UN'OMBRA NELL'ANIMA di Simona Trevisani
ALBUM DI FIGURINE VIRTUALE
PUBBLICITÀ
UN’OMBRA
NELL’ANIMA
PREMESSA
Dedicato ai miei pensierosi passi del
passato, a quelli successivi che dimostrano la storia interrotta, riveduta da
una persona diversa che non vuole dimenticare l’altra, complessa, come lo è
anche nello Zodiaco “gemelli”.
Di
Simona Trevisani
Mentre
stavano per ritornare a casa, per annunciare alle proprie mogli del lavoro,
sentirono una voce che li chiamava.
Era il
postino della loro zona con in mano la posta per loro.
Si fermarono,
si diressero verso di lui, per risparmiargli la strada, per la sua età doveva
già essere in pensione, ma la gente della zona, non intendeva cambiare postino,
anche a costo di ricevere cose importanti in ritardo.
Ci si impegna
con tutto se stesso quando si fa ciò per cui si è nati.
Ripresero a
camminare verso casa.
Tra un pasto
e l’altro gettarono uno sguardo verso le svariate forme delle buste, si
accorsero che l’emittente era conosciuto.
Ogni lettera
apparteneva alle persone che la famiglia aveva incontrato durante il percorso
del viaggio, fatto di luoghi con i nomi più strani.
Mentre i
bimbi giocavano raccolsero una lettera che era caduta dal mazzo della posta.
Era la
lettera proveniente dall’isola.
Scoprirono
che assieme alla lettera c’era un testamento e l’invito a ritornare.
Arrivati gli
andò incontro un pulmino, decisero di dirigersi verso la grande casa a piedi e
infilarono i bagagli.
Erano intenti
a guardare l’edificio, gli si avvicinò l’autista dicendo che l’avvocato era in
attesa nello studio.
Salirono i
gradini poi il pianerottolo e si trovarono davanti a due rampe di scale, ognuna
delle quali spariva dietro l’angolo della casa.
Si voltarono,
guardarono sotto di loro verso l’autista, e in quel momento dalla finestra fra
le due rampe, si affacciò un viso femminile nonostante il tempo dipinto, quanto
basta per chiamarla bisnonna, e disse che l’una o l’altra andava bene.
I bambini
tirarono le madri verso sinistra, mentre gli uomini in quel momento si
trovarono a metà dell’altra rampa, e guardavano gli altri che a loro volta
restituivano lo sguardo, poi rimasero le ombre.
Ripresero a
salire e nei loro occhi entrò l’immagine di una lunga terrazza, e la porta di
entrata.
Anche
dall’altra parte era uguale, lo sguardo si fermò su un’isoletta.
Si guardarono
attorno i due papà, ecco un’altra porta che aprirono e trovarono una stanza che
sembrava appartenente ad un museo.
Proseguirono,
dietro un’altra porta c’era una sauna e la palestra.
Qui uno
specchio rifletteva l’autista, è venuto per accompagnarli dall’avvocato.
Intanto
l’anziana signora si godeva la presenza dei bambini, li condusse in cucina, poi
occupò i loro sguardi con una piantina che mostrava l’interno dell’abitazione,
e infine raggiunsero lo studio.
L’incontro
con l’avvocato incominciò con una varietà di scelte liquide come caffè,
cappuccino, tè, cioccolata, limonata, aranciata, frullati e anche qualcosa da
mettere sotto i denti come biscotti, cioccolatini, caramelle, tartine, crakers
di ogni tipo.
Su un grande
tappeto i bambini si misero a giocare, c’erano due pareti mobili che li
separavano dagli adulti.
Sopra di loro
c’è una mansarda occupata dal proprietario che attendeva di salutare, di
esprimere i propri pensieri e di entrare a far parte di un’altra società, dove
non occorrono veicoli in grado di volare, si possiede uno strumento chiamato
“ali”.
Nell’attesa
passava il tempo a esprimere alla morte, il maggiordomo che apre i cancelli del
cielo, il suo passato, l’adesso e i suoi desideri riguardanti le proprietà
terrene, con la speranza che non venissero sprecate.
Battendo le
mani fece suonare il campanello, arrivò la signora che gli comunicò che erano
da tempo in compagnia con l’avvocato nello studio.
Lei si girò
per uscire dicendo che solo dopo una dormita li avrebbe guidati da lui.
Entrambi si
trovarono di fronte i bambini, entrarono e misero sul comodino un mazzo di
fiori appassiti.
L’anziano
signore allungò la mano, e i bimbi ripresero i fiori, poi la signora li prese e
cercò un vaso.
I bambini
ritornarono nello studio a giocare.
Sistemati i
fiori, dopo aver messo a letto il vecchio bimbo entrò nello studio e accompagnò
tutti nelle rispettiva stanze per riposarsi.
Mentre ognuno
era nella propria stanza per sistemare gli indumenti e rinfrescarsi, l’anziana
cuoca incominciò ad organizzarsi per la cena.
Dopo cena i
bambini furono accompagnati dall’autista al cinema, e gli adulti incominciarono
la serata con un gioco a carte, poi le donne si divertirono con il bigliardo
anche se non l’avevano mai fatto.
Quelli
dell’altro sesso entrarono in cucina e si misero a provare di inventare una
ricetta, e poi portarono la loro creatura per l’assaggio.
Si resero
conto che avevano effettuato l’esperimento troppo presto per le poche
esperienze culinarie che possedevano nella loro mente e in queste mani.
Ecco
provenire dalla porta d’ingresso le voci dei bambini che raccontarono della
loro serata.
Poi toccò
agli adulti e al suono di un cucù che richiamò le orecchie e gli sguardi, erano
le ventitré, e in quel momento si chiusero porte e finestre, e poi anche gli
occhi degli adulti.
Poi dopo, che
i bambini si divisero una favola, si addormentarono.
Un’isola
rappresenta qualcosa di molto lontano, e quindi i bambini si svegliarono molto
presto e prima degli adulti.
Con
l’esperienza d’osservazione verso gli adulti di famiglia si lavarono e si
vestirono, poi entrarono con le scarpe in mano per non interrompere il silenzio
fin dentro la cucina.
La loro
intenzione era di prepararsi la colazione, ma finirono per mettersi a quattro
zampe per rendere presentabile la stampa, prima che qualcuno avesse l’occasione
di far sentire la sua voce e di mostrare un’espressione poco bella da
ricordare.
Meditavano
per capire cosa avrebbe fatto un adulto e in quel momento entrò la vecchia
signora che cancellò ogni traccia.
Preparò la colazione
ai bambini.
Guardandoli
si rese conto che era il caso di riportarli nelle loro stanze per un secondo
lavaggio.
Poi disse che
avevano con lei un segreto da dividere e cioè il tempo trascorso dal loro
risveglio fino alla loro seconda vestizione.
Li portò in
cucina, preparò la colazione e la mise nelle loro mani e tutto questo fece
cancellare superficialmente il passato.
Ricominciò
con la colazione per l’avvocato e poi si infilò nella stanza del vecchio che
ancora dormiva, aspettò seduta per terra ad osservare la sveglia messa sul
pavimento e la spense, di certo il suo atteggiamento era dovuto alla presenza
dei bambini.
S’incamminò
verso la cucina, continuò con la colazione e grazie ai suoi aiutanti era tutto
in ordine prima ancora che nelle stanze da letto gli occupanti fossero
presentabili.
Ebbe così un
po’ di tempo per giocare con i bambini sul tappeto rimesso sul pavimento dello
studio.
Suonò
l’orologio e i bambini si fermarono ad osservarlo e non sentirono la porta che
si apriva, ma di certo è stato registrato senza che loro lo sapessero.
Entrò
l’avvocato e gli altri, la signora diede il buongiorno e si avviò per andare
dal vecchio.
Era sveglio,
ella aprì finestra e porta finestra e gli portò la colazione.
Lo mise in
una poltrona alla quale avevano applicato le ruotine.
Dietro ad una
tenda si nascondeva l’ascensore e si ritrovarono entrambi nello studio.
Nel silenzio
ci furono scambi di sguardi che esprimevano le perdite e lo stato fisico del
vecchio.
Poi
continuarono con la voce di lui che offriva i suoi averi chiedendo di
utilizzarli positivamente.
L’avvocato si
mise a descrivere quello che era in possesso del padrone di casa, mostrò la
piantina della casa e dell’isola e quello da cui era circondata mostrando
l’isoletta anche se non era compresa tra le sue proprietà.
Nel silenzio
si resero conto che occorreva una pausa e chiamarono lei che aprì la tenda e
poi l’ascensore e lo portò in camera.
Ognuno della
famiglia prendendo un block notes ed una matita fecero degli appunti.
Il risultato
lo diedero all’avvocato, per sapere se poteva essere tutto contenuto dall’isola
e se bastavano i soldi.
L’elenco era
composto dalla chiesa e un ospedale, capace contro le vecchie malattie, quelle
nuove e per il futuro.
Un
orfanotrofio con l’asilo, le elementari e le medie e le superiori ed anche
l’università, un monastero per suore e per preti, un elicottero e un motoscafo.
Una scuola di
sub, di paracadutismo, per difesa personale e una scuola per il linguaggio dei
sordomuti.
E infine una
riserva naturale su quell’isoletta che affianca l’isola.
Controllando
proposte e le uscite disse che poteva essere tutto realizzabile.
Si alzò per
cercare la vecchia signora che era in una stanzetta dove passava un po’ del suo
tempo libero con l’uncinetto ed il lavoro a maglia.
L’avvocato
ritornò e lei con gli appunti andò dal vecchio, si mise a sedere e lo guardò
dormire.
Appoggiò il
tutto sul comodino e si alzò e lui aprì un occhio e la chiamò.
Lei si
diresse verso il bagno e ritornò con una bacinella d’acqua usata per
rinfrescare e svegliare il vecchio.
Lui guardò
gli appunti e poi chiese una matita e aggiunse qualcosa, era il passatempo
dell’anziana signora e un corso di cucina e poi sorrise.
Lei rimase
fuori dalla porta seduta su un divano e l’autista obbedì chinandosi sotto al letto
e s’infilò, tolse una piastrella dal pavimento e tirò fuori una cassetta che
appoggiò sulle gambe del vecchio e uscì dicendo a lei di chiamare l’avvocato.
Esso ritornò
nello studio con gli appunti e la cassetta che conteneva soldi e disse ciò che
voleva il vecchio, questi liquidi erano solo per loro stessi.
Si sentì
aprire l’ascensore, era il vecchio che chiese di giocare con i bambini e così
tutti gli adulti uscirono, si avvicinarono all’autista e a piedi
s’incamminarono per l’isola.
Il vecchio si
limitò ad osservare il gioco ma che fu subito accantonato ed i bambini vollero
sapere tutto di lui che capì di dover parlare della sua vecchiaia, le malattie
che aveva e poi si mise a parlargli della morte.
Nonostante
non avesse figli era in grado di parlare di queste brutte cose senza
scombussolarli.
Aggiunse che
ciò che non è palpabile, nascosto tra le pieghe della materia di cui è composto
il corpo li saluta, addio, che sta arrivando la corriera appartenente all’altra
dimensione.
I bambini si
misero a studiare la parti scoperte del suo corpo e quello sguardo immobile.
Appoggiarono
le loro mani, sentirono il caldo che si allontanava e sostituito poi dal
freddo.
E poi lo
accarezzarono, gli sorrisero dicendo buon viaggio.
Uscirono
cercando dei fiori che sistemarono addosso a lui e si misero a giocare.
Entrarono gli
adulti, l’avvocato si avvicinò per chiudere gli occhi e i bambini lo guardarono
dicendo che sono belli gli occhi del vecchio.
Decisero di
seppellire il vecchio nella riserva, prima di chiudere la bara, la vecchia
signora si avvicinò e chiuse gli occhi dell’anziano.
E tutti si
misero nei lavori, festeggiarono invitando tutti quelli che avevano incontrato
durante quel lungo viaggio e poi da soli s’addentrarono sull’isoletta,
riesumarono la salma e la cremarono poi la sparsero nella riserva.
Ognuno si
accorse che aveva un granello negli occhi e guardando si dissero, non se ne
vuole andare, si vede che sta bene con noi.
Appartato
l’autista osserva, non si accorge delle piccole mani che delicatamente si avvicinano.
I piccoli
sguardi gli fecero capire che volevano parlargli.
Salirono sul
pulmino, lui si sedette per terra, con lo sguardo in su e le orecchie in
attesa.
La curiosità
dei bambini voleva condividere un segreto, un’opinione organizzativa con l’autista
solitario.
Si mise a
sedere, accese il motore, tutti si accorsero che riportava i bambini a casa.
Si confidò,
dicendo che nei progetti mancava l’arte antica di un artigiano, ricordava al
vecchio il dolore su Zia Caryn, aveva questo dono, calpestato da chi diceva di
volergli bene, dalla società che vuole la donna privata dalle soddisfazioni che
la mettono in luce, paura di voler mancare lo spazio, mettendo così l’uomo
nell’ombra.
Dicendo,
aspettate, ritornò con un album impolverato, racchiude l’anziano del passato,
Caryn e l’arte antica, la successione di foto che mostra una battilarda in
frassino, Babbo Natale ingrandito, ricalcato con la carta carbone, le mani
femminili che lo scalpello modella, mettendo sempre più in evidenza il viso, il
diploma di merito con segnalazione del 26° Concorso Internazionale d’arte,
accanto, col viso sorpreso di Caryn, la statuetta e il piccolo trapano per le
rifiniture, abbelliscono lo stampo tenuto in piedi anche dal manico incollato
da quelle piccole mani di ragazza, ha ricevuto anche una cornice d’argento che
regalò ad un grande amico, gli consentì di realizzare nel suo laboratorio
questa creatura di legno.
L’autista
chiude l’album verde speranza.
Ora le piccole labbra gli dicono che rimedieranno la carta per ricoprire il libro, ma solo di verde, per ravvivare la speranza, che ad altre mani femminili non venga negato il diritto, ricevuto da Caryn.
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