LA MASCHERA DEL DEMONIO da La Zona Morta


 LA MASCHERA DEL DEMONIO (1960)

SCHEDA TECNICA di Davide Longoni

Titolo originale: La maschera del demonio

Anno: 1960

Regia: Mario Bava

Soggetto: dal racconto “Il Vij” di Nikolaj Vasil’evič Gogol

Sceneggiatura: Ennio De Concini, Mario Bava e Mario Serandrei

Direttore della fotografia: Mario Bava

Montaggio: Mario Serandrei

Musica: Les Baxter e Roberto Nicolosi

Effetti speciali: Mario Bava

Produzione: Massimo De Rita

Origine: Italia

Durata: 1h e 27’

CAST

Barbara Steele, John Richardson, Ivo Garrani, Andrea Checchi, Arturo Dominici, Clara Bindi, Germana Dominici, Enrico Olivieri, Mario Passante, Tino Bianchi, Antonio Pierfederici

TRAMA

Siamo nel XIX secolo, più precisamente nell’anno 1830. Diretti a Mosca per prender parte a un congresso scientifico, due incauti viaggiatori, il dottor Chomas e il suo assistente Gorobec, si vedono costretti ad attraversare un orrido bosco per guadagnar tempo. In una cappella diroccata, Chomas scopre un sarcofago entro cui giace, mummificato, il corpo di Asa, una strega giustiziata dall’Inquisizione due secoli prima (nel 1630) per stregoneria. Per proteggersi da un grosso pipistrello che lo ha assalito improvvisamente, Chomas infrange il cristallo del sarcofago: alcune gocce del suo sangue cadono sul corpo racchiuso e la strega rivive. Essa, avida di vendetta, si dirige verso il vicino castello dove insieme con il padre, abita Katia, una sua pronipote. A causa dei malefici influssi della rediviva, il padre di Katia, ammalatosi, viene ucciso dal dottor Chomas, 

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ANTIPASTI

Creative Network numero 15 a cura della redazione

La Zona Morta Archivi Numero 5 – I Trofei a cura della redazione

 

PRIMI PIATTI

Narducci file di Davide Rosso

Le prime ragazze del fantastico tornano in libreria di Elena Romanelo

Stefania Romito si racconta di Roberto Guerra

Giulio leoni e la magia degli ignoranti di Gianfranco Galliano

 

SECONDI PIATTI

Fantascienza Story: Appendice 08 - Parte 06 di Giovanni Mongini e Mario Luca Moretti

Fantascienza Story: Appendice 08 - Parte 07 di Giovanni Mongini e Mario Luca Moretti

Il fuoco non uccide un drago di Elena Romanello

Intervista a Pierluigi Casalino di Roberto Guerra

 

CONTORNI – LE CRONACHE DI PROFONDO ROSSO

6 passi nel giallo di Davide Longoni

La maschera del demonio di Davide Longoni

 

FRUTTA

Là dove finisce il fiume... di Mario Luca Moretti

Ciao, Ambra a cura della redazione

 

DESSERT

100 Dogmas: il teaser trailer a cura della redazione

 

BEVANDE

Tracce dal futuro prossimo – Il bando

XLVIII Premio “Gran Giallo di Cattolica – Mystfest 2021”

XXVII Trofeo RiLL (prorogato fino al 15 aprile 2021)

Premio Ernesto Vegetti 2021: i finalisti

EXTRA

 ... naturalmente i nostri consigli di lettura extra, giusto per darvi sempre un motivo in più per leggere!

Cominciamo con una bella carrellata di uscite di vario genere per Kimerik Edizioni.

Si parte con Vite in quarantena (196 pagine; 21 euro) di Riccardo Matlakas e Giuliana Attanasio: un resoconto di respiro internazionale sul 2020, anno tristemente funestato dalla pandemia di Covid-19. Oltre alle testimonianze della psicologa Giuliana Attanasio e dell’artista Riccardo Matlakas, raccontano le proprie idee ed esperienze anche artisti, dottori e scienziati provenienti da tutto il mondo (tra i quali Sadhguru, ma anche artisti storici come ORLAN e Stelarc), ognuno con un occhio diverso su un dramma che sta colpendo tutti senza fare distinzioni. 

Andiamo avanti con il romanzo La Perfezione dell'Immaturità (366 pagine; 16 euro) di Francesco Galati che descrive il percorso di crescita del suo giovane protagonista, dei suoi amici più stretti e della generazione degli anni Novanta mentre si stava affacciando alla grande rivoluzione tecnologica del secondo millennio, goffamente e senza la percezione dell’enorme cambiamento che avrebbe determinato nei rapporti interpersonali, nella concezione dell’amicizia e nella scoperta del sesso ancora ammantato di tabù quasi sacri.

Chiudiamo con Ragionare stanca (ma serve) di Basilio Inferrera (182 pagine; 14 euro): viviamo in una società che, in rapida e incessante trasformazione, ha visto venir meno molte certezze e punti di riferimento. Lo sviluppo scientifico e tecnologico ha prodotto strumenti in grado di moltiplicare in maniera esponenziale comunicazioni di cui siamo destinatari e bersagli, e di influire pesantemente sul nostro modo di pensare, comunicare e agire. La difficoltà di orientarsi nella selva fittissima di messaggi ci rende vulnerabili ed esposti ai disegni di quanti, avendo in mano le leve del potere economico e politico, mirano a condizionarci nelle nostre scelte. Per contrastarli abbiamo a disposizione uno strumento efficace, la ragione, capace di esaminare ogni informazione, chiarirne elementi, caratteri e funzioni, svelare gli inganni di chi vuole indirizzare i nostri pensieri e i nostri comportamenti. Utilizzare al meglio la facoltà che ci rende umani appare essenziale per invertire la rotta e dare impulso all’edificazione di una società più mite, fondata su dialogo, tolleranza e rispetto per idee e persone. 

Con il mese di aprile è in arrivo in libreria una raffica di novità anche per Camelozampa! Farà il suo debutto la collana 0-3 anni “A bocca aperta”, con una miniserie di Helen Oxenbury attesissima in Italia. Un'altra scoperta per i lettori italiani sarà Mélanie Rutten, autrice e illustratrice belga già pubblicata in tutto il mondo, con il primo albo di una trilogia di grande forza poetica, L'ombra di ognuno. Infine arriverà l'ultimissimo albo scritto e illustrato dal genio di Quentin Blake, L'erbaccia, un racconto esilarante capace di farci riflettere sul nostro rapporto con la natura.

Le Edizioni VociFuoriScena ci propongono il volume La terra strappata - Lituania 1939-1940: gli anni fatali (250 pagine; 22 euro) di Juozas Urbšys, curato e tradotto da Pietro U. Dini.

L'11 marzo 1990 l'Atto di restaurazione sanciva l'indipendenza dello stato lituano dall'Unione Sovietica. Vocifuoriscena per ricordare questo cruciale avvenimento storico ci presenta la traduzione del libro di memorie di Juozas Urbšys (1896-1991), ultimo primo ministro degli Affari esteri della Repubblica indipendente e testimone dei due anni che segnarono il tramonto della Lituania come Stato sovrano (1939-1940).
Ottenuta l'indipendenza dopo il crollo dell'Impero russo, la piccola Lituania aveva dovuto imparare a destreggiarsi tra le potenze confinanti, il Reich tedesco e l'Urss, l'uno deciso ad annettere tutti i territori abitati da tedeschi, l'altro a riprendere il controllo delle province dell'ex Impero russo.
Costretto a firmare con la Germania e con l'Urss patti sempre più simili a ultimatum, Juozas Urbšys usa tutti gli strumenti consentiti alla diplomazia per ribadire la dignità della Lituania come Stato sovrano, ma non può immaginare che, dietro le quinte della storia, il destino del suo Paese è già stato deciso a tavolino. Hitler e Stalin hanno tracciato su una carta geografica i confini delle rispettive sfere di interesse e, mentre ancora gli ambasciatori firmano accordi e si scattano fotografie, la Lituania è stata già spartita, venduta e occupata secondo i termini dei protocolli segreti del Patto “Molotov-Ribbentrop”.
Il 15 giugno 1940 – data scolpita a fuoco nel cuore di tutti i lituani – la Lituania finirà per esistere come nazione indipendente per essere inglobata nel moloch sovietico e scomparire per mezzo secolo dalla memoria collettiva. Sostituiti i governi legittimi da soviet popolari, tutti gli oppositori al regime, reali o potenziali, vengono travolti dalle purghe staliniane. Deportato egli stesso in Unione Sovietica, Urbšys dovrà iniziare una lunga odissea di detenzioni, trasferimenti, isolamento carcerario, destinata a durare sedici anni. Ma senza mai perdere la speranza della libertà. Per sé e per la propria terra.
Uscito in Lituania nel 1988, questo libro di memorie, diretto e sincero, ebbe un ruolo fondamentale nel ricordare che l'annessione sovietica della Lituania era stata compiuta in spregio a ogni diritto internazionale e al principio di autodeterminazione dei popoli, e – con le sue 90.000 copie vendute – ebbe un ruolo decisivo nelle richieste di autonomia destinate a culminare, l'11 marzo 1990, nell'Atto di restaurazione dell'indipendenza.
In appendice al volume viene riportata la documentazione relativa al Patto di non aggressione “Molotov-Ribbentrop” e un nomenclatore dei personaggi storici citati.

Altra interessante uscita per Edizioni VociFuoriScena è Hanna di Minna Canth, la più nota e celebrata scrittrice finlandese. Attraverso uno stile efficace e un minuzioso scavo psicologico dei protagonisti, la scrittrice ha risvegliato le coscienze dell'epoca in merito alle ingiustizie sociali, sostenendo con fermezza valori etici oggi condivisi e un'accesa battaglia per la parità tra i sessi.

Questa la trama del romanzo. Figlia di una famiglia borghese di Kuopio, Hanna è una ragazzina di quindici anni molto simile a tante sue coetanee: timida, sensibile e mossa da un’inesauribile voglia di imparare. Ma di pari passo con le proprie crescenti responsabilità, in balìa di sentimenti ed emozioni sempre più incontrollate, Hanna sente aumentare la distanza tra sé e il mondo. Da un lato avverte il contrasto con i ragazzi della sua età, già liberi ed emancipati, dall'altro vive quello verso le istituzioni, in particolare quella scolastica, ancora fondata sulla divisione dei sessi, che riserva alle femmine poco più del lavoro manuale: la preparazione al ruolo di moglie. Stretta tra il consolante rapporto d’amicizia con le compagne del cuore e il disgusto verso le asprezze della realtà, trasmesse come un virus dalle donne della servitù, Hanna vede estinguersi, uno dopo l’altro, i sogni e le speranze riposte: comprende che non potrà seguire la sua vocazione professionale, e le prime esperienze sentimentali si rivelano cocenti abbagli. Divorata nella spirale della disillusione, Hanna capisce che i confini del proprio volubile io coincidono ormai con quelli, sempre più rigidi e angusti, di un destino già scritto, e che neanche l’esperienza religiosa è più in grado di offrirle uno spazio per esercitare ciò che, più profondamente, unisce uomini e donne: libertà, giudizio e intelletto.

Datato 1886, esempio affascinante di un realismo tanto raffinato quanto partigiano, il romanzo costituì, in Finlandia, un vero e proprio caso letterario. La travagliata pubblicazione divise la società civile dell’epoca, e il rinnovato interesse del mondo editoriale europeo verso questo classico testimonia quanto i temi trattati siano ancora in grado di risvegliare, nel pubblico dei lettori, emozioni vive e coinvolgenti. 

Kipple Officina Libraria invece ci segnala l'uscita di Ventitré modi per sopravvivere di Ksenja Laginja nella collana “Versi Guasti” con introduzione a cura di Alex Tonelli. I ventitré testi qui raccolti nascono dall’aver posseduto il numero ventitré, dall’averlo tenuto con sé, invocato, dominato, masticato, sfiorato e odiato per ventitré volte. Sono declinazioni del numero 23, delle sue proprietà numeriche, alchemiche, matematiche, materiali, simboliche, filosofiche, storiche, biologiche, fisiche, geometriche, geografiche, teologiche, astronomiche, linguistiche e qualcuna in più, fino proprio a ventitré. È il mantra della preghiera. Il modo di sopravvivere di Ksenja Laginja. Ventitré canti di un'unica grande invocazione che avvolge la poetessa e la protegge.

Passiamo ad altro. Per il 90° anniversario della nascita di Alda Merini, Meravigli Edizioni ci propone il volume Alda Merini, la poetessa dei Navigli di Aldo Colonnello, che tratteggia la complessa figura della Merini attraverso i ricordi della loro profonda, seppur breve e tardiva, amicizia. Ne esce un ritratto vero, lontano da molti luoghi comuni. Un tributo sincero. Un atto d’amore verso una delle voci più influenti della letteratura italiana contemporanea. Il libro si avvale anche della prefazione di Alessio Boni e delle fotografie di Giuliano Grittini.

Le Edizioni Press & Archeos di Firenze ci segnalano l’uscita del volume L’Alchimia nella storia di Firenze (106 pagine; 12,00 euro), un saggio sviluppato a partire dal testo del documentario L’Alchimia a Firenze, realizzato da Video & Archeos nel 2006 e commercializzato da Mediaframe nel periodo successivo. In questa nuova edizione è stata rispettata la natura illustrativa del testo documentaristico con lo scopo d’offrire a chi si avvicina all’argomento uno strumento agile e introduttivo, in riferimento a una delle città in cui l’opera alchemica, in ogni sua forma e mentalizzazione, ha avuto più importanza e compiutezza; rappresentando, volente o nolente, un momento di necessaria confutazione delle conoscenze.

L’Alchimia, da molti considerata preistoria della chimica, è una forma di ricerca che persegue la rigenerazione delle sostanze e dello spirito in cerca della loro essenza basica-elementale. Ha origine in tradizioni filosofiche antichissime che furono riscoperte in gran parte proprio a Firenze, grazie alle traduzioni di Marsilio Ficino e agli studi di Pico della Mirandola; ma già nei secoli precedenti a Firenze lavorarono alchimisti come Cecco d’Ascoli, Guido Bonatti, Strozzo Strozzi. Nel corso del Rinascimento personaggi diversi come Leonardo, Zoroastro da Peretola, Cosimo e Francesco de’ Medici, Antonio Neri, Giovanni Auguriello…ebbero a che fare con l’Alchimia. Illustrando le esperienze di questi ricercatori vogliamo ricostruire, per quel che è possibile, il contesto filosofico nel quale hanno operato e le conclusioni materiali o concettuali a cui giunsero.

Chiudiamo con il fumetto e con la graphic novel Il Vecchio e il Mare (90 pagine; 12 euro) di Andrea Laprovitera e Ludivico Lo Cascio, uno splendido ed elegante volume, che torna a distanza di anni in formato brossurato, un fumetto dal potente bianco e nero, scandito dai silenzi e dai tempi lenti del mare, l’ultima sfida di un uomo tratta dal romanzo premio Pulitzer di Hemingway.

La lenza si alzò lentamente e regolarmente e poi la superficie dell’oceano si sollevò davanti alla barca e il pesce uscì. Uscì senza fine e l’acqua gli ricadde dai fianchi. Era lucente nel sole e la testa e la schiena erano di un rosso scuro e nel sole le strisce sui fianchi apparivano larghe, di un lavanda leggero. La spada era lunga come una mazza da baseball e appuntita come un’alabarda e il pesce si alzò in tutta la sua lunghezza dall’acqua e poi vi rientrò, dolcemente, come in un tuffo, e il vecchio vide la grande lama falcata della coda andare sott’acqua e la lenza incominciò a filare. «È mezzo metro più lungo della barca».

Ambientato sull’isola di Cuba, il romanzo presenta pochissimi personaggi. Manolin, un giovane ragazzo che rappresenta la speranza, il marlin (l’enorme pesce che verrà catturato) e il vecchio, profondamente segnato di una vita dura e piena di sacrifici.

Tutto in lui era vecchio, ad eccezione dei suoi occhi che erano rimasti del colore del mare. La sua lotta con il pesce afferma il suo orgoglio e il suo coraggio, che sembravano già persi da tempo, ma anche la notevole forza che dimostra combattendo quasi a mani nude con i pescecani.

Il pesce catturato ha una notevole rilevanza nel romanzo. Si tratta di un marlin enorme, lungo circa 5 metri e mezzo, «con delle strisce color viola che la cingevano; e accanto a lei, nuotavano due remore grigie, che non si allontanavano mai».

Nei suoi movimenti è calmo e infonde nel marinaio un senso di nobiltà; sembra che, nonostante la situazione, tra i due si sia instaurato un rapporto quasi paritetico.


LA CLASSIFICA

I cinque articoli più letti nell’ultimo mese:

1)     L'universo onirico... di Roberto Volterri

2)     Outsiders 2021 a cura della redazione

3)     Fantascienza Story: Appendice 08 – Parte 10 di Giovanni Mongini e Mario Luca Moretti

4)     Jeffrey Dahmer, in audiobook la biografia a cura della redazione

5)     Ultrapop Festival 2021 a cura della redazione


Arrivederci nell’aldilà!

Davide Longoni

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