Da una guerra all’altra nel diario di un viaggiatore Arrivato in Argentina qualche anno dopo la ‘guerra sporca’ (‘sucia’ in spagnolo) ho visto gli effetti della dittatura militare degli anni ’70 e ’80. Ricordo le timide dimostrazioni nella città di Cordoba per fare memoria degli scomparsi a causa del terrorismo di stato. Si chiamavano in Argentina ‘desaparecidos’ dove i loro nomi e le foto erano esibite dalle madri e dalle nonne nella Piazza di Maggio nella capitale Buenos Aires. Questa non sarebbe stata che l’avvisaglia di quello che mi aspettava in Liberia, proprio l’anno seguente dalla partenza dall’Argentina. Inviato in Liberia ho ascoltato, visto e toccato la parte conclusiva della guerra civile in questo Paese, durata, con alcuni intervalli, per quindici anni. Ho l’abitudine di dire che quando gli occhi sono stati feriti da una guerra rimane loro ancora molto poco da vedere. Da quella lacerazione, mi sembra, non si guarirà mai più. A vero dire anche in Costa d’Avor...
David Sassoli... lo ricordo ancora quando era un giovane giornalista 'arrabbiato': aveva testa, coraggio, misura, ma non risparmiava quel che c'era da dire.
RispondiEliminaNon ho seguito la sua carriera politica, ma sono stata molto felice di trovarlo un giorno Presidente del Parlamento Europeo.
Nel nuovo ruolo ha continuato a usare testa, coraggio, misura: cose rare da trovare tutte assieme in una sola persona. E ce n'è bisogno di queste persone rare.
Quando ho saputo della sua morte, ieri notte, ho pianto.
Angela Fabbri da Ferrara