MORIRE PER LA NATO di Renata Rusca Zargar

 

Morire per la NATO


Nei primi tempi della pandemia Covid, abbiamo creduto che, dopo milioni di morti, indicibili sofferenze e tragedie familiari, saremmo diventati migliori. Avremmo compreso meglio il senso della vita umana.

Il Covid non è ancora finito, sebbene siano quasi spariti i quotidiani stillicidi di morti e terapie intensive: ha lasciato il posto nei media all’ancor più tragica guerra in Ucraina.

Già, guerra! Dal primo momento dell’invasione, io continuo a chiedermi come abbiamo potuto arrivare a tanto senza mobilitare la diplomazia a qualunque costo, giorno e notte: come abbiamo potuto arrivare addirittura alle armi nel cuore dell’Europa che sembrava garanzia di pace ormai da molti decenni.

Oggi, siamo cambiati improvvisamente e siamo felici di vedere una corsa smodata e generale agli armamenti che rendono sempre più gaudenti solo i fabbricanti di morte. Perché da una parte abbiamo collocato il demonio Putin e dall’altra tutti i santi del Paradiso. Non c’è giornalista o commentatore che non canti le lodi dell’Alleanza Atlantica e della Nato, in una disgustosa e settaria propaganda unilaterale. Non esiste un dibattito dove vengano poste eventuali ragioni altrui. Finalmente, il pensiero unico impera, che poi è il pensiero unico dell’imperialismo occidentale, quello che sfrutta gli atri popoli ma ama i diritti umani, conquista le terre altrui e le saccheggia ma inneggia alla libertà.

Se penso a Putin, a me viene in mente la Cecenia (davanti alla cui distruzione non ci siamo mai stracciati le vesti) oppure Navalny e molto altro. Per quanto riguarda i diritti umani, infatti, in Russia c’è poco da sperare: misteriosi omicidi di chi obietta o indaga, mancanza di libertà, lotta alle ONG, censura degli artisti, contrasto alla comunità LGBT e persino ai disabili. Un mostro dalle tante orribili teste, insomma.

Se penso agli Stati Uniti, però, senza andare troppo lontano nel tempo (lascio perdere il Vietnam, la rovina degli Stati dell’America meridionale anche grazie alla CIA e tutte le molteplici violenze contro cui ho manifestato nella mia gioventù), mi viene in mente, ad esempio, Saddam Hussein. La propaganda (coscientemente falsa) aveva convinto tutti noi che egli possedesse armi di distruzione di massa. Non c’è dubbio che Saddam sia stato un sanguinario dittatore ma la sua eliminazione ha completamente distrutto l’Iraq, così come sono finite male la Siria, la Libia, la Somalia. Non parliamo, poi, dei massacri nell’ex Jugoslavia e stendiamo un velo pietoso sull’Afghanistan, riconsegnato addirittura ai tanto vituperati talebani! Usa e Ue si sono macchiati di guerre criminali (peggio ancora se avallate dall’Onu, dispendiosa organizzazione fantoccio che non si è mai sognata di mantenere la pace nel mondo). Gli Statunitensi, da sempre, portano e finanziano la guerra in paesi che non sono il loro sacro suolo, li destabilizzano, li rendono dei campi di battaglia in perpetuo.

Forse, però, mi sono chiesta, l’Occidente ha le sue ragioni perché compie una giusta lotta morale contro le dittature?

Non lo so. Mi pare, però, che il regime medioevale dell’Arabia Saudita non sia affatto in pericolo né il grande Erdogan, amnesico sui diritti umani e sterminatore dei Curdi, addirittura membro dell’amata Nato. Anche il regime egiziano mi sembra dorma sonni tranquilli nonostante, oltre ai suoi cittadini dissenzienti, ci abbia ucciso un ragazzo, Regeni, colpevole solo di essere troppo giovane per comprendere il nido di vipere in cui l’avevano mandato. In quel caso, nessuno ha pensato a straordinarie sanzioni, anche perché quel paese è un ottimo acquirente delle nostre armi ed Eni sfrutta lucrosi giacimenti egiziani!

Oggi, stiamo rischiando una Palestina in Europa e, invece, di battersi seriamente con la diplomazia per trattare con il regime imperialista russo, il regime imperialista occidentale ha permesso che una povera popolazione fragile quale quella ucraina entrasse nella spirale malvagia degli omicidi di massa che chiamiamo guerra. L’Ucraina è un modesto paese che deve mandare le sue donne lontano a fare le badanti ai nostri anziani, abbandonando affetti e famiglie, per incamerare valuta pregiata che, a quanto pare, è servita anche per comprare armi utili a rovinare quello stesso popolo.

La Nato è il vero punto della questione. Putin non vuole la Nato ai suoi confini. Quale paese imperialista vorrebbe le armi dell’altro blocco imperialista puntate ai suoi confini? Ricordiamoci di Cuba, ancora sottoposta a sanzioni, e dei missili russi.

L’impegno tra le potenze, sancito pochi anni fa, era di non allargare la Nato ad est, considerando che il Patto di Varsavia si è sciolto da più da 31 anni. Eppure, in questa bulimia di interessi statunitensi a cui, evidentemente, siamo succubi, oggi tutti amano la Nato. Tutti vogliono entrarci, tutti vogliono pagare per essere militarizzati al massimo.

Invece, fin dagli anni ‘60, in Italia e anche in molti altri paesi europei, erano già sorte tante proteste contro un’alleanza militare che oggi non avrebbe nemmeno più ragione di essere, visto che i due blocchi della Guerra fredda non esistono più. Oggi, la Nato è, invece, la lunga mano degli Usa che ci destinano a combattere di qua e di là dove piace a loro e ci spingono a comprare a caro prezzo quello che gli comoda (non dimentichiamo l’obbligo gli F35, poco funzionanti ma carissimi).

Sarebbe ora proprio il caso di tornare a gridare “Fuori l’Italia dalla Nato” (ci costa più di 20 miliardi circa all’anno perché investiamo nella militarizzazione e nel mantenimento delle basi l’1,6% del PIL e ci è stato pure chiesto di arrivare almeno al 2%!), di smantellare gli arsenali atomici e di smettere di fabbricare e vendere armi. Un paese che ha negli articoli base della sua Costituzione L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11) come può essere mercante d’armi, base aerea per conto terzi e deposito di testate nucleari?  

L’unico fatto positivo di questa immane tragedia è che i profughi ucraini, almeno, dato che sono “di razza bianca”, vengono accolti dagli altri paesi a braccia aperte.

Dunque, cerchiamo di spendere meno per gli armamenti e di più per promuovere i diritti umani di tutti i popoli sulla terra (magari anche di quelli non bianchi o, persino, di religione differente).


Renata Rusca Zargar



PUBBLICATO:

Morire per la NATO | Notizie in Controluce


Morire per la Nato – Liguria 2000 News


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

IN EVIDENZA

CHI È SAMINA?

QUI LA RISPOSTA: https://www.youtube.com/shorts/xCWnhTDc1NA

ISCRIVITI AL CANALE YOUTUBE 

UP AND DOWN di Samina

https://www.youtube.com/channel/UCFxg3YJ6fsdNRgyMizrDo4g


------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Commenti

  1. Un articolo il cui contenuto condivido in toto! Complimenti. Ma noi parliamo scriviamo dissentiamo, però chi ci ascolta? Coloro che governano badano ai propri interessi e se questi includono la vendita delle armi che produciamo, non hanno capito una beata fava! Spero solo che nasca un dialogo concreto tra Russia e Ucraina, e che la smettano di farsi la guerra, che è inutile, disumana e perfino dispendiosa!
    Danila

    RispondiElimina
  2. Vediamo se ci riesco...ho commentato e il mio commento è sparito come d'incanto! Applaudo al tuo scritto, Renata, che condivido in toto. Le guerre si vincono solo se non si fanno. Così dice un mio amico musicista, che per tutta la vita ha sempre inneggiato alla libertà dei popoli, a partire dai popoli cileni, e poi a seguire. Ora speriamo che nasca un dialogo costruttivo tra Russia e Ucraina, in effetti la NATO non ha ragione di avere delle basi in quei paesi. Ma non mi pare che ancora ci siano in Ucraina, è solo un mero desiderio del Presidente di quello stato, che di politica penso che se ne intenda davvero poco, visto che proviene dal mondo dello spettacolo, essendo stato un attore comico. Ma in questo momento non si gioca e non si scherza, si ragiona e si cerca di comprendere che la NATO deve starne fuori. Così anche noi italiani, che siamo bravi a fabbricare e vendere armi. Basta!
    Danila

    RispondiElimina
  3. Il Presidente Zelensky sarà anche stato un attore comico e dunque per questo non s'intenderebbe di politica, ma RESTANDO ha dimostrato un coraggio che manca a molti politici. E anche un' incredibile umanità e amore per la sua gente.

    Angela Fabbri da Ferrara

    RispondiElimina
  4. Ho aggiunto il commento di Angela Fabbri perché il blog non lo prendeva. Io, però, non la penso affatto così. Zelensky avrebbe salvato la sua gente che muore e che soffre non chiedendo di entrare nella Nato (che è pur sempre un'alleanza militare), cosa che ha fatto fino all'ultimo giorno pur sapendo che avrebbe invocato la guerra. Il coraggio, per me, non è mandare gli altri a farsi scannare, non è fare una corsa agli armamenti. Il coraggio è amare il proprio paese e non volere che soffra, generare posti di lavoro perché la gente non debba emigrare, sistemare la zona di Chernobyl che ancora uccide di radiazioni gli abitanti e molte altre cose che non fanno scalpore ma permettono alla gente di vivere dignitosamente. Il coraggio sarebbe stato dire all'Alleanza Atlantica (della quale noi siamo completamente succubi) che l'Ucraina avrebbe prosperato (come ha fatto a suo tempo la Svizzera che si è arricchita) rimanendo neutrale di fronte a due mostri imperialisti come il blocco orientale e quello occidentale. Un buon padre di famiglia (come deve essere un capo di stato) non manderebbe mai nessuno dei suoi figli a morire e a soffrire inutilmente. Lo so, in questi tempi (che molto mi ricordano la mentalità precedente alle guerre mondiali) il mio pensiero viene dileggiato. Speriamo che l'umanità, come già in passato, non se ne debba pentire amaramente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te. Mia nuora ha una zia ucraina, sorella di suo padre, con 5 figli. Il marito lavora in Spagna, e lei sta cercando, con l'aiuto di mio figlio e di sua nipote, di trovare un mezzo per passare la frontiera e arrivare in Romania o in Moldava. Da lì ci sono i soccorsi per aiutare gli sfollati a raggiungere altri Paesi disposti ad accogliere i rifugiati politici che fuggono dalla guerra. Come diceva qualcuno, per vincere la guerra occorre non farla, Stuzzicare lo zar Putin, Zelensky lo ha fatto senza pensare alle conseguenze.
      Danila

      Elimina
  5. Il Presidente Zelensky è molto semplicemente e umanamente rimasto con i suoi. Tutti gli altri tentativi di uscire dalla situazione erano ormai vani.
    Angela Fabbri da Ferrara

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

CENA CON L'AUTORE: RENATA RUSCA ZARGAR

LETTURA DEL RACCONTO "SOLO UNA DONNA" di Renata Rusca Zargar l'8 marzo presso l'APS La Rocca di Savona