LA CARITAS È CRITICA SUL PNRR: DEBOLE SULLE DISUGUAGLIANZE, da Avvenire
La Caritas è critica sul Pnrr: debole sulle diseguaglianze
di Alessia Guerrieri
da
10/06/2021
Con questo spirito Caritas Italiana ha lavorato al
nuovo dossier Avere cura di una Repubblica imperfetta. Contributo al
Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), percorso di riflessione,
analisi e proposta, il secondo dedicato al tema dopo quello dello
scorso aprile e aggiornato alla luce degli interventi sul testo da parte del
governo Draghi. Un work in progress, visto che il testo
attende il via libera definitivo della Commissione europea e non sono state
ancora pubblicate le schede di lavoro sui progetti, per offrire innanzitutto
«un metodo di lavoro». Questo perché «la sfida è rimuovere le cause delle
criticità, non curare a valle gli effetti ». Si tratta, in sostanza «di
costruire una Repubblica all’altezza dei suoi valori costituzionali, vissuti come
habitus profondo e non come vestiti della festa».
E di comprendere a pieno che c’è un altro «cantiere di
riforma implicito dentro al Piano: quello di una governance sussidiaria che
definisce tempi, luoghi e modalità di interlocuzione tra corpi intermedi e
amministrazioni a tutti i livelli». L’ente pastorale della Cei in cinque
capitoli analizza in particolare la 'Missione 5' e i temi del sociale e lavoro,
la 'Missione 6' collegata alla salute, ma evidenzia anche ciò che manca, a
partire dalle questioni legate alle disuguaglianze, la riforma fiscale, il
commercio internazionale e quello delle armi. Tra i limiti rilevati nel
documento consegnato dal governo Draghi a Bruxelles, c’è infatti la mancata
integrazione tra i vari aspetti della sostenibilità «sostanzialmente esaurita
all’interno di un’idea di transizione verde».
1 Diritti sociali
«Manca un disegno di fondo nell’accesso ai diritti
sociali di base dei più fragili: diritto allo studio e alla casa»
2 Transizione verde
«In un quadro molto timido di contrasto al cambiamento
climatico, alcune misure sono squilibrate, altre sbagliate»
3 Commercio e armi
«Il modello economico non prevede istruttorie di
sostenibilità... il Piano elenca l’industria bellica tra le filiere da
sostenere»
Allo stesso modo il tema della diseguaglianza è
«piuttosto marginale », citato meno di dieci volte e carente di una attenzione
specifica. Insomma il principio di 'non lasciar dietro nessuno' – sostiene la
Caritas – non va solo menzionato, ma deve essere «messo in pratica». Ciò che
perciò scarseggia, è «un disegno di fondo nel facilitare l’accesso ai diritti
sociali dei fragili». E inoltre andrebbe chiarito, è uno dei ragionamenti
all’interno del dossier, se il Pnrr sia «uno strumento in grado di spingere la
nostra comunità nazionale verso una società più sostenibile, pacifica e
inclusiva; oppure rappresenta uno sforzo, pure lodevole e inedito per
dimensioni, ma con un approccio tecnocratico basato su una collezione di
progetti e iniziative». Sussidiarietà, co-programmazione e co-progettazione
sono quindi gli strumenti invocati da Caritas Italiana per promuovere «una
solidarietà sociale organizzata», basata su principi fondamentali «presi sul
serio e bilanciati senza esclusioni ».
Ad esempio questioni come l’eguaglianza, rischiano di
«essere buoni per qualche declamazione occasionale, mentre altri come la
progressività fiscale, sono attenzionati solo per farne una attuazione
omeopatica e che non susciti i rischi di incostituzionalità ». Da qui la
necessità, questa la conclusione della Caritas, di «un cambio di passo nelle
modalità di presenza dei soggetti sociali: non possono essere ridotti a ruoli
testimoniali all’interno di contesti nei quali le logiche di gestione sono “non
negoziabili”».
Vanno invece coinvolti di più, per «poter costruire
luoghi ove effettivamente la cura della nostra Repubblica imperfetta diviene
progettazione attenta, monitoraggio accurato e condiviso, valutazione fondata e
non divisiva, riprogrammazione trasparente ed efficace». L’invito della Caritas
è dunque quello di «sviluppare da subito una serena e ampia valutazione della
praticabilità dei luoghi di coordinamento e di partenariato esistenti, in cui è
coinvolta la società civile, per contribuire a definire una prospettiva nuova e
più efficace di dialogo sociale».
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