LA STELLA GIALLA DELLA DITTATURA SANITARIA di Renata Rusca Zargar
La
stella gialla della dittatura sanitaria
In
questi giorni mi stanno arrivando alcuni messaggi e persino dei filmatini che
inneggiano alla “Libertà”, spingono a “respirare aria fresca, uscire, ballare”.
unendo agli slogan foto di catene spezzate e di fili spinati a noi ben noti.
Non
solo. Mi si chiede se il prossimo DPCM imporrà un triangolo o una stella gialla
per la sicurezza collettiva. Mi si avvisa, inoltre, che i nazisti non hanno
iniziato dai campi di sterminio ma dalle restrizioni di alcune libertà.
Purtroppo,
queste persone che si sono prese la fatica di insegnarmi la Storia del secolo
scorso, hanno, però, la memoria cortissima.
Non
ricordano l’ultimo anno e mezzo della nostra vita.
Solo
nel 2020, si sono registrati, in Italia, 100000 morti in più dell’anno
precedente (ISTAT). Inoltre, si è trattato di persone decedute da sole, con un
tubo in gola, senza un parente a stringergli la mano per accompagnare il
passaggio. Un orrore per sé stesse e per chi le amava e non potrà mai farsene
una ragione. Abbiamo, poi, già dimenticato i camion che portavano via file
interminabili di bare perché non c’era più spazio nei cimiteri? Peggio delle
Guerre Mondiali.
Io
penso, però, anche a quelle persone che non sono state ricoverate in ospedale
perché non c’era più spazio neppure là: terapie intensive, reparti, Pronto
Soccorso, assediati dagli infermi.
Mi
sono chiesta molte volte se, ipoteticamente, ci fossimo ammalati io e mio
marito e avessero potuto (come è successo ad altri) portare in terapia
intensiva uno solo di noi, chi avrebbero scelto: me o lui?
Un
interrogativo devastante.
Per
questo, io non ho dimenticato e credo che dobbiamo grande rispetto agli esseri
umani che hanno sofferto così tanto.
Libertà!
Tutti vogliamo essere liberi, soprattutto dalla malattia e dalla morte perché,
dopo, non ce ne faremmo più nulla della libertà.
Mi
viene citata, quindi, la “dittatura sanitaria”!
Nel
mondo, nei paesi che ironicamente chiamiamo in via di sviluppo, cioè poveri, non
esiste la Sanità Pubblica. Praticamente, tutte le persone sono liberissime di
ammalarsi e di morire senza potersi curare se non sono ricchi.
Io
credo che se si offrisse loro la nostra “dittatura sanitaria” e la nostra lunga
aspettativa di vita, sarebbero ben contenti di fare cambio con noi. Penso
all’India, ad esempio, all’Africa, dove, spesso, gli ospedali pubblici sono
strutture in cui noi non andremmo neppure a toglierci un callo e le medicine
sono pure a pagamento.
È
vero, però, che certi popoli sono meno colpiti da questo virus che è talmente
subdolo e orrendo che uccide chi non è più giovane o ha delle patologie (che,
normalmente, qui siamo in grado di curare) e, per altri, invece, si presenta
asintomatico o paucisintomatico.
Quando
sono andata in Togo, con l’Associazione di volontariato “Savona nel cuore
dell’Africa”, eravamo alloggiati in un ostello nella brughiera (non un comodo resort),
e siamo stati, poi, anche due giorni e una notte in un villaggio dove non c’era
acqua né elettricità. Parlando con il figlio del capo villaggio, egli ci aveva
spiegato che loro hanno grande rispetto per gli anziani. Abbiamo chiesto,
allora, di conoscerne uno e siamo stati condotti a una tomba perché nel
villaggio non c’erano anziani (che poi, magari, per loro, come un tempo da noi,
anziano significa cinquant’anni o anche meno).
Ovvio
che il Covid colpisca poco e, poi, da quelle parti, quando muore una persona,
chi gli farebbe mai un tampone?
Io
sostengo che tutti i Paesi, invece di spendere nelle armi, dovrebbero avere la
sanità pubblica ma, per ora, non è così.
Dunque,
io provo pietà e dolore per chi non si può curare e non penso affatto che sia
più libero di me, anzi!!!
Infine,
nominare i Campi di concentramento e di sterminio per non fare un vaccino
(quando i nostri figli li fanno appena nati, - per fortuna- e anche noi ci
siamo salvati da poliomelite, vaiolo, difterite e molto altro), mi sembra una
vergogna.
Oppure
indossare la stella gialla per non avere un green pass perché lede la privacy,
cioè tutti sapranno che abbiamo fatto un vaccino, è un’offesa alla Memoria
della Shoah.
Mio
padre, durante la Seconda Guerra Mondiale è dovuto rimanere nascosto per non
essere mandato in campo di concentramento oppure arruolato nelle milizie
fasciste. Tanti Italiani sono stati, invece, deportati e tanti sterminati.
Lo
sterminio, la stella gialla, il triangolo, sono soggetti che non dovrebbero
essere ridicolizzati per qualche proprio fine. Rappresentano milioni di morti.
Tra
l’altro, ho notato che, negli assembramenti di protesta, spiccano gruppi e
partiti che mai hanno rinnegato la dittatura fascista e mai hanno dichiarato il
male che ha fatto a noi e al nostro Paese tale dittatura assassina.
Sono
loro che ci renderanno liberi?
Infine,
le Big Pharma guadagnano troppo.
È
vero.
Il
vaccino deve essere libero per tutti. Chi l’ha scoperto ha diritto di essere
ampiamente ricompensato ma non deve avere un extra-guadagno.
Esiste
per questo una Petizione da firmare affinché il vaccino sia un bene della
società tutta, in tutti i paesi:
Petizione ·
Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano: Vaccino Bene Comune ·
Change.org
(in caso, sempre su Change.org, ce ne sono anche altre).
Poi,
si può scendere in strada, non per “spezzare le catene” della nostra ricca
società, ma per spezzare quelle di chi non ha nulla: i bambini in Africa che
non possono essere vaccinati perché le famiglie non hanno denaro, che muoiono
di morbillo, di fame e di malaria. Possiamo manifestare contro la mancata
speranza di vita delle donne che partoriscono ancora in terra a fianco della
loro capanna o contro di noi che portiamo via le ricchezze ai Paesi che abbiamo
reso poveri rendendo queste mostruosità possibili.
Per
queste cose, sì, sarebbe sacrosanto manifestare e spezzare le catene della
nostra crudeltà.
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