TESTIMONIANZE SULL'AFGHANISTAN
Testimonianze sull'Afghanistan
Nella drammatica situazione dell'Afghanistan Multimage mette
all'attenzione due libri, resoconti dell'esperienza di un afghano fuggito dai
talebani.
Walimohammad Atai, nato in Afghanistan nel 1996, si è occupato di diritti umani sin da piccolo, seguendo le orme di suo padre, medico e oppositore politico ucciso dai talebani. Dopo aver aperto una scuola laica nel suo villaggio e un laboratorio di cartapesta per fare le scultore, viene accusato dai talebani di essere una spia degli infedeli e, dopo un attentato nei suoi confronti a cui è miracolosamente sopravvissuto, decide di fuggire dall’Afghanistan, ottiene asilo politico in Italia dove inizia un capillare lavoro di informazione e dialogo interreligioso e interculturale.
Fondatore
dell’associazione FAWN (Free Afghan Women Now) per la difesa dei diritti delle
donne afgane. Laureato in scienze della mediazione linguistica in Italia,
attualmente studia scienze politiche presso l’Università di Pavia. È
Educatore professionale Socio-Pedagogico ed attualmente è coordinatore di un
centro d’accoglienza nella provincia pavese, lavora come
interprete e traduttore giurato per tribunali, commissioni territoriali,
carceri, questure e ministeri.
Scrive articoli per Pressenza ed altri media. Ha pubblicato con Multimage: Ho rifiutato il paradiso per non uccidere e Il martire mancato.
Dalla prefazione
di "Il martire mancato".
"Questo libro è la descrizione più minuta, più inquietante, più
approfondita, più precisa, di cosa è stata ed è tuttora la scuola
internazionale del terrorismo fondamentalista. Ci racconta dove è nata, come è
nata, perché è nata. Bisogna leggerla per capire dove siamo tutti e perché
siamo arrivati a questo punto. Tutti è la parola giusta, perché dalle righe di
Atai emerge che, in molti modi, “noi c’entriamo”, anche se non ne siamo
consapevoli." Giulietto
Chiesa
"Sebbene gli anni anagrafici dell’autore siano solo 23, la sua storia sembra ripercorrerne 40, tanti ne sono passati dall’invasione sovietica dell’Afghanistan. Sono quarant’anni di una guerra mai conclusa: di dolore, fatica e sfide continue per sopravvivere. Ma la sua esperienza è anche quella di una forza interiore, della ribellione e della speranza. Un viaggio non solo verso l’Europa ma dentro il conflitto altrettanto infinito tra autorità e libertà, tradizione e cambiamento, passato e futuro." Emanuele Giordana
La casa editrice dei diritti umani | Multimage
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