TECNICA PITTORICA da James Hansen
Tecnica |
La tecnica pittorica non è più un argomento molto dibattuto. La storia dell’arte nell’ultimo secolo è stata largamente dominata dalla “concettualizzazione”, cioè dall’espressione visiva da parte del pittore di una sua idea, e non tanto dalla sua abilità di riproporla attraverso l'uso del pennello. Ivan Konstantinovič Ajvazovskij (1817-1900) si guadagnò in tutta la Russia una grande notorietà per la drammatica fedeltà con cui dipingeva il mare e l’abilità di catturare il dinamismo delle onde e il gioco della luce del sole o della luna sulla superficie dell'oceano. Oltre la metà dei suoi circa 6mila quadri rappresenta l’acqua in movimento. La cosa sorprendente è che, vivendo per larga parte della sua vita lontano dal mare, spesso dipingeva a memoria. Oggi Ajvazovskij è stato perlopiù dimenticato al di fuori dalla Russia, “vittima” del trionfo del realismo artistico sul romanticismo. Alla sua epoca era invece assai noto. L'espressione “degno del pennello di Ajvazovskij” - coniata da Anton Cechov per definire qualcosa di “davvero molto bello” - diventò comune nella lingua russa. Altri lo chiamavano il “Mozart del mare”. Nel corso della sua carriera, espose le sue opere in un totale di cinquantacinque mostre personali tra l’Europa e l’America. Quando il pittore lavorò a Parigi tra il 1856 e il 1857, fu il primo russo e il primo artista non-francese a ricevere la Légion d’honneur, come anche tributi simili in molte altre parti del mondo. Essendo armeno di nascita e naturalizzato russo solo in età adulta, scartò pubblicamente - buttandole in mare - le onorificenze avute dal Governo turco per rimarcare il suo disappunto davanti ai massacri ottomani operati nel suo paese d’origine. Il quadro che appare qui sopra - “Tra le onde”, del 1898 - è conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte che porta il suo nome a Feodosia, in Crimea. Wikimedia Commons propone una raccolta dei suoi “seascapes” qui.
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