GLI SCARTI AGLI SCARTATI da Tempi di Fraternità

 

GLI SCARTI AGLI SCARTATI


Data: 29 Maggio 2021
Autore: a cura della redazione

In quel che resta della fede e cultura cristiana
in occidente, questi sono i giorni
dello Spirito. Uno Spirito che, secondo
le scritture, sconvolge i progetti dei potenti,
tanto che i giorni di Pasqua dei primi
secoli dopo Cristo vedevano spesso rivolte
di popolo. Una forza straordinaria che dava coraggio
per rivendicare più libertà dalla fame e
dalla guerra. Una forza invisibile che nessuno
può imbrigliare a suo piacimento. Se lo Spirito
Santo soffia e viaggia ovunque, abbattendo
muri, confini e ideologie, anche ora andrebbe
invocato per scoperchiare i disegni delle Big
Pharma e noi umani, che siamo il braccio dello
Spirito, dovremmo attivarci per ottenerlo:
non si capisce come mai i vaccini anticovid
non siano internazionalizzati.

Anche perché, se tutto l’occidente ricco viene
vaccinato contro la pandemia, questo non
avviene nei Paesi poveri.
Ce lo ha ricordato papa Francesco nel messaggio
urbi et orbi della domenica di Pasqua
2021: «(...) Tutti, soprattutto le persone più fragili,
hanno bisogno di assistenza e hanno diritto
ad avere accesso alle cure necessarie. Ciò
è ancora più evidente in questo tempo in cui
tutti siamo chiamati a combattere la pandemia
e i vaccini costituiscono uno strumento essenziale
per questa lotta. Nello spirito di un “internazionalismo
dei vaccini”, esorto pertanto
l’intera Comunità internazionale a un impegno
condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione
e favorirne la condivisione, specialmente
con i Paesi più poveri (...)».

Oltre tutto, privilegiare nella distribuzione
dei vaccini i paesi ricchi a scapito di quelli
poveri evidenzia sempre più la miopia congenita
che caratterizza i paesi ricchi che sempre
agiscono mirando ai loro vantaggi immediati,
indifferenti alle conseguenze catastrofiche per
il pianeta intero, come accade per l’inquinamento
ambientale. Nel caso considerato, il perdurare
delle infezioni da covid nei popoli dei
paesi poveri non fa che aumentare le variabili
incontrollabili del virus, con conseguenti ondate
di ritorno della pandemia.
Ce lo ha ricordato bene anche Gino Strada:
“Ci sono Stati africani che hanno ricevuto solo
50 fiale, mentre alcune nazioni ricche hanno
comprato una quantità di dosi sufficiente a vaccinare
la propria popolazione cinque volte. I
brevetti cosa c’entrano? Bloccano l’aumento
della produzione. Ovviamente quelli che ci
sono vengono accaparrati dai Paesi più ricchi”(1).

Per Strada, ma anche per noi, si tratta di una
grande ed inconcepibile meschinità questa discriminazione:
pare che, se da noi ricchi l’immunizzazione
verrà raggiunta nel 2021, per i
poveri di immunizzazione si parlerà forse dal
2023 ed anche negli anni successivi.
Anche Greta Thunberg, la ragazza diciottenne
svedese, attivista per il clima per avere creato
il movimento globale “Fridays for Future”,
si è data da fare per i vaccini per i più poveri:
ha donato 100 mila euro attraverso la sua fondazione
per sostenere l’equità dei vaccini. «La
comunità internazionale deve fare di più per
affrontare la tragedia dell’ineguaglianza dei
vaccini - ha detto la giovane svedese in occasione
della conferenza stampa dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità -. Abbiamo i mezzi
a nostra disposizione per correggere il grande
squilibrio che esiste oggi nel mondo nella lotta
al coronavirus. Proprio come con la crisi
climatica, dobbiamo prima aiutare coloro che
sono più vulnerabili»(2).

Proprio riguardo all’OMS alcuni dati ci aprono
gli occhi sulla realtà odierna e sulla necessità
di intraprendere nuove strade se si vuole
andare verso un domani meno disuguale.
Il bilancio del biennio 2020-2021 dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità è di 4,8
miliardi di dollari, cioè poco più di 2 miliardi
di euro l’anno. È una cifra che corrisponde alla
spesa sanitaria annuale dei cittadini della provincia
di Bergamo. Un’inezia. Affinché l’azione
dell’OMS fosse davvero efficace bisognerebbe
moltiplicare almeno per mille i fondi in
bilancio, cioè 2.000 miliardi l’anno. Questi fondi
servirebbero per fare ricerca, per prevenire
e fronteggiare le pandemie, per garantire uguali
cure ai malati in tutto il mondo. In definitiva,
per garantire il diritto di tutti e tutte alla salute
e alla vita, senza distinzioni né di ricchezza né
di nazionalità. Per non dividere l’umanità in
privilegiati e scarti.

Ci preoccupiamo di stabilire regole per ogni
cosa, ad eccezione di quella fondamentale: la
casa in cui tutti abitiamo. Manca una Costituzione
della Terra nella quale, oltre ai principi,
ai doveri e ai diritti fondamentali, siano stabilite
effettive istituzioni internazionali, con reale
potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
Oggi più che mai abbiamo assoluta necessità
di organismi pubblici globali, che garantiscano
a tutti gli abitanti del pianeta un servizio
sanitario, un’organizzazione mondiale dell’istruzione,
un demanio planetario che sottragga
al mercato beni comuni come l’acqua potabile
e protegga le foreste, i mari e i ghiacciai, il
monopolio pubblico della forza in capo ad una
polizia internazionale con la messa al bando
delle armi e degli eserciti nazionali.
La Dichiarazione universale dei diritti umani
assume significato e trova vero senso se
questi diritti risultano di tutti, cioè uguali e indivisibili;
altrimenti di fatto anche i diritti rischiano
di diventare solo i privilegi di chi ha
la forza di affermarli. Il principio di base di
un’economia postcapitalistica è che dovrebbe
essere organizzata intorno al benessere umano
e alla stabilità ecologica, piuttosto che intorno
agli interessi del capitale e dell’accumulazione
da parte delle élite.

Non stiamo considerando utopie, ma scelte
basate sulla ragione e sul buon senso. Riecheggia,
osservando la storia attuale, la risposta al
dilemma affrontato quattro secoli fa da Thomas
Hobbes: la generale insicurezza determinata
dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure
il patto di convivenza pacifica sulla base del
divieto della guerra e la garanzia della vita.
Questa si presenta oggi però con due aggravanti
di fondo: la capacità distruttiva degli
odierni poteri globali, che è enormemente maggiore
di quella nello stato di natura hobbesiano,
e il carattere irreversibile delle devastazioni
da essi prodotte. Le alternative esistono. Il pregiudizio
che esse non esistano è un’ideologia
di legittimazione dell’esistente che è totalmente
artificiale, prodotta dalle attività e irresponsabilità
della politica e dell’economia. Non c’è
nulla di naturale, come qualcuno vuole farci
credere, in quello che oggi sta accadendo.

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1)Fonte: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Vaccini-anti-Covid-gino-Stradasospendere-
brevetti-bloccano-produzione-37b6e2f6-d6c9-4b33-8627-934bf9e98ae1.html
2) Fonte: https://www.facebook.com/corrieredellasera/photos/a.284654007529/
10159214750512530/?type=3&scmts =scwspsdd




SOMMARIO GIUGNO-LUGLIO


EDITORIALE

 

La redazione - Gli scarti agli scartati

 pag. 3

CULTURE E RELIGIONI

 

E. Vavassori - Vangelo secondo Matteo (92)

 pag. 9

LISISTRATA

 

G. Codrignani - Lisistrata: e se restaurassimo i partiti?

 pag. 7

DOSSIER “GUERRA, ARMI E MENZOGNE

D. Pelanda - A caccia della verità o della menzogna?

 pag. 14

S. Sbragia - La sfida della comunicazione

pag. 16

P. Bavazzano - L. Giario - Il capitale umano

 pag. 18

L. Giario - Piano di Ripresa e Resilienza

 pag. 20

P. Bavazzano - A. Mori - Il commercio delle armi

 pag. 22

PAGINE APERTE

 

G. Monaca - Il libro dei sogni

 pag. 4

L. Berzano - Resurrezione

 pag. 6

R. Orizzonti - Riparare le ferite della lotta armata anni ‘70?

 pag. 12

M. Meschi - L’opportunità della pandemia

 pag. 29

L. Borghi - Storie di persone T*. Ethan Bonali

 pag. 31

RECENSIONI

pag. 25

ELOGIO DELLA FOLLIA

pag. 32

 

ARCHIVIO A DISPOSIZIONE

Tempi di fraternità da dicembre 1994 a maggio 2020 disponibile su Google Drive senza limitazioni o account

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