzo nel 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, sia perché fiorisce tra febbraio e marzo che perché è un fiore economico, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Solo dagli Anni ‘70, però, la Festa è stata accettata ufficialmente. È un po’ difficile, quest’anno, pensare a una Festa quando vediamo ovunque donne e madri colpite dalla guerra, con figli uccisi e feriti, vittime o soldati. A chi possiamo donare la mimosa? Ai profughi che hanno perso casa, lavoro, speranza, o a chi ha mariti e figli a combattere?
I diritti della donna, infatti, possono esistere solo in un mondo pacifico perché non ci sono diritti se la propria vita e quella dei propri cari non sono salve. Possiamo, comunque, lottare per la pace e perché nel mondo si raggiunga la parità di genere, quale che sia il proprio genere.
Per tutta la vita io mi sono impegnata nella società per i diritti delle donne e, nel 2021, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 di novembre, avevo voluto che uscisse il libro “Che te ne fai di un’altra femmina?”, una raccolta di storie di donne occidentali e orientali che amano eppure subiscono violenza. In uno dei racconti, avevo persino immaginato un altro Pianeta dove, però, si perpetuava la stessa mentalità terrestre: la donna è un oggetto e come tale può essere distrutta. (qui si può leggere l’estratto: CHE TE NE FAI DI UN'ALTRA FEMMINA?: storie di donne del mondo orientale e occidentale con una puntata su un nuovo Pianeta (RACCONTI DI DONNE) eBook : RUSCA ZARGAR, RENATA: Amazon.it: Kindle Store)
Per l’8 marzo 2022, ho, inoltre, pubblicato “Storia della strega di Savona e altri racconti di violenza”, testo che, come il precedente, fa parte della collana “Racconti di donne”.
In occasione del 25 novembre 2022, è uscito "VOGLIO IL TUO UTERO" sulla maternità surrogata (qualcuno cioè che fa un figlio per altri), un soggetto di cui si parla molto poco, forse, per non dar fastidio a nessuno.
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