ACQUA di Paolo D'Arpini


 La fonte di tutta la  vita  è l'acqua, per questo è importante che questo elemento non sia inquinato divenendo così portatore di morte. Le  prime culture umane che riconobbero il valore ed il significato archetipale dell’Acqua, sono quella Vedica dell'India, in cui si dichiara che la sorgente della creazione è l'Acqua, e l'antichissima civiltà cinese,  entrambe risalenti a  millenni ante-Cristo. 

In particolare, nell'antichissimo Libro dei Mutamenti cinese (I Ching), l'elemento Acqua è preposto alla comunicazione. Da esso nasce e si conserva la vita,  grazie alle sue proprietà di contenere “disciolte” in sé le informazioni e di essere assorbita, entrando così intimamente a far parte delle diverse sostanze, l’acqua è l’elemento di “comunicazione” delle informazioni medesime. 

Ecco da dove nasce la sacralità dell’acqua: può riportare in Terra la Luce, l’equilibrio ecologico, così come può trasmettere al Cielo tutto quello che noi facciamo in Terra. Considerando che questo elemento  garantisce la sopravvivenza di ogni essere vivente sul Pianeta  possiamo (e dobbiamo) ben sperare che l’auspicabile cambiamento in chiave ecologica che tutti ci attendiamo possa infine manifestarsi.

La Terra ha la possibilità di essere fecondata,  consentendo alla vita di germogliare, assorbendo l’acqua, convogliandola dove serve, conservandola negli incavi. La vita  nasce ove la Terra sa accogliere l’Acqua nel suo grembo. La conservazione dell’Acqua nei recessi è una azione consona alla Terra... ma non con avarizia bensì con la capacità di “rifocillare” al momento del bisogno, come fa un pozzo per l’assetato.

A questo proposito nell’I Ching l’esagramma N° 48 Il Pozzo…. nell’Immagine dice: “Sopra il legno vi è l’acqua. L’immagine del Pozzo. Così il nobile anima il popolo durante il lavoro e lo esorta all’aiuto reciproco”.

Ed ancora, nel commento: “…il pozzo é un’immagine dell’organizzazione sociale dell’umanità riguardante le basilari necessità della vita, che sono indipendenti da qualsiasi formazione politica. Le formazioni politiche, le nazioni mutano, ma la vita dell’uomo con le sue richieste, rimane la stessa… questa vita però é anche inesauribile. Le stirpi vanno e vengono ed esse tutte fruiscono della vita nella sua inesauribile copia.  Per quanto diversi siano i talenti e la cultura degli uomini, la natura umana nei suoi fondamenti é la medesima in ognuno ed ognuno può, coltivandosi, attingere all’inesauribile fonte della natura divina dell’essenza umana”.

Queste meravigliose parole, fanno pensare a quali sono i bisogni primari dell’essere umano, e di tutti gli esseri viventi, in fondo: nutrirsi, avere un riparo, riprodursi, mettersi in relazione, comunicando, ognuno secondo la propria natura. Ed a proposito della cultura (e quindi anche della comunicazione, cioè di quello che si desidera trasmettere) sempre questo esagramma del Libro dei Mutamenti dice  un’altra cosa importantissima: "bisogna fare attenzione al pericolo che, curando la propria cultura, non si penetri fino alle radici dell’umanità, rimanendo impigliati negli interessi convenzionali".

Il consiglio dell’I Ching è quello di vedere le cose che scorrono davanti ai sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto, usando la propria discriminazione e  sensibilità come fosse un sesto senso, ripensando alle cose vissute ed a quelle che restano da vivere.

Che stiamo facendo noi esseri umani, siamo o non siamo in sintonia con tutte queste belle frasi? Siamo consapevoli di quale sia questa natura profonda, divina, dell’essere? E di quali sono le necessità dell’uomo? Non abbiamo perso di vista, forse, che la vita vissuta in maniera essenziale, badando semplicemente a quei bisogni “primordiali”, sarebbe più gioiosa, priva delle angosce dell’uomo di oggi? Non diamo troppo bado forse ad usi e convenzioni quale quello che dobbiamo sempre avere di più, ma anche essere di più, e fare di più? Non cerchiamo tutti di avere qualcosa da dire, da spiegare, da insegnare agli altri, credendo che la nostra propria scelta di vita sia quella giusta, quella più condivisibile, più corretta, più etica? Non sarebbe meglio lasciar fluire la manifestazione spontanea del nostro essere in quel che può e vuole esprimersi e godere semplicemente, reciprocamente con il resto del mondo, della Vita?

Certo l’uomo ha qualcosa in più rispetto ad altri animali, ha una consapevolezza di sé che a volte ci é anche un po’ di peso, che ci fa vivere di meno il presente e di più il passato, di cui rimpiangiamo i lati positivi ed escudiamo quelli negativi (pur considerando che tutto é relativo) ed il futuro, in cui riponiamo speranze, desideri e proiezioni a volte utopiche.

Questa consapevolezza però ci é anche di aiuto, ci può fare compagnia, ci può far vivere pienamente la vita in comunione con gli altri esseri, facendoci cogliere sfumature su cui altrimenti sorvoleremmo e di cui non ci renderemmo mai conto…

Ecco i valori di fondo del vero "bioregionalismo"...

Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana



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"Quando soffia il vento del ricordo, / il sonno va via dalla testa / e il cuore balza alla gola. [...]"

"Sussurrava intorno un’aria così sottile / che svegliava i desideri del cuore, / il vento trascinava via la mia sciarpa / e pareva accarezzare la sua pelle.[...]"

“Dio mio, / perdono / di non visti peccati / mentre il mio giovane corpo / privo di fioritura / è legato con tubi / -radiazioni-chemioterapia- / torture-dolore-sofferenza-[...]".

"Scene di crudeltà massacri spari / bombe fuoco urla pianti / Poi un lungo silenzio.../ L’uomo ha dimenticato che anche lui / era un bambino![...]"

Un ventennio di pensieri di amore e spiritualità.


LEGGI L'ESTRATTO:

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