TEATRO Volume 3 di MARIA ALTOMARE SARDELLA, recensione di Renata Rusca Zargar
Maria Altomare Sardella propone un altro volume di teatro, il terzo, con due opere.
La prima è “Indossando
il vestito”.
I personaggi di
questo nuovo testo portano con sé solo l’iniziale del loro nome, S, I, Ci,
perché non sono ancora completi, ma si stanno formando.
Essi discutono tra
di loro, vivono situazioni, sofferenze, incomprensioni. Non sempre la società
li aiuta a crescere, anzi, tutt’altro, come pure i politici che non hanno nulla
da dire.
Eppure, bisogna
affrontare le delusioni e le difficoltà.
Qualcuno prova anche un
sentimento d’amore, forse, maltrattato e frustrato.
Infine, però, il
miracolo avviene.
Quello che ogni
genitore e ogni insegnante ha avuto la gioia di conoscere nella sua vita: al
posto dell’iniziale di un essere umano arriva il nome completo perché si
diventa persone consapevoli, adulte, si prende contatto con sé stessi e si
sceglie la strada da percorrere. Ognuno decide cosa fare di sé, della sua vita,
diventa indipendente.
“Indossando il vestito”
è un magnifico lavoro teatrale su cui far riflettere i giovani, nella speranza
che noi, adulti, abbiamo, un tempo passato, indossato il vestito davvero giusto
per noi.
La seconda opera è
“Il principe calzolaio”, una fantafiaba appassionante come un thriller, che
lascia stupiti e che invita a riflettere sulla corruzione, sull’handicap, sui
grandi valori e sentimenti.
Il Pianeta
Alberosa, il re, la regina, i figli, poi, i cattivi e corrotti del Pianeta
Sullo…
Qualcosa succede e
il Principe ereditario Auro diventa un disabile. Così, tra tante vicissitudini,
crederà di non poter essere amato da nessuna donna.
Si trasforma, allora, in un migrante tra i Pianeti e impara il mestiere di calzolaio.
Ma le mitiche
Sirene o, forse, il voto della mamma, gli faranno trovare un Amore sincero, non
per il potere e ricchezza che non ha più, ma per quello che lui è davvero.
Il teatro della
Sardella esprime le grandi tematiche dei nostri tempi, affascina con la sua
narrazione, spesso inconsueta, e con le sue trame coinvolgenti. In questo modo,
riesce a sollecitare la nostra mente al pensiero e, forse, il nostro cuore al
cambiamento.
Renata Rusca Zargar
Maria Altomare Sardella, nata a Canosa di Puglia nel 1958, vive in Brianza. Abilitata all’insegnamento di Lettere, Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione, ha insegnato Lettere in Istituti di Scuola Media Superiore. Fra il 2020 e il 2021 Transeuropa Edizioni pubblica la raccolta di poesie Non è più ieri e, in due volumi, i drammi Stazione Centrale, Tre minuti alle quattro, Ristretto e il Filo di RÈ Anna; nel 2020, Il Rio Edizioni pubblica la raccolta di racconti Nuove dall’hinterland. Fra il 2016 e il 2020 sono in scena per le manifestazioni Ville Aperte di Monza Brianza, le pièces storiche Giovanni degli Umiliati, Il suono dello Spirito e Quel 10 dicembre 1252, Premio Philobiblon Italia Medievale 2020; quest’ultima pièce viene pubblicata nel 2021 nell’antologia Italiae Medievalis Historiae XI. Dal 2009 al 2017 scrive racconti con il titolo Le storie per la rivista “L’Alfiere”, organo dell’Accademia fiorentina Vittorio Alfieri. Nel 2009, il racconto Seba ottiene il Premio “Il Convivio”. Nel 2008 Besa Editrice pubblica la raccolta di poesie Più importante del pane. Suoi testi sono stati pubblicati in antologia dalla Biblioteca Circoscrizionale Città Alta di Bergamo e dalle riviste “Hystrio”, “Il Convivio”, “La Vallisa”, “La Ballata”, “Poeti nella Società”.
VEDI ANCHE:
https://www.senzafine.info/2021/04/teatro-volume-2-di-maria-altomare.html
https://www.senzafine.info/2021/01/nuove-dallhinterland-di-maria-altomare.html
https://www.senzafine.info/2021/02/stazione-centrale-tre-minuti-alle.html
https://www.senzafine.info/2021/02/maria-altomare-sardella-recensisce-le.html
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