VIOLENZA CONTRO LE DONNE
ELISA CAPONETTI: Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità
Quello della violenza è un
problema reale, che, però, solo in tempi recenti ha acquistato dignità
giuridica. Ma che cos’è, esattamente, la violenza? Come si espleta? Come si
contrasta? Come si può intervenire onde evitare una tragica deriva? Quali sono
i comportamenti da adottare nei confronti delle vittime? E nei confronti dei
carnefici?
Il testo di Elisa Caponetti, nel rispondere a queste domande e attingendo ai
fondamentali contributi dell’Avv. Maria Letizia Sassi e del Questore Ricifari,
offre notevoli spunti di riflessione e importanti testimonianze, intese, in
particolare, a comprendere che cosa spinga tante donne e uomini a non
denunciare e come si possa fare prevenzione in un ambito così complesso.
Introduzione
Il libro “Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità”
nasce dal desiderio di voler condividere con i lettori, la mia esperienza quasi
trentennale nella trattazione e gestione di casi aventi ad oggetto questo tema
così attuale e così delicato.
Ho deciso di provare a dare voce ad alcune tra le tante storie
raccolte nel corso della mia attività professionale. Sono una psicologa
giuridica e psicoterapeuta che opera sia in ambito clinico che giuridico
forense. Mi trovo così a ricevere nel mio studio sia chi subisce situazioni di
violenza e maltrattamento, sia chi vive contesti di alta conflittualità ma a
volte anche chi i soprusi li agisce. Ed è così che mi ritrovo ad ascoltare
donne ma anche uomini che raccontano le loro storie con i loro drammi, i loro
sogni, le loro paure, le loro fragilità, ma anche i loro traumi, che in fondo
rappresentano le inquietudini dei nostri giorni. Riuscire sempre a leggere la
violenza nella sua complessità, senza banalizzazioni e generalizzazioni, è il
mio approccio ed al contempo la mia grande sfida. Nulla va mai dato per
assodato.
Parlando di violenza, ho deciso di dedicare un approfondimento
al ruolo assunto dalla dimensione culturale e sociale di cui siamo
costantemente permeati, a volte nella più totale inconsapevolezza, ma ho
ritenuto di dover dedicare ampio spazio anche ai diversi volti della violenza e
questo per far meglio comprendere che esistono differenti manifestazioni e
forme di realizzazione della stessa: contro le donne (la violenza sessuale,
quella psicologica, i maltrattamenti, le minacce di aggressione, le
intimidazioni, gli atti persecutori, la violenza economica, fino ad arrivare
all’omicidio volontario); contro gli uomini; ai danni dei soggetti più fragili
come i bambini, i ragazzi ma anche gli anziani. Ovviamente sono tutte forme di
violenza condannabili e che possono creare conseguenze diverse, alcune più
dannose di altre. Si pensi all’utilizzo dell’acido. È qualcosa di terribile.
L’autore di violenza agisce premeditatamente e getta una sostanza corrosiva
addosso alla vittima con il preciso intento di mutilarla e deturparla per
sempre. Una forma di tortura di una ferocia inaudita e che può portare anche
alla morte o alla cecità, lasciando per sempre i segni della violenza sia sul
corpo che sulla mente, danneggiando irrimediabilmente l’esistenza futura della
vittima.
Non è quindi possibile tracciare un profilo psicologico univoco
dell’uomo che agisce violenza. Cambiano gli agiti violenti e le persone non
sono tutte uguali. È importante ricordare che la violenza ha una dimensione
mondiale ed è riconosciuta dalla comunità internazionale come una violazione
fondamentale dei diritti umani. Purtroppo è un fenomeno al momento ancora
sottostimato (ancor di più quella agita dalle donne nei confronti degli uomini)
in quanto in gran parte sommerso nonostante ad oggi appaia un tema talmente
alla ribalta da poter essere considerato come facilmente riconoscibile e
censurabile.
Molto spesso si parla dell’autore del reato dando risalto al
crimine commesso, raramente si studia e si dà voce alla vittima. Questo libro
vuole offrire quindi non soltanto spunti di riflessione su questo complesso
tema in favore di chi, come me, svolge la propria attività in campo forense e
criminologico, ma vuole avere anche l’ambizione di riuscire a suscitare una
qualche forma di consapevolezza in tutti coloro che si trovano a vivere una
situazione di violenza (e purtroppo sono tanti) e che hanno difficoltà a
riconoscerla o a chiedere aiuto.
Per raggiungere questo obiettivo, ho dato spazio al racconto di
alcune storie di donne che ho incontrato nel mio cammino, anche se ho trattato
comunque altre forme di maltrattamento, non limitandomi a quello di genere. Ho
scelto anche di inserire due storie di violenza raccontate dagli stessi
protagonisti che l’hanno subita. Si tratta di due forme di soprusi
completamente diversi: il primo agito principalmente psicologicamente (da un
uomo su una donna), nel secondo, noto fatto di cronaca, la violenza è culminata
fisicamente con una ferocia inaudita (da una donna ai danni di un uomo) ma
entrambi i racconti sono altrettanto drammatici, anche se ovviamente hanno
avuto risvolti ed esiti completamente diversi. Vi sono inoltre contributi
importanti, a partire da Roberta Beta e Giuseppe Morgante, che hanno raccontato
loro stessi la loro storia. C’è anche un’intervista a Filomena Lamberti, donna
di grande forza e coraggio, colpita dall’acido. Ma ci sono anche rilevanti
contributi offerti da professionisti che come me, si occupano di violenza e di
agiti criminali. Un ringraziamento va quindi a loro, per gli importanti
contributi offerti.
L’Avvocato Maria Letizia Sassi, penalista del Foro di Roma,
oltre a richiamare il corretto approccio che il legale dovrebbe tenere dinanzi
ad ogni caso di violenza sottoposto alla propria attenzione, ha dato spazio
(nel rispetto dello spirito narrativo e non esclusivamente “ tecnico” cui il
libro è improntato), anche alle storie raccontate da alcuni suoi assistiti che
hanno vissuto due tipologie di violenza diverse tra loro ma ugualmente
terribili e schiaccianti. Ha così dato testimonianza di quello che è il
contesto, l’iter legale e giudiziario che hanno dovuto affrontare e che hanno
superato inviata sempre di un traguardo più importante, quello di uscire da un
“circolo” che ha bloccato il proprio vivere.
Il Dr. Emanuele Ricifari, Questore di Caltanissetta, ha messo in
risalto l’esperienza del poliziotto che passa sia attraverso una sensibilità
costruita insieme alle donne vittime, sia grazie alle poliziotte investigatrici
e operatrici sociali. Ciò ha insegnato che un’investigazione di successo deve
necessariamente passare dall’accoglienza della vittima e dal riscontro
minuzioso del suo vissuto e del contesto in cui è maturato. L’empatia con la
vittima è essenziale come lo è il misurato distacco professionale necessario
per giungere alla ricostruzione dei fatti che “tenga” al vaglio processuale. La
Polizia di Stato attraverso la specializzazione degli agenti che si occupano
dei casi di violenza domestica e di genere ha trovato grande aiuto nella logica
di rete con le agenzie sul territorio: psicologi, assistenti sociali,
associazioni antiviolenza. La vittima infatti va “accompagnata” nel percorso
che va dalla denuncia al post processo, in fasi e momenti in cui vive una
fragilità non solo emotiva ma spesso anche materiale.
In ultimo, ma non certo per importanza, voglio esprimere il mio
ringraziamento per la sua prefazione a Gian Marco Chiocci, direttore di
Adnkronos, già direttore de Il Tempo, da sempre impegnato in prima linea
nell’affrontare questi importantissimi temi. Se dalla lettura di questo libro
si attiverà una richiesta di aiuto, anche solo da parte di una vittima di
violenza, questo per me sarà già un gran successo.
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