DOVE L'ARCOBALENO FINISCE e IL MISTERO DELLE PAROLE SCOMPARSE a cura di Vittoria Sguerso con Mia e Riccardo

 


DOVE L’ARCOBALENO FINISCE

Le avventure di Anna e Nina

Maria Virginia Consales, illustrazioni di Arianna Nicora, EdiGio’, pagg. 50, euro 12,00; da 7 anni

 

È la storia di due bambine che intraprendono un lungo viaggio per cercare l’arcobaleno. Percorrono un lungo tragitto pieno di avventure e di indovinelli da interpretare. Ho letto questo racconto a mia nipote e lei mi ha detto cos’è l’arcobaleno. Ha risposto che sono tanti colori che si vedono nel cielo. L’arcobaleno è formato da sette colori e lei li ha elencati da sola senza suggerimenti: rosso-arancione-giallo-verde-azzurro-viola-rosa. anzi, io ho sbagliato un colore e lei mi ha corretto. Poi, ha risposto agli indovinelli elencati sul libro.  Quello sulla Luna: “Di sera la vedi arrivare, la notte ci sa illuminare, arriva il giorno e la porta via, lasciando gli uomini con malinconia. Incantevole com’è, se hai capito, dimmi cos’è!” Quello sulla foglia: “E verde è il mio colore e resto tutte le ore. In autunno il vento mi porta via e mi ritrovo gialla, a terra e in compagnia. Che cosa sono?” Le piace tanto l’arcobaleno, durante qualche passeggiata che abbiamo fatto insieme, lei si è sempre fermata a guardarlo incantata.

 

Vittoria Sguerso con Mia e Riccardo

 


IL MISTERO DELLE PAROLE SCOMPARSE

Antonella Rossetti, EdiGio’, 2020, pagg. 32, euro 9,00; da 7 anni

 

Lungo il corso di un grande fiume si ergeva un grande palazzo. Era la più grande biblioteca del mondo. C’erano tanti libri, ma il più grande era il vocabolario dove c’erano tutte le parole dalla A alla Z. Un giorno, un uomo piccolo e ricurvo si introdusse in mezzo ai libri, cercò delle parole. Quando trovò le parole gentili -per favore – grazie – prego- le rubò. Le persone parlavano tra di loro senza chiedere per favore. Quando ricevevano qualcosa non ringraziavano più. Avevano rubato le parole gentili. I bambini a scuola si rivolgevano alle maestre in modo sgarbato. I bambini si facevano i dispetti, si tiravano i gessetti, si tiravano i capelli. Poi, un giorno, un bambino riuscì a ritrovare le parole gentili e le persone ritornarono a essere cortesi. Ho letto questo racconto ai miei nipoti. La bambina ha subito detto: “Scusa ti ho rubato le lettere ma adesso te le ho date. Scusa, non lo farò più con te.” Il bambino poi si è avvicinato e ha cominciato a elencare tante cose che non si devono fare: non bisogna tirare gli oggetti, non bisogna farsi i dispetti, non bisogna rubare, non bisogna dire parolacce, non bisogna disubbidire alle maestre, non bisogna sprecare il cibo, non bisogna calpestare i fiori, non bisogna gettare le carte per terra. La bambina ha aggiunto che si devono dire le parole gentili, quando si entra in un locale si dice “permesso”, quando ci danno una cosa bisogna dire “grazie”, quando si chiede bisogna dire “per favore”.

 

Vittoria Sguerso con Mia e Riccardo

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