SULLA VIA DEL CORALLO

 

Tunisia-Genova. Film sulla via del Corallo del regista Habib Mestiri. “Tabarca, la storia del mare che unisce”. Futura Tv satellitare Mediterranea? (A. Martinengo)

I primi coloni genovesi nel Mediterraneo


In occasione della festa nazionale della Repubblica di Tunisia, (66esimo anniversario dell’indipendenza dalla Francia), la Compagnia Genovese d’Oltremare, nell’ambito delle iniziative che ricordano l’epopea tabarchina e la via del corallo e rinnovano il gemellaggio tra i Comuni di GenovaCalasetta e Carloforte, ha inserito la proiezione presentata ieri alla Sala Sivori, della prima nazionale dell’importante lungometraggio “Tabarca – La storia del mare che unisce”. D’intesa e in collaborazione con il Consolato di Tunisia a Genova (con il patrocinio di Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova e Comune di Genova). A moderare l’evento Maurizio Daccà, componente del consiglio di amministrazione del Mu.MA.

S.E. Omar Amine Abdallah, Console di Tunisia a Genova (secondo da sinistra) con Signora e Maurizio Daccà, con Signora, Componente del Consiglio di Amministrazione del Mu.MA. alla prima del film

All’evento hanno partecipato, oltre all’Assessore alla Cultura Barbara Grosso, il consigliere comunale Mario Mascia, il Console di Tunisia a Genova Omar Amine Abdallah, il Presidente della Compagnia Genovese d’Oltremare e Ambasciatore di Genova nel Mondo Enrico Ottonello Lomellini di Tabarca, il regista tunisino del film Habib Mestiri, il produttore Ennio Pontis ed altre Autorità.

Trailer del documentario «Il mare che unisce. L’epopea dei tabarkini» di Habib Mestiri

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La Società produttrice italiana 7th Art International Agency è da sempre orientata alla realizzazione di prodotti culturali e filmici che riguardino il bacino mediterraneo, tant’è che da molti anni è curatrice del “Levante International Film Festival”.

Isola di Tabarka in Tunisia nel 17 Secolo






In questa ottica ha preso visione prima, e acquisito poi, i diritti di utilizzazione del soggetto e degli elaborati della docu-fiction “Tabarca – La Storia del mare che unisce”, progetto realizzato in collaborazione con la Compagnia Genovese d’Oltremare e a cui è interessata anche la Free Productions, società di produzione tunisina. Insieme si sono valutati i risvolti culturali, storici e quelli di diffusione del prodotto, decidendo di sviluppare il progetto da realizzare in coproduzione.

L’intervista al Presidente della Compagnia Genovese d’Oltremare e Ambasciatore di Genova nel Mondo, Enrico Ottonello Lomellini di Tabarca al TG di Telecity News 24

Tabarca e il cinema: l’Epopea tabarchina si racconta

Gli aspetti culturali e storici sono di un enorme interesse e rilevanza, in quanto sono la classica rappresentazione della valenza del Mar Mediterraneo quale mezzo di unione tra le terre che vi si affacciano. Cosa che è sempre stata, nel bene e nel male, un luogo di incontro/scontro che ha promosso lo sviluppo di una grande cultura.

Ecco la Tunisia di Habib Mestiri,  produttore cinematografico e televisivo, regista tunisino del film: Tabarca. La storia del mare che unisce”.

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La storia che si racconta ne rappresenta appunto l’esempio. Inoltre, i Tabarquins o “Tabarchini”, come venivano chiamati nei registri tunisini fino alla fine del diciottesimo secolo, crearono una società originale che prese in prestito dall’ambiente locale alcuni dei suoi stili di vita ed elementi della sua cultura. Molti di loro, le cui élite sono diventate bilingue, hanno avuto la loro lingua madre arricchita con parole e concetti presi in prestito dalla lingua araba e dai popoli nativi.

Ciò ha permesso ad alcuni, quando la stazione commerciale fu distrutta nel 1741, di integrarsi nella società tunisina, trovare posti di lavoro nella misura delle loro competenze e formare il nucleo della comunità cristiana di Tunisi, rimanendo in contatto con chi, spostandosi dalla Tunisia, ha fondato le tre “nuove” Tabarka, Carloforte e Calasetta, in due isole nel sud-ovest della Sardegna e Nueva Tabarca, al largo di Alicante, in Spagna.

Habib Mestiri in un’intervista su La Repubblica dell’8 Dicembre 2021 di Raffaella Capriglia, afferma: “…Il cinema unisce i popoli e aiuta la democrazia: difendiamolo“. “…Non c’è vera democrazia, se non c’è la cultura. Nel contesto globale del cinema commerciale, che sta invadendo tutti gli schermi, lasciando poco spazio per cinema d’autore, penso che queste siano occasioni molto importanti per promuovere lo stesso cinema d’autore”.

Habib Mestiri, è stato nella giuria della Mostra del Cinema di Taranto, ed è tra i fondatori del Primo Canale di Cinema Arabo in Italia‘Orbit al Oula’, dopo una lunga esperienza televisiva segnata da numerosi premi in Italia, lavora nel cinema tunisino sulle tracce dell’arte e della storia.

Perché ha scelto di partecipare alla Mostra del Cinema di Taranto? “Perché mi interessa il cinema d’autore in generale, che cerca di esprimere delle idee e dei concetti. Ho trovato che la Mostra del Cinema di Taranto è un’occasione per far vedere queste esperienze cinematografiche in tutto il mondo; un’occasione di confronto, in cui valutare assieme ai registi le esperienze fatte anche in altri territori e luoghi”.

Il cinema unisce i popoli? “Assolutamente sì: è un’espressione umanitaria mondiale. Pensiamo che il cinema ha iniziato come cinema muto, senza lingua e senza suono. Erano solo immagini ed emozioni. Oggi può essere sempre un mezzo per promuovere il dialogo tra l’umanità e combattere le egemonie e la distruzione. Ha il compito di elevare il pensiero, la riflessione, e dare allo spettatore argomenti di discussione ed analisi; combattere le guerre, i conflitti ed i pregiudizi”.

L’arte ha dunque una funzione sociale e politica. E lei ha contribuito a fondare il primo canale arabo in Italia? “Abbiamo iniziato nel 1994. Era una forma di risposta culturale alla Guerra del Golfo e alla situazione dell’epoca. È stata la prima finestra del mondo arabo sul mondo, la prima piattaforma digitale mondiale che trasmetteva dall’Italia per i Paesi arabi. Sulla piattaforma c’erano vari canali, tra cui uno dedicato al cinema, in cui lavoravo io, per il quale abbiamo scelto molto spesso dei film d’autore. Negli anni, abbiamo comprato dei film che erano censurati nei Paesi arabi, li abbiamo ristrutturati e mandati in onda. Nei Paesi del Golfo, il cinema, in quegli anni, non esisteva, abbiamo creato lo stesso come struttura sociale degli stessi. Era una vera finestra culturale, non solo un canale”.

E oggi? “Oggi la situazione è diversa da un Paese all’altro, ma ci sono grandi cambiamenti. Per esempio, in Arabia Saudita hanno aperto i cinema con ingressi misti, donne e uomini, cosa che prima non esisteva, erano ingressi separati”.

È una forma di progresso democratico? “Ovviamente i Paesi si sono aperti perché c’è il consumismo, ci sono i governi delle multinazionali. Io credo che la libertà di pensiero sia un cammino ancora da fare. C’è da percorrere un cammino culturale e politico. Non c’è ancora una vera democrazia, ma si deve iniziare dalla cultura. La democrazia, senza cultura, non può esprimersi e dare un buon risultato: deve essere una crescita collettiva, passo dopo passo. Non è un vaccino, che si somministra e da un giorno all’altro fa diventare la società democratica, è un cammino da percorrere insieme”.

Possiamo definirla un italo-tunisino? “Sono nato a Chebba, nel centro della Tunisia, 62 anni fa. Sono della generazione che ha iniziato con il Super 8 e siamo arrivati al 4K. Sono arrivato in Italia negli anni ’90, per il progetto del canale cinematografico, cercavano delle persone e io ero un giovane regista: mi hanno scelto per partecipare a questo progetto, e da lì è iniziata la mia permanenza da più di vent’anni in Italia. Quando sono in Italia vivo a Roma. Faccio avanti e dietro per progetti tra Italia e Tunisia”.

Qual è stato il livello dei film in concorso a Taranto? Li ho visti tutti, ci sono tante proposte diverse e interessanti, dal film storico alla fantasia. Molto interessanti sono i documentari. La creazione cinematografica è presente. Nei progetti dei giovani registi sembra che ci sia una ricerca molto viva nel cinema italiano. È un buon segno, qualcosa uscirà fuori, anche come risposta al cinema commerciale”.

È una missione dei registi difendere il cinema? “Sì, se i registi non difendono attraverso i loro film il cinema, lo stesso diventerà come ‘pop-corn’. Il cinema come arte non esisterà più. È compito dei registi sfidare il mercato e difendere il cinema come arte. Prenda l’esempio della pittura: si pensava che scomparisse, invece ci sono ancora i pittori che hanno portato avanti la loro arte. Il cinema deve trovare il modo di non raccontare storie di consumo, ma dirigere lo sguardo verso il cinema indipendente, con storie che raccontano la profondità, l’interiorità, l’uomo e dare, al contempo, un’immagine e una traccia artistica di qualità. Come la pittura, anche i film possono essere atemporali, universali, raccontare l’eternità come i grandi classici della letteratura”.

Verrà prossimamente a Taranto per altri progetti? “Certo, posso anticipare che sarò a Taranto per un progetto per raccontare la storia della Rai in Tunisia. Il primo canale che, negli anni ’60 e ’70, ha trasmesso in Tunisia, prima della Tv tunisina, è proprio la Rai. Noi siamo cresciuti con Carosello, Raffaella Carrà, Pippo Baudo. La Rai è stata la finestra dei tunisini sul mondo”.

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Nel 2023, Habib Mestiri regista di un nuovo canale satellitare itinerante nel Mediterraneo con Olisat Television?  

Se oltre all’Italia, Tunisia e Spagna si volessero coinvolgere tutti i Paesi del Mediterraneo, basterebbe creare i giusti presupposti e dare vita all’ipotesi di un recente progetto-pilota satellitare sfidante: “Biblomed24 – Stella del Mediterraneo”, già elaborato dall’Architetto genovese Marco Alberto Olivieri, Presidente di Olisat Television di Londra.  Un primo canale trasmesso in diretta da bordo di un veliero o nave che avrebbe il compito di visitare tutti i porti via mare del Mediterraneo e raccogliere e trasmettere tutte le peculiarità delle aree toccate, la loro situazione attuale, il passato e le prospettive future. Un’imbarcazione nata per favorire, alimentare e contribuire la cooperazione tra tutti i Paesi del grande bacino.



"La Signora del Vento”, il Veliero d’Epoca ormeggiato a Genova












Chi è e che cosa ha fatto Olisat Television di Londra al link:

Olisat. La sfida satellitare del genovese Marco Alberto Olivieri - FarodiRoma


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