MARIA ALTOMARE SARDELLA VINCE IL PREMIO DANTE ALIGHIERI al Concorso Città di Ascoli Piceno



Bea” 
racconto di MARIA
 ALTOMARE
 SARDELLA 
tratto dalla raccolta 
 “NUOVE 
DALL’HINTERLAND”,  
Edizioni Il Rio 2020


Silenzio surreale sotto le luci sintetiche nell’ultima classe del corridoio al secondo piano del Liceo Parini. La nebbia di Brianza avvolge l’edificio e il mondo, solitamente già distante oltre i vetri delle finestre, stamattina sembra addirittura svanito agli occhi dei trenta studenti di quinta T.

Gli zaini sono stati ammucchiati lungo una parete, i cellulari consegnati; vocabolario e fogli bianchi sul banco, penna in mano, capo chino. Compito in classe: l’umano e il divino nella poesia di Dante.

Il non più giovane professor A. si aggira fra i banchi con passo felpato. Oggi sarà impossibile copiare, impossibile farsi aiutare.

Kevin, seduto al primo banco della fila accanto alla porta, è deciso: troverà, come altre volte, il modo di far giungere il compito alla sua Bea, seduta tre posti dietro di lui. “Ci puoi scommettere, professore!” pensa il ragazzo, sfidando l’adulto, mentre incrocia il suo sguardo severo. Pare udirsi, di rimando nell’aria, la risposta tagliente del professore: “Stavolta non ci riuscirai!”

Kevin ha meno di tre ore per svolgere due elaborati diversi sulla stessa traccia e ricopiare in bella. È concreto il rischio di non farcela. Il ragazzo socchiude gli occhi, scaccia l’ansia: occorre essere lucido. Respira a fondo, raccoglie le energie. La luce verde nello sguardo di lei, le note cristalline della sua risata, i suoi capelli profumati gli vengono in aiuto, inondano la pagina vuota e la mente si fa leggera. Il pensiero va a sedersi accanto a Bea, le sfiora la mano. “Non avere paura, – le sussurra – svolgerò per te un tema bello come sei tu”. La penna per magia comincia a scrivere: «In un’epoca in cui la tecnologia moltiplica i poteri dell’uomo, il fascino di Dante resta immutato. È impossibile non amare la forza del suo pensiero, ma anche la passione, la sincerità e la coerenza che si respirano percorrendo i suoi versi…»

Il docente, intanto, è in piedi alle sue spalle, deciso a non allontanarsi, perché oggi Bea dovrà consegnare in bianco. “Come volevasi dimostrare, signorina!” pregusta di poterle dire con un sorrisino ironico l’indomani, quando le restituirà la verifica col suo bel due fiammante.

“Ti stancherai” pensa, invece, Kevin.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona” recitano i pensieri del professore, che guarda verso le finestre oltre cui i banchi di nebbia stanno prendendo strani contorni, gli sembra. “Sciocco ragazzo, – vorrebbe dire al suo allievo – non ti sei accorto di quanto è superficiale lei? Perché non studia, invece di appoggiarsi a te?”

Molti studenti scrivono, alcuni consultano il vocabolario, altri meditano, immobili, in cerca di idee. Beatrice, la ragazza del Rosso – così i compagni chiamano Kevin, per il colore dei suoi capelli – scarabocchia frasi senza senso. Raggomitolata sul banco, lascia che la lunga e riccioluta chioma scura le nasconda il visetto carino, la cui espressione di sicuro alterna il terrore per la traccia astrusa alla speranza che il suo ragazzo l’aiuti. Appare flessuosa e indifesa, fragrante di sonno, odorosa di vento al giovane innamorato, quando la mattina arriva trafelata a scuola col motorino e con le movenze di un angelo si toglie il casco davanti a lui, che l’ha aspettata, rischiando la nota per ritardo, pur di poterla scortare, orgoglioso e protettivo, su per le scale che conducono all’aula.

“Bea, ce la faremo” la incoraggia Kevin col pensiero.

Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia’ cadenza la mente del professore, che non si è spostato di un centimetro.

“Resta pure a guardarmi. Per adesso non occorre che tu te ne vada” pensa il ragazzo.

Kevin è uno dei migliori studenti dell’istituto. Vuole ottenere una borsa di studio per l’università, solo così potrà frequentarla.

“Cos’è? – si sta chiedendo il docente – Che cosa spinge questo ragazzo a rischiare una sanzione disciplinare per lei? Perché mette a repentaglio i sogni per cui lotta duramente da cinque anni?”

Qualche volta li osserva, mano nella mano, durante l’intervallo. Niente, né gli abiti né i gesti, né i discorsi li distinguono dagli altri loro coetanei. Eppure, quando sono insieme, riescono ad attraversare indenni il tripudio di forme, colori e suoni in cui, come tutti, sono immersi. E nel quotidiano frastuono, che a volte sa di nulla, il loro sentimento ossigena anche chi sta loro intorno. Quando Beatrice piange per un brutto voto o per qualche altro sconforto, Kevin è angosciato più di lei per la sua disperazione. Ma perché? Cosa, in lei, innamora questo giovane che già progetta con chiarezza il proprio futuro? Dov’è la chiave di questo mistero?

Lei è venuta da cielo in terra a miracol mostrare’ suggerisce allora Dante al professore, che non ha più diciotto anni da tantissimo tempo e da solo non riesce a darsi una risposta, forse perché il suo cuore, ogni giorno un poco, s’è come appisolato.

Dicono che il cuore non invecchi mai, allora com’è che il suo tace? L’anziano docente sospira. A stare fermo, il dolore all’anca destra, di solito tollerabile, è diventato acuto, perciò cambia spesso posizione. Tra poco sarà costretto a fare qualche passo. Kevin lo nota e sorride.

“Anticipando di secoli Shakespeare e Freud, – scrive il ragazzo – nella narrazione del suo fantastico viaggio attraverso i tre regni dell’oltretomba, Dante indaga un’umanità che sprofonda nella dannazione di quella «matta bestialitade» di cui ha orrore, ma da cui, sembra, non riuscirà mai a liberarsi. L’uomo trova, poi, nella consapevolezza del proprio stato, la speranza di poter sollevare lo sguardo verso una Luce e una Grazia che, se sono inconoscibili e ineguagliabili, pure consolano, perché, donate dall’amore di Cristo, non sono più irraggiungibili”.

Il professore guarda sempre più a lungo verso le finestre. Ora è veramente stanco, la circolazione si bloccherà, se non si muove.

“Non andartene adesso! – gli ordina mentalmente il ragazzo – “Non ho finito”.

La mano di Kevin corre sulla carta. Beatrice sa che quando si accarezzerà la nuca il tema sarà pronto e dovrà essere svelta a prendere il foglio che lui le allungherà appena il docente si sarà distratto.

Il professore dà un veloce sguardo all’orologio al polso: la prima ora volge al termine. Mentre la mattina avanza, fuori la nebbia diventa più fitta. A guardarla bene, sembra stia prendendo forma un mondo intero. “Potrebbe essere Ponte Vecchio, sotto magari vi scorre l’Arno. – si racconta e, dimenticando di doversi mostrare inflessibile, sorride, perché Firenze sembra davvero al di là dei vetri stamattina – Magari siamo stati ‘presi per incantamento e siamo stati messi in un vasel al voler vostro e mio’ … ”.

“È la possibilità del cambiamento che rende sopportabile all’essere umano la propria riconosciuta ferinità, – scrive concitato Kevin – ma è guardando oltre se stesso che l’uomo può prima tentare di immaginare, poi desiderare, infine sfiorare Colui che sa essere il Creatore da cui è amato e che vuole, a sua volta, disperatamente, imparare ad amare. È così che l’uomo riesce ad attuare il passaggio dall’ancestrale «bestialitade» a una sofferta e razionale umanità”.

Il ragazzo alza per un attimo gli occhi, vede il professore guardare verso le finestre. Gli fa male la mano, ma non può fermarsi. Non ode, lo sente nel suo, il battito del cuore di Bea che, fiduciosa, aspetta, e lui è un cavaliere dall’armatura d’argento, che galoppa nel vento sul suo destriero bianco e che tra qualche minuto saprà sfidare l’alito del drago per amore della sua bella.

Non meno eroico, il professore non abbandona la mattonella su cui posa i piedi, mentre fantastica su Ponte Vecchio nella luce del tramonto. Vede illuminarsi le vetrine dei suoi negozi; vede i viandanti prendere consistenza; vede l’uomo dell’edicola che vende un quotidiano e una sottile brezza di primavera gli avvolge il cuore. La quinta B era in gita, tantissimi anni prima, e su Ponte Vecchio lui e Lisa si sfioravano le labbra con i pudichi baci dei loro diciotto anni, incuranti delle sanzioni dei professori che, ora gli è chiaro, non per fortuna ma per benevola comprensione, guardavano altrove. A. sente sulle labbra il sapore fragile di quei baci antichi e di nuovo sorride, accarezzandosi la calvizie. Dunque, non è evaporata la sua capacità di provare emozioni; dunque c’è speranza, se stamattina un ricordo gli fa vibrare il cuore.

Da tutto ciò si può dedurre che la straordinaria grandezza della poesia dantesca sta nell’aver indicato con linguaggio forte e, via via che l’anima si evolve purificandosi, con rarefazione di immagini sensoriali che l’uomo compie pienamente se stesso solo quando lascia che il divino sbocci in lui. E questo può accadere se egli accetta di consegnarsi incondizionatamente, rinunciando persino alla ragione conquistata con fatica, a quell’ ‘amor che muove il sole e le altre stelle’, ovvero alla Potenza che, sola, può governare l’universo e in esso la vita di un essere che anela al divino, ma è costantemente in lotta con quel suo Io oscuro dedito al male. Un male che, se lo umilia e ferisce, innegabilmente lo attrae” conclude Kevin e posa la penna.

Umano e divino. Qui è il mistero.

“Cos’è più divino – si sta chiedendo il professore – di una ragazza che ama il suo eroe e gli affida tutta se stessa per il resto della vita? Dante, vecchio amico, se intervengo adesso, Bea vedrà che Kevin, infine, non ha poteri straordinari, ma è solamente un ragazzo che ce la mette tutta. Credi che l’incanto si spegnerà? E se così fosse, ‘monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch’è sul numero de le trenta’ non resterebbero deluse? Dobbiamo rischiare di distruggere questo miracolo? Non potrei, per una volta, derogare alle regole? Non potrei lasciare che Kevin vinca la sua piccola battaglia?”

Scoccano le 9.00 e, sul suono della campana, il professor A. si gira per dirigersi verso le finestre, irresistibilmente attratto dallo spettacolo che offrono. Kevin, fulmineo, passa il foglio a Bea.

“Ma ciò che è umano col tempo prevarrà. – continua a meditare il docente – Col tempo, irrimediabilmente, lei si accorgerà che il suo compagno è una creatura con mille difetti e limiti, proprio come tante altre. E allora? Allora, se nonostante tutto, continuerà ad amarlo e gli resterà accanto, allora, questo sì, sarà divino!”

L’uomo si gira verso la classe: «Beatrice! – chiama – Cestina quel foglio! Soltanto per oggi, fingeremo che non sia stato Kevin a passartelo!» aggiunge perentorio.

Bea, pallida, ubbidisce senza fiatare. Appallottola il foglio e, in meno di un minuto, le fatiche di Kevin finiscono nella carta da recupero. Il giovane studente, dal canto suo, non osa sollevare lo sguardo, sa che non è il caso di irritare il professore.

«Puoi farcela anche da sola, Beatrice!» dice ancora il professore, tornando a guardare ciò che succede su Ponte Vecchio.

La ragazza, rossa in volto, ingoia le lacrime, torna al suo posto e prende tremante la penna, per cominciare a scrivere sul serio questa volta.

Gli studenti si chiedono se è stata reale la nota di dolcezza che hanno avvertito nella voce del docente, decisamente insolita in questi casi. Ciò che non sanno è che, mentre il professore parlava, Lisa sorridente, da altri tempi, gli mandava un bacio sulla punta delle dita, appena qualche secondo prima che il ‘buono incantatore’ disperdesse in un colpo solo l’intera fitta nebbia.



MOTIVAZIONE:

Per essere riuscito/a cadenzare, con un registro proporzionato alla corrispondente tensione narrativa, la temerarietà, e quindi la sfrontatezza, di cui forse soltanto un cuore giovane può giovarsi. Tra le pieghe di questo testo, è ai versi e ai luoghi danteschi che si richiede di risolvere quel complesso crocevia che fa incrociare gli amori di un tempo con quelli della storia del racconto. 

Emanuele Di Silvestro

Dantista



VEDI ANCHE:

https://www.senzafine.info/2021/01/nuove-dallhinterland-di-maria-altomare.html 

https://www.senzafine.info/2021/04/teatro-volume-2-di-maria-altomare.html

https://www.senzafine.info/2021/01/nuove-dallhinterland-di-maria-altomare.html

https://www.senzafine.info/2021/02/stazione-centrale-tre-minuti-alle.html


BANDO III Edizione del Premio Letterario Nazionale Città di Ascoli Piceno (senzafine.info)

Commenti

Post popolari in questo blog

LA PACE di PABLO PICASSO da MEMORIACONDIVISA

LA PIU' BRAVA DEL REAME: SAMINA ZARGAR

CASA GREEN