In un momento molto tragico per le donne, un racconto di Renata Rusca Zargar, SOLO UNA DONNA, da La zona morta http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/
Ero in ritardo. Avevo bisogno di togliermi le scarpe dai tacchi a spillo e stendere le gambe. Come al solito, il mio capo mi aveva trattenuta fino a tardi.
- Sei la mia segretaria
personale! – affermava, mentre mi guardava con intenzione
- È un ruolo importante!
Quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto! – Intanto, ridacchiava e mi dava
uno scappellotto sul sedere.
Lo odiavo ma, in
famiglia, avevamo bisogno di quello stipendio. Ero l’unica a lavorare e, a dir
la verità, il capo, un uomo molto affascinante, mi pagava bene. Qualche volta,
poi, quando aveva azzeccato un affare: – Mi piaci da morire! – mi diceva – Non
potrei vivere senza di te. – Allora, mi allungava qualche banconota di grosso
taglio e, poi, se ne tornava sereno nella sua villetta con la sua famiglia.
Aperta la porta di casa,
avevo subito capito che qualcosa non andava. Mio padre era di nuovo ubriaco.
Aveva giurato che non avrebbe più bevuto e che avrebbe cercato un lavoro. Ogni
volta, faceva così, piangeva, si pentiva e poi… Arrivava barcollando e, per un
qualsiasi motivo, si arrabbiava e spaccava piatti e bicchieri. La mamma si
disperava, non era capace di fare altro. Magari capitava che si prendesse anche
una sberla o un calcio.
- Andiamocene via,
mamma. Lasciamolo al suo destino – le ripetevo. Inutilmente.
Una volta, però, lei ci
aveva provato. Era andata da un’amica. Io ero fuori per lavoro perché, ogni
tanto, il capo mi portava con sé quando si recava ai convegni internazionali.
Allora, la mamma era fuggita ed era andata a dormire da Anna, una sua ex
compagna di scuola. Il giorno dopo, mio padre era là, a supplicarla che non
sarebbe più successo, che aveva sbagliato, che si sarebbe curato. Anna aveva
insistito tanto con mia madre perché non lo ascoltasse, che lui diceva sempre
così e, poi, se ne dimenticava! – No, questa volta sarà diverso. – aveva
garantito mio padre.
In effetti, per un po’
era andato tutto bene, lui frequentava gli Alcolisti anonimi e lavorava. Poi,
aveva perso il lavoro perché aveva litigato con il capocantiere. Era rimasto in
giro a bighellonare; infine, era tornato al solito bar.
Quella sera, era
particolarmente incattivito. Aveva già rotto l’insalatiera e fatto volare
striscioline di insalata per tutta la cucina. Ora, stava prendendo a calci il
tavolo e le sedie.
- Finiscila! – gli avevo
urlato. Lui, barcollante sulle gambe, aveva brandito l’unico coltello che
tenevamo in cucina. Io e la mamma ci eravamo chiuse in camera e, dopo un po’,
lui era crollato sul divano e si era addormentato. Russava, con il coltello in
mano.
Basta! Quella storia
doveva finire. Così, avevo fatto vedere a mia madre l’avviso trovato su
internet.
“Ricominciare una nuova
vita è possibile! Vieni su K2-18 b. Non te ne pentirai”.
- Addirittura, cambiare
Pianeta! – La mamma era scoraggiata.
- Dicono che ci siano
tante opportunità. Cercano persone per qualsiasi tipo di impiego, c’è spazio,
hanno bisogno di gente, è un mondo in via di sviluppo! – le avevo spiegato.
- Come si fa ad andarci?
- C’è un’astronave. È
comodissimo. In poco più di una settimana si arriva a destinazione.
- Se ti sembra una buona
possibilità, vai. Tu sei giovane, hai una vita davanti.
- No, mamma, andremo
insieme, ricominceremo una nuova vita. Porteremo con noi la libertà
riconquistata: tu da papà, io da un lavoro senza dignità. Sarà bellissimo! -
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E’ disponibie sul circuito Amazon il romanzo breve di fantaecologia L’ASTRONAVE DEGLI DEI (104 pagine; 2,99 euro il formato digitale e 4 euro il cartaceo) di Renata Rusca Zargar.
"La Terra si era allontanata solo di poco, quando avevano sentito uno scoppio, un fragore orrendo che aveva scosso persino l’astronave. Quel loro Pianeta che girava da tempo immemorabile intorno al Sole era scoppiato come un’enorme bomba. Fuoco, magma e ammassi di materia disintegrata avevano immediatamente iniziato a precipitare verso un enorme Buco Nero. Tutto era finito in pochi minuti inghiottito là dentro e nessuno ne avrebbe mai più saputo niente.”
Un virus misterioso che si propaga con un puzzo sgradevole ha sterminato la popolazione dell’Europa. Gli Umani hanno distrutto animali, piante, hanno inquinato e corrotto ogni cosa per avidità. Così, la Terra scoppierà e sarà inghiottita dal Buco Nero. Solo un piccolo numero di persone meritevoli verrà salvato e condotto dagli Dei Mahākāla e Vetali su un altro Pianeta grigio e fangoso.
Scrive l’autrice in merito alla nascita di questo romanzo sul suo blog “Senzafine”: “durante il lockdown, mentre ero chiusa in casa come la maggior parte delle persone, avevo utilizzato gran parte del mio tempo per scrivere: praticamente, ogni pomeriggio. L’astronave degli Dei è, dunque, il romanzo breve che ha visto la luce in quel periodo. In questo caso, si tratta di Fantaecologia (climate fiction), cioè una forma di narrativa fantastica che immagina scenari futuri drammatici considerando gli squilibri ecologici e ambientali che l’uomo ha prodotto sulla Terra. Non ho mai trattato, in passato, la fantascienza ma, negli ultimi mesi, è stata proprio la realtà a spingermi perché, alle volte, la realtà supera qualsiasi tipo di fantasia. Infatti, un virus, che si trasmette nell’aria, ha ucciso milioni di persone! Gli Umani dovrebbero comprendere, allora, che l’avvelenamento di aria, acqua, terra, insieme all’inutile eliminazione di specie viventi vegetali e animali è un oltraggio al Pianeta meraviglioso che ci ospita.
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