A GENOVA SABATO 22 ORE 18 contro il nostro vecchio colonialismo e imperialismo
Pochi giorni fa le frecce tricolori sono passate a volo radente sulla città per celebrare la statua, in divisa, di un pilota volontario dell'aviazione fascista che prese parte alla campagna di Etiopia. Durante
l'invasione coloniale dell'Etiopia l'aviazione fascista usò massicciamente
gas chimici per colpire la popolazione civile, scatenare il panico e
piegare la resistenza dell'esercito etiope che stava resistendo all'avanzata. La statua di Giorgio Parodi, ritratto con quella divisa e
salutato dall'aviazione italiana, rimuove completamente quegli atti criminali
e invece che celebrarlo come cofondatore delle celebri "Moto Guzzi"
lo ricorda per le sua azioni militari. Non possiamo dimenticare la storia, tantomeno rimuovere una
delle pagine peggiori del fascismo italiano. Per questo vogliamo
ricordare i bombardamenti chimici dell'aeronautica sulla popolazione civile
e appendere dei cartelli che riportino quella statua nel giusto contesto: una
aggressione razziale e colonialista al popolo etiope. Nulla celebrare, tutto
da condannare. "Sugli
aereoplani vennero istallati degli irroratori, che potessero spargere su
vasti territori una fine e mortale pioggia. Stormi di nove, quindici, diciotto
aereoplani si susseguivano in modo che la nebbia che usciva da essi formasse
un lenzuolo continuo.Fu così che, dalla fine di gennaio del 1936, soldati,
donne, bambini, armenti, fiumi, laghi e campi furono irrorati di questa
mortale pioggia. Al fine di sterminare sistematicamente tutte le creature
viventi, per avere la completa sicurezza di avvelenare le acque e i pascoli,
il Comando italiano fece passare i suoi aerei più e più volte. Questo fu il
principale metodo di guerra." Il discorso dell'imperatore di Etiopia Hailé Selassié alla
Società delle Nazioni nel 1936 denuncia le azioni dell'aviazione italiana
e la precisa strategia di conquista attuata dai gerarchi fascisti. "Ma
la vera raffinatezza nella barbarie consistè nel portare la devastazione e il
terrore nella parti più densamente popolate del territorio, nei punti più
lontani dalle località di combattimento. Il fine era quello di scatenare il
terrore e la morte su una gran parte del territorio abissino." Non
possiamo accettare passivamente che una statua nella nostra città celebri
come eroici atti di guerra quelli che invece sono crimini inaccettabili. Domani non mancare, partecipa al presidio, clicca qui. A presto, Lorenzo Lorenzo Azzolini |
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