LA PACE di PABLO PICASSO da MEMORIACONDIVISA

 


Quando Éluard scrive la pace e Picasso la disegna. Pubblicati nel 1951 all’interno della raccolta “Pour la paix, le visage de la paix et autres poèmes de Paul Éluard en dialogue avec des oeuvres de Pablo Picasso”, questi versi parlano al cuore di chiunque li legga, ed esprimono il desiderio di una pace sincera e duratura. Scopriamoli insieme.

“Il volto della pace”

Conosco tutti i luoghi dove abita la colomba

e il più naturale è la testa dell’uomo.

L’amore della giustizia e della libertà

ha prodotto un frutto meraviglioso.

Un frutto che non marcisce

perché ha il sapore della felicità.

Che la terra produca, che la terra fiorisca

che la carne e il sangue viventi

non siano mai sacrificati.

Che il volto umano conosca

l’utilità della bellezza

sotto l’ala della riflessione.

Pane per tutti, per tutti delle rose.

L’abbiamo giurato tutti.

Marciamo a passi da giganti.

E la strada non è poi tanto lunga.

Fuggiremo il riposo, fuggiremo il sonno,

coglieremo alla svelta l’alba e la primavera

e prepareremo i giorni e le stagioni

a seconda dei nostri sogni.

La bianca illuminazione

di credere tutto il bene possibile.

 

L’uomo in preda alla pace s’incorona di speranza.

L’uomo in preda alla pace ha sempre un sorriso

dopo tutte le battaglie, per chi glielo chiede.

Fertile fuoco dei grani delle mani e delle parole

un fuoco di gioia s’accende e ogni cuore si riscalda.

La vittoria si appoggia sulla fraternità.

Crescere è senza limiti.

Ciascuno sarà vincitore.

La saggezza è appesa al soffitto

e il suo sguardo cade dalla fronte come una

lampada di cristallo

la luce scende lentamente sulla terra

dalla fronte del più vecchio passa al sorriso

dei fanciulli liberati dal timore delle catene.

Pensare che per tanto tempo l’uomo ha fatto

paura all’uomo

e fa paura agli uccelli che porta nella sua testa.

Dopo aver levato il suo viso al sole

l’uomo ha bisogno di vivere

bisogno di far vivere e s’unisce d’amore

s’unisce all’avvenire.

La mia felicità è la nostra felicità

il mio sole è il nostro sole

noi ci dividiamo la vita

lo spazio e il tempo sono di tutti.

L’amore è al lavoro, egli è infaticabile.

Eravamo nel millenovecento diciassette

e conserviamo il senso

della nostra liberazione.

Noi abbiamo inventato gli altri

come gli altri ci hanno inventato.

Avevamo bisogno gli uni degli altri.

Come un uccello che vola ha fiducia nelle sue ali

noi sappiamo dove conduce la nostra mano tesa:

verso nostro fratello.

Colmeremo l’innocenza

della forza che tanto a lungo

ci è mancata

non saremo mai più soli.

Le nostre canzoni chiamano la pace

e le nostre risposte sono atti per la pace.

Non è il naufragio, è il nostro desiderio

che è fatale, e la pace inevitabile.

L’architettura della pace

riposa sul mondo intero.

Apri le tue ali, bel volto;

imponi al mondo di essere saggio

poiché diventiamo reali,

diventiamo reali insieme per lo sforzo

per la nostra volontà di disperdere le ombre

nel corso folgorante di una nuova luce.

La forza diventerà sempre più leggera

respireremo meglio, canteremo a voce più alta.

Una poesia che parla al cuore

 

   


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