COME COSTRUIRE UN FUTURO LIBERO DALLA GUERRA

 


Martedì 2 maggio alle ore 11:00 oltre 600 studenti delle scuole italiane secondarie di secondo grado parteciperanno al webinar organizzato da Fondazione Umberto Veronesi nell’ambito del progetto “Science for Peace and Health”.


LA CARTA DI SCIENCE FOR PEACE

Come costruire un futuro libero dalla guerra


Sottoscritta da sei Premi Nobel, numerosi scienziati e uomini di cultura, la Carta di Science for Peace è un documento redatto da un team di genetisti, sociologi, filosofi per contrastare il principio di ineluttabilità della guerra. Oggi ritrova la sua attualità.


Il prossimo 11 novembre nuovo appuntamento con la 14esima edizione della Conferenza Mondiale Science for Peace and Health che affronterà i temi delle differenze e diseguaglianze sessuali e di genere. Per maggiori informazioni sul progetto www.scienceforpeace.it


Milano, 27 Aprile 2022 - Martedì 2 maggio alle ore 11:00 oltre 600 studenti delle scuole italiane secondarie di secondo grado parteciperanno al webinar organizzato da Fondazione Umberto Veronesi nell’ambito del progetto “Science for Peace and Health”. Modera l’incontro la giornalista Giulia Innocenzi con gli interventi di Alberto Martinelli, Professore emerito di Sociologia e Scienza Politica all’Università Statale di Milano, Carlo Alberto Redi, Professore di Zoologia all’Università degli Studi di Pavia, Domenico De Masi, Professore emerito di Sociologia del Lavoro all’Università di Roma “La Sapienza”. I relatori discuteranno intorno ai seguenti interrogativi: la guerra è una necessità evolutiva?; l’essere umano è solo aggressività e competizione oppure un intreccio di disposizioni, tra cui altruismo e cooperazione?; come pensare realisticamente una pace giusta e duratura nell’attuale assetto globale?; come ridurre e finalmente mettere al bando le armi nucleari?


Questi temi intendono rilanciare i contenuti e gli obiettivi della Carta di Science for Peace pensata per contrastare il principio dell’ineluttabilità della guerra, concetto che non poggia su alcuna base scientifica. “È stato notato come spesso aggressività e cooperazione convivano: la prima si manifesta nei conflitti fra gruppi sociali rivali, per la riproduzione e per le risorse; la seconda prevale invece all’interno dei gruppi per mantenere la coesione sociale, ridurre gli effetti dell’egoismo individuale dei “battitori liberi”, e incanalare l’aggressività in ritualizzazioni non letali” – osserva Marco Annoni, Coordinatore del Comitato Etico Fondazione Veronesi - “Ma le ambiguità che ereditiamo dalla nostra storia di specie, il peso dell’evoluzione culturale e gli intrecci non lineari fra geni e contesti ecologici e sociali rafforzano quel principio di cautela che suggerisce di non cercare nella natura il fondamento, o la giustificazione, né di presunti comportamenti “normali” (siano essi oscuri e violenti o pacifici, dato che l’unica norma in natura sembra essere semmai la grande diversità di strategie contingenti), né delle nostre speranze (verso, per esempio, un’edificante natura umana esclusivamente pacifica e cooperativa, poi corrotta dalla civilizzazione), né tanto meno delle norme morali che liberamente decidiamo di condividere. Se cade la categoria deresponsabilizzante della necessità biologica, significa che siamo liberi (e responsabili) di scegliere fra invenzioni sociali differenti. La biologia non ci condanna alla guerra e alla violenza, ma pone le nostre menti dinanzi a una gamma di scelte diverse. La violenza e la guerra non sono necessarie”, conclude Annoni.


Negli anni, la Carta è diventata un efficace strumento educativo che la Fondazione Umberto Veronesi promuove nelle scuole di ogni ordine e grado a livello nazionale, per diffondere tra i giovani e i giovanissimi una cultura di dialogo e di non violenza. Nel 2011 il filosofo della scienza Telmo Pievani ha elaborato otto percorsi didattici multidisciplinari per diffondere una cultura di non violenza nelle scuole secondarie di secondo grado. Per attualizzare nel quotidiano i 10 punti promossi dalla Carta, le pedagogiste e ricercatrici Monica Guerra e Franca Zuccoli dell’Università Bicocca di Milano hanno ideato un poster, diversamente declinato in base ai diversi cicli di istruzione. Un appello all’analogico – in quest’epoca digitale in approdo al metaverso – per ribadire la necessità di un contatto reale e visivo con il decalogo, posto sotto gli occhi degli studenti durante la permanenza in classe.


Ogni scuola può usare il decalogo della Carta quando ne ha bisogno. Come gruppo classe o come singoli, gli studenti possono scegliere di concentrarsi su qualche punto specifico” – sostiene Monica Guerra, pedagogista presso l’Università Bicocca di Milano e co-autrice della Carta – “Il poster è un modo per parlare di qualcosa che sta succedendo. Purtroppo, adesso è in corso una guerra vera, molto vicina a noi. Ma in ogni momento della quotidianità accadono episodi in cui siamo chiamati a scegliere. Il poster vuole stimolare la parola in tutte quelle situazioni cooperative o aggressive che si possono generare, sostenendo in questo modo il diritto – dovere di discuterne”.


Nei poster gli obiettivi della Carta sono ripresi e riadattati da diversi punti a seconda dell’età e del livello scolastico, con l’aggiunta di domande che hanno a che fare con la quotidianità, anche scomode. Come ad esempio: ci sentiamo sempre trattati con rispetto a scuola? Il modo peer-to-peer con cui si parla sostiene una cultura di pace? Come abitiamo i posti collettivi nel quotidiano?Non è propriamente contro il bullismo a scuola, ma abbiamo pensato alla Carta anche come a uno strumento che possa stimolare domande su determinati stati d’animo così che i bambini e i ragazzi possano avere uno strumento in più per capirsi e confrontarsi”, aggiunge Guerra.


Ufficio Stampa Fondazione Umberto Veronesi

Elisa Invernizzi | elisa.invernizzi@fondazioneveronesi.it | 02 76018187 | 338 1280733


Ufficio Stampa Science for Peace and Health

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Raffaella Tosi | 392 5255057

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