L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA

 


Alla fine della guerra mio nonno era poco più che un bambino. È nato in un minuscolo paesino sopra Spezia. Quattro case, una grande chiesa, un piazzale davanti alla scuola con una bella vista sul golfo.

Una mattina mentre tornava a casa gli si para davanti una camicia nera, lo prende e lo trascina bruscamente nel piazzale davanti alla scuola, quello da cui si vede il mare.

C'è tutto il paese. Davanti a loro le camice nere iniziano a montare una grossa mitragliatrice. Qualcuno ha dato sostegno ai partigiani, ne hanno ucciso uno proprio all'ingresso del paese.

Spezia è pochi chilometri dietro la linea gotica ed è una base militare essenziale. I fascisti stanno perdendo la guerra, sono furiosi e se la prendono con la popolazione.

La strage non ci sarà. Arriva un ufficiale tedesco, sbraita alcuni ordini e le camice nere, ubbidienti, smontano la mitragliatrice e se ne vanno.

L'Italia ripudia la guerra. È una frase categorica.

Milioni di bambine e bambini avevano della guerra ricordi chiarissimi, l'avevano milioni di famiglie di italiani. Da questa esperienza collettiva discende la nostra Costituzione.

L'Italia repubblicana, nata dalla Resistenza non solo rifiuta ma ripudia, non riconosce più come proprio qualcosa che lo era fino a quel momento.

La retorica fascista aveva celebrato la guerra per quasi 20 anni, dalla scuola al cinema. Aveva celebrato le vergognose imprese coloniali e presentato massacri spregiudicati come vittorie gloriose.

L'Italia repubblicana nella sua Costituzione indicava un radicale cambio di rotta, assumeva una scelta opposta a quella fatta anni prima dal fascismo e dalla monarchia.

Il 25 aprile celebriamo la vittoria ma soprattutto ravviviamo il ricordo di una scelta. Da una parte i fascisti, dall'altra gli antifascisti. Da una parte l'Italia della guerra, del razzismo, dell'antisemitismo, della dittatura, dall'altra l'Italia della pace, della democrazia, dell'uguaglianza, della libertà.

Per questo il 25 aprile fa ancora paura. Perché ci pone, di nuovo, davanti alla necessità di fare delle scelte, seppur meno drammatiche di quelle del 1945 altrettanto sostanziali.

Il 25 aprile quest'anno lo dedichiamo alla pace, ad alimentare, attraverso il ricordo, le ragioni del perché l'Italia ripudia la guerra.

a presto,
Lorenzo

 

 

PS: Viste le polemiche su un uso "parziale" dell'articolo della Costituzione qui lo trovi in versione integrale.

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Il testo è chiarissimo. L'Italia ripudia la guerra sia come strumento di offesa sia come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Non solo, consente anche limitazioni alla sovranità pur di assicurare la pace e promuove e favorisce le organizzazioni dedicate a questo scopo, cioè l'ONU.

 

 

Lorenzo Azzolini
http://www.genovacheosa.org/


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