CINQUANTENARIO DI UNA BELLISSIMA POESIA: Avevo Dimenticato di Angela Fabbri
Avevo
dimenticato
la
bellezza dei tuoi occhi
amore
mio
come
tutte le memorie
della
mia terra lontana.
Avevo
accettato
questa
nuova vita
perché
l’antica
era
perduta da tanto tempo
e
perché
non
sapevo nemmeno di averla perduta.
Poi
nella notte
e
d’improvviso
si
sono alzate
le
volte di cristallo delle mie cento città.
E
ho veduto
la
mia gente camminare.
Avevo
dimenticato
l’argento
delle strade che salgono nel cielo
e
il tuo corpo lassù, che aspetta il mio.
Il
sibilo leggero
del
treno aereo che corre sopra di noi
mentre
salgo la lunga scala
che
mi porta da te.
E
nella notte buia e scintillante
ho
avuto ancora il tuo corpo fra le braccia
e
la tua voce mi ha ripetuto
le
piccole parole immense
del
nostro unico amore.
Eri
lassù
e
io con te,
l’eternità
passava.
E
io ascoltavo
lo
scorrere del tempo
che
con un lento fruscio,
cresceva,
fino
alla fine.
(Angela Fabbri - Dicembre 1971)
In dicembre ricorre il Cinquantenario della sua nascita:
1971 – 2021.
E’ stata premiata tante volte (ricordo adesso almeno in Liguria, in Campania, in Sardegna) senza aver mai preso + del 3° premio (è il max raggiunto da una mia poesia).
Piace molto ai Migranti e + semplicemente a coloro che, come me, hanno dovuto allontanarsi molte centinaia di Km da casa per SCOVARE un lavoro e praticarlo.
Ma io l’ho scritta diversi anni prima d’intraprendere quel viaggio che allora mai avrei immaginato e che cambiò il corso della mia vita. (Angela Fabbri)
Non è solo un ricordo bello e davvero antico, l'ho sempre considerata l'UNICA POESIA che ho scritto.
RispondiEliminaE c'è un aneddoto che val la pena raccontare...
Nel marasma della mia vita sempre in giro per lavoro e senza mai sapere in quale casa avrei dormito e continuando a scrivere un'infinità di altre cose , l'avevo sperduta. Ma non l'avevo dimenticata. La ricordavo a memoria da sempre.
Forse 16 anni fa, mentre con l'amica Jamila stavo ripulendo delle carte da uno scatolone di robe mie a casa di mia madre, lei tirò su un ennesimo foglio dal mucchio: era l'originale stropicciato della mia sola poesia. E me lo passò perchè decidessi cosa farne.
Al primo sguardo, decisi di leggergliela ad alta voce e lei ne fu davvero molto molto colpita...
Così è arrivata fino qui.
Grazie di averla pubblicata sul tuo blog, Renata.
Angela
molto suggestiva, ma di poesie importanti ne hai scritte altre, per esempio quella dedicata al tuo papà a quella sua mano che stringeva la tua.
RispondiEliminaDanila
TU HAI VEDUTO MIO PADRE, cui tu ti riferisci, Danila, NON è una poesia ma una semplice ballata.
RispondiEliminaAngela
Ce ne sono altre, e anche la Ballata per tuo padre per me è pura poesia.
RispondiEliminaDanila