A PRIMO CANALE, CHEF RUBIO: "Ingiusto aiutare gli ucraini e tacciare di terrorismo i palestinesi."

Chef Rubio,  "Ingiusto aiutare gli

 ucraini e tacciare di terrorismo i

 palestinesi"

Il popolare cuoco antagonista alla manifestazione contro il traffico di armi: "Ci si preoccupa solo delle guerre di chi ha il colore della pelle bianca come la nostra".




GENOVA-"E' umano essere a Genova per dire no a qualcosa che toglie la vita, per dire no alle armi spedite per le guerre ed è bello che a manifestare qui ci siano anche tanti studenti".
 
A parlare è Gabriele Rubini, il popolare Chef Rubio della trasmissione "Unti e Bisunti", incrociato al circolo dei portuali di via Albertazzi nel corso della manifestazione organizzata da Usb e Calp, il Collettivo Autonomo dei Portuali, contro il traffico di armi a bordo delle navi in transito da Genova.
Una giornata iniziata con i presidi ai varchi portuali e proseguita con un convegno organizzato nel circolo dei portuali in cui Rubio era uno dei tre relatori insieme a due docenti universitari, Michele Lancione, esperto in problemi abitativi del Politecnico di Torino, e Luciano Vasapollo, economista marxista della Sapienza.

"E' assurdo che da una parte si sostiene la resistenza degli Ucraini e dall'altra si tacciano come terroristi i combattenti che lottano per la liberazione del Kashmir e della Palestina" continuo Rubio, che aggiunge: "Di guerra in questo momento ce ne sono almeno duecento, ma solo una viene considerata, anche in maniera troppo massiccia, e questo solo perchè ci sono delle persone bianche implicate, come dicono giustificando in maniera colonialisti e razzista tanti giornalisti di tutto il mondo, "perché ci assomigliano di più, come se il colore della pelle decretasse una classifica da prendere in considerazione".

Lo chef laziale di "Camionisti in trattoria" con indosso la tuta del Calp aggiunge: "L'impegno contro il traffico di armi dei lavoratori portuali come quelli del Calp è un esempio da emulare, si emulano tante cazzate credo che questo invece possa essere un bello esempio per un sacco di studenti ventenni come quelli che oggi sono scesi in piazza contro le navi che trasportano armi, ragazzi che non amano stare sui social o li usano per creare un tessuto sociale, e poi in piazza ci sono anche ultraottantenni che sono scesi in piazza per dire no alle armi, insomma vedo tanta normalità in questi dieci metri quadrati, ne vedo un po' meno nell'assenza di chi non c'è, come i politici che non sono presenti".

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