ALLUVIONE da WEMOVEEUROPE
Il giorno dell’alluvione in Belgio è stato assurdo. Fuori dalla mia finestra ho visto innalzarsi il livello dell’acqua. Dal computer arrivavano notizie sulla catastrofe che dilagava in tutto il paese. In quello stesso giorno la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, dal Belgio, ha tenuto un discorso in cui sbandierava i grandi progetti europei per proteggere il nostro pianeta. [1] Ma anche a lei è sembrato tutto assurdo?
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Le alluvioni in Belgio, Germania, Paesi Bassi
e Austria sono state un doloroso segnale che il cambiamento climatico è un
fenomeno attuale e molto vero. Ovunque. A fronte dell’innalzamento del
livello dell’acqua, crediamo che i leader europei debbano tornare con i piedi
per terra, specie su questi punti:
- Tutto è connesso, la maggior parte delle persone e del pianeta. Oggi produciamo sempre più, sfruttando al limite le risorse naturali e calpestando la natura. Non è un incidente, è il risultato di come sono impostate le nostre economie, che da un lato alimentano il cambiamento climatico e dall’altro le disuguaglianze. Lo stesso sistema economico che causa la distruzione climatica accetta salari bassi per i lavoratori e compensi alle stelle per gli azionisti.
- I leader europei devono riuscire a collegare le crisi. Centinaia di persone sono morte nelle alluvioni che hanno colpito Belgio e Germania, mentre decine di persone hanno rischiato di morire in Belgio la scorsa settimana per uno sciopero della fame legato all’esigenza di un documento di identità. Dopo aver vissuto e lavorato qui per anni interi, queste persone ancora non hanno stabilità o identità. [2] Coloro che si sono schierati dalla parte dei migranti sono stati criticati per la mancanza di rispetto nei confronti delle vittime delle alluvioni. In realtà, le due questioni sono collegate e i politici, anziché mettere questi due gruppi gli uni contro gli altri, dovrebbero riuscire a vedere questo collegamento. La causa principale di entrambe queste crisi è un sistema basato sull’espropriazione delle persone e la distruzione del pianeta. Ancora una volta, tutto questo è una scelta politica.
- Se le crisi sono sempre più numerose, è perché i nostri leader fingono di ignorare le cause alla radice. Invece dei sacchi di sabbia e degli intonaci, dobbiamo davvero prendere in considerazione le cause alla radice dei problemi. La principale e la più importante è il nostro modello economico, che pensa soltanto a massimizzare la crescita senza valutare le conseguenze. Questo è l’unico modo per fermare le alluvioni e gli aspetti critici da cui gli scienziati ci mettono in guardia. [3]
- La direzione delle politiche europee sul clima è molto chiara. Il nuovo piano presentato la scorsa settimana dalla Von der Leyen ha mostrato alcuni progressi. [4] Quei progressi sono il risultato diretto dell’infaticabile attivismo delle comunità come la nostra, che si fanno sentire in difesa del pianeta. Ma non è nemmeno lontanamente sufficiente. Il settore dei combustibili fossili comunque trarrà vantaggi economici per i prossimi venti anni nonostante le emissioni di CO2. E le foreste continueranno a essere bruciate e considerate come energia rinnovabile [5]. Abbiamo molto lavoro da fare.
- Le elezioni si
avvicinano e rappresentano un’opportunità. Le
elezioni amministrative sono alle porte in Italia e in paesi come la
Germania, la Francia e la Polonia. Sono un’opportunità per votare quel
tipo di politici che combattono le cause delle crisi, non i sintomi. Ma la
democrazia non è soltanto presentarsi alle elezioni, possiamo comunque
fare molto prima dell’apertura delle urne.
Nei prossimi mesi condivideremo tantissime
opportunità per combattere il cambiamento climatico e fermare le disuguaglianze
in Europa. Ma dobbiamo agire insieme, per schierarci contro di loro.
WeMove Europe, con un milione e più di
membri, è già una community forte che sta iniziando a gettare le basi per un
cambiamento duraturo, tutti insieme [6]. Per affrontare le sfide davanti a noi,
dobbiamo trasformarla in una forza tale che sia impossibile da ignorare. Se
tutti noi che leggiamo questa e-mail invitassimo anche solo un amico a unirsi,
potrebbero esserci tante nuove persone a lottare insieme a noi.
In tutta EIn tutta questa storia, regna l’incertezza. E nell’incertezza c’è speranza. [7] Non possiamo riavvolgere il nastro delle nostre vite, case e storie distrutte fino a oggi dal cambiamento climatico. Ma possiamo agire e dimostrare che siamo qui, che abbiamo a cuore questo argomento e che non accetteremo questa situazione.
Laura (Bruxelles),
Direttrice Esecutiva di
WeMove Europe
Riferimenti:
[1] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_3541
[2] IPCC report: https://www.ipcc.ch/sr15/chapter/spm/
[3] https://www.theguardian.com/world/2021/jul/20/alarm-grows-over-migrants-hunger-strike-in-brussels
[4] https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/chapeau_communication.pdf
[5] Alcuni di voi ci hanno scritto a questo proposito e vogliamo mettere le
cose in chiaro: è importante distinguere tra la distruzione di massa delle
foreste tramite sussidi e obiettivi politici fissati a livello europeo,
rispetto a poche persone che utilizzano forni a pellet. Il problema è che i
politici sono i responsabili della distruzione di massa delle foreste e chiamano
questo sistema “energia rinnovabile”. Non le poche persone che agiscono su
piccola scala.
[6]
https:////www.wemove.eu/sites/wemove.eu?utm_source=civimail-39185&utm_medium=email&utm_campaign=20210730_IT/files/wemove_rapporto_annuale_2020.pdf
[7] Vedi “Hope is an embrace of the unknown” di Rebecca Solnit:
http://rebeccasolnit.net/essay/hope-is-a%E2%80%8Bn-embrace-of-the-unknown%E2%80%8B-rebecca-solnit-on-living-in-dark-times/
WeMove
Europe è una comunità di persone di ogni estrazione sociale, che lotta per
un'Europa con al centro le persone e il pianeta.
Ci riuniamo per firmare petizioni, inviare email e protestare per
le strade per far sentire la nostra voce.
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