SANREMO: FALSITA' E CATTIVO GUSTO di Renata Rusca Zargar
Sanremo: falsità e cattivo gusto
Le
polemiche (o la pubblicità) relative al Festival di Sanremo non si
sono ancora sopite e si continua a discutere di questo o di quello.
Mi pare persino
più
degli anni passati. Di conseguenza, anch’io voglio esprimere le mie
impressioni, tanto più che proprio tale Festival
ha fatto un po' parte della
mia vita nonostante
io non ami,
escluso alcune eccezioni, la musica italiana.
Quando
ero piccola, mia madre e mio padre andavano in vacanza a Chianciano
terme e succedeva che mi portassero anche alle serate dove si esibiva
Tonina Torrielli, cantante prediletta da mia madre. Allora,
non avevamo ancora la televisione e i miei genitori sentivano le
canzoni solo
alla radio.
Diventata
un po' più grande, le mie predilezioni sono
andate
senz'altro alla musica straniera, a cominciare dai Beatles per
arrivare ai Pink Floyd, Led Zeppelin, Emerson Lake & Palmer e
altre band.
Eppure,
da
quando ne ho memoria,
ho sempre ascoltato Sanremo, ogni anno, sia
per
trovare uno
o due motivetti
piacevoli
da riascoltare
che
per curiosare in un mondo che un po' mi appartiene come
italiana.
Così,
quando è il momento, mi concentro per qualche giorno sullo
spettacolo: ascolto i testi, le musiche, i comici, i personaggi
importanti e ogni altra occasione di intrattenimento.
Certo,
per me passa il
tempo
e, forse, comprendo meno le
novità,
mentre
il Festival
è sempre
giovane,
sempre nuovo
di zecca.
Quest'anno,
purtroppo, non ho trovato nessuna canzone che abbia parlato al mio
cuore: mi ha dato l'impressione che, in generale, nonostante molti
cantanti abbiano una bella estensione vocale, le parole siano state
davvero
misere. Mi
ha colpita molto, ad esempio, che
un’interprete
capace come Giorgia sia stata mortificata da
un
testo
con ridicole rimette (Parole
dette male, appunto!) che
se l'avesse scritto un alunno delle scuole sarebbe stato senz'altro
bocciato.
Ho
ascoltato, comunque,
con attenzione
le prediche (monologhi) che mi hanno insegnato a non essere razzista,
a sentirmi libera e molto altro. Apprezzo queste
lezioni
generali da
uno spettacolo definito “per famiglie”, così
il popolino sicuramente ormai
non sarà più sessista e non farà più distinzioni di colore. Il
Festival, evidentemente,
ha anche lo scopo di veicolare concetti per migliorare la società.
Non saprei se lo scopo sia
stato raggiunto o no; ricordo, però, il Festival di Fabio
Fazio
in cui davvero si poteva imparare qualcosa per stare meglio tutti
insieme. C'era uno stile diverso, non vorrei dire più elegante o
intelligente,
forse più sincero e
convinto.
Pazienza,
tutto va bene lo
stesso.
A
distanza di molti giorni, però, ancora si dibatte
specialmente
su
due episodi studiati appositamente per attirare audience e per
continuare ad attirarlo anche
per il futuro, magari per incuriosire già
sulla
prossima edizione.
Uno
appartiene
al
povero Blanco che ha preso a calci dei fiori e ha malmenato i
musicisti che, nonostante
la sua ira, evidentemente falsa,
ridevano a crepapelle.
Ora
la
critica
severa
ricade
su di lui,
sebbene
sia stato tutto organizzato prima nei minimi
dettagli,
tanto è vero che la fiorista aveva
tolto le spine alle rose perché egli
non
si facesse male!
L’altro episodio meschino è il bacio tra Rosa Chemical e Fedez, unito allo scimmiottamento di un presunto atto sessuale.
Tutti avevamo visto il bacio che si erano scambiati i Coma_Cose alla fine della loro esibizione: un atto di tenerezza che ben esprimeva le emozioni di una storia d’amore con le sue difficoltà.
Fedez e Rosa, invece, hanno lanciato un messaggio di volgarità quasi ad affermare che una storia d’amore non possa essere altrettanto bella e dolce se si tratta di due uomini ma solo lasciva e oscena.
Visto che il Festival è per “famiglie”, rincorrendo spasmodicamente l’ascolto, si è persa un’ottima occasione per far capire la verità a chi ancora ha delle remore sugli omosessuali. Le persone che amano persone dello stesso sesso di nascita hanno dei sentimenti grandi e puri come chiunque altro e non sono depravati sporcaccioni. Sperano e soffrono come tutti.
I due cantanti in questione, tra l’altro, all’affannosa ricerca di popolarità, non sono affatto omosessuali e così facendo hanno offeso e danneggiato la comunità LGBT+.
Sarebbe davvero stato un insegnamento nobile se un bacio affettuoso e dolce come quello dei Coma_Cose fosse stato scambiato tra due uomini o donne omosessuali.
Tutti, infatti, culliamo in cuore gli stessi sentimenti, purché sinceri.
Ma, forse, al Festival di Sanremo non lo sanno ancora.
Renata Rusca Zargar
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Infine, ho avuto l'onore di essere pubblicata anche su
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI
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