È possibile stimare il grado d’inclusione di donne, bambini
e bambine sul territorio italiano? La risposta è sì, ed
è quello che l'organizzazione WeWorld fa dal 2020 pubblicando il
rapporto Mai
più invisibili, che è arrivato nel 2021 alla seconda edizione.
Il rapporto fornisce uno spaccato sulla
condizione di inclusione di donne e bambinз in Italia, con dettaglio
regionale, e utilizza un indice ad
hoc costruito sulla base di 38 indicatori (40 nell'edizione
2021, con 2 indicatori aggiunti per tener presente gli effetti della
pandemia COVID-19), raggruppati in 12 dimensioni. Queste dimensioni
attingono a loro volta a quattro macro aree in cui è necessario agire
per affermare e rendere operativi i diritti di donne e bambinз: educazione, salute, economia, società.
Le quattro macro aree da cui
derivano gli indicatori usati per costruire l'indice WeWorld (fonte: report Mai
più invisibili 2021).
Ma cosa sono questi indicatori? E come
sono stati scelti?
Gli indicatori non sono nient'altro che
dati scelti sulla base di alcune considerazioni: la loro pertinenza
rispetto al tema dell'inclusione di donne e bambinз, ovvero la capacità
di rappresentare il fenomeno che vogliamo rappresentare e comprendere; l'accuratezza
delle fonti; la possibilità di avere dati il più possibile completi, disponibili per tutte le
regioni d'Italia, aggiornati e raccolti con cadenza regolare;
la facilità di accesso
a questi dati. Per avere dei dati aperti, accessibili, e
riutilizzabili, le fonti utilizzate nel rapporto WeWorld sono pubbliche:
il sito dell'ISTAT, da cui ad esempio sono tratti gli indicatori territoriali,
i dati Noi Italia 2021,
e i dati resi disponibili dal rapporto Bes 2020.
Alcuni esempi di indicatori sono:
percentuale di bambinз che utilizzano il servizio di asilo nido,
irregolarità nella distribuzione dell'acqua, percentuale di donne che
praticano sport in modo continuativo. L'indice che misura l'inclusione
di donne e bambinз è la media aritmetica dei 38 indicatori totali, che
vengono normalizzati e ponderati (la metodologia statistica è riportata
in dettaglio nel rapporto).
Infine, per tenere conto delle
conseguenze della pandemia (nonostante la situazione sia ancora in evoluzione),
nell'edizione 2021 sono stati aggiunti altri 2 indicatori: il numero di
persone risultate positive al COVID-19 sul totale della popolazione
residente, e la disponibilità in famiglia di almeno un computer
connesso a Internet (bene prezioso per la didattica a distanza).
La fotografia che ne viene fuori
Lo spaccato che viene fuori dalla
raccolta e dall'analisi di questi indicatori è informativo tanto quanto
doloroso: in un mondo in cui le disuguaglianze permangono e la povertà
e l'esclusione sono un problema globale, reso ancora più grande dalla
pandemia COVID-19, donne e bambinз sono le categorie di persone più a
rischio. E questo non ha niente a che vedere con la presunta fragilità
di donne e bambinз, ma piuttosto con tante, troppe, criticità strutturali,
e una cultura
che penalizza
il genere femminile e le generazioni più giovani.
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La classifica finale
pubblicata da WeWorld sull'indice di inclusione di donne e bambinз nelle
regioni italiane (fonte: report Mai più invisibili 2021).
Come lo sappiamo? Attraverso i dati.
L'istantanea che viene fuori dal rapporto WeWorld 2021 coglie le
specificità territoriali su inclusione di donne e bambinз (con Friuli-Venezia Giulia al primo posto,
e Sicilia all'ultimo),
evidenzia le differenze di genere e quelle generazionali, ma soprattutto
dimostra che condizione imprescindibile per realizzare azioni di inclusione
è una conoscenza il più possibile esaustiva delle condizioni di vita delle
persone marginalizzate. Una conoscenza che si può ottenere attraverso una raccolta attenta di dati,
unita a esperienze
dirette nei territori e al dialogo con le persone e le comunità interessate.
Una conoscenza che dovrebbe poi alimentare interventi strutturali e nuove politiche, per
promuovere il cambiamento e costruire una visione del mondo che non sia più
maschio-centrica e patriarcale, e che si preoccupi finalmente di tutte e di
tutti.
IN EVIDENZA
Per capire e sconfiggere la violenza sulle donne ma anche la quotidiana sopraffazione e gli stereotipi che tormentano le donne. La donna è soggetta a qualsiasi capriccio del maschio e spesso è la donna stessa a perpetuare questa mentalità. Perché si possa cambiare, deve cambiare prima di tutto la donna. Deve educare maschi e femmine allo stesso modo, non deve più sentirsi padrona del mondo solo se ha partorito un essere con il pene. Ognuno ha le sue particolarità. È bello nascere maschio ed è meraviglioso nascere femmina: essere accogliente e poter dare la vita. Come deve essere ugualmente magnifica qualsiasi identità sessuale, quando si possa liberamente vivere la propria natura. Questi racconti trattano di donne che hanno amato molto, in Occidente o in Oriente, ma hanno incontrato il dolore della rinuncia o della crudeltà del maschio e della società.
LEGGI L'ESTRATTO: https://www.amazon.it/CHE-FAI-UNALTRA-FEMMINA-occidentale-ebook/dp/B09M5QZ9VH/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=&asin=B09M5QZ9VH&revisionId=4a150c0a&format=1&depth=1
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