GIORNALISTI A KIEV

 

Rilasciati a Kiev i due giornalisti italiani fermati perché raccontavano una storia diversa della guerra in Ucrania e abbandonati dai nostri media (F. Beltrami)




Sabato 25 febbraio, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, i due giornalisti italiani intercettati dalla polizia politica ucraina SBU (controllata di fatto dai neo-nazisti ucraini) e accusati di «collaborare con il nemico» hanno potuto lasciare l’Ucraina dopo 19 giorni passati a Kiev in attesa di interrogatori. A darne notizia è il loro avvocato Alessandra Ballerini.

La comunicazione ai due giornalisti che potevano lasciare il Paese è stata consegnata dalle autorità di Kiev nel primo pomeriggio di ieri senza fornire alcuna spiegazione. L’accusa di collaborazione con il nemico (mai supportata da prove) rimane. Sceresini e Bosco non potranno più ritornare in Ucraina. Si presume che la loro liberazione sia frutto di un’attività diplomatica del governo italiano in quanto il caso stava diventando troppo imbarazzante e scottante sia a livello nazionale che internazionale.

« Era il 6 febbraio quando i nostri accrediti giornalistici sono stati sospesi dal ministero della Difesa di Kiev. Da allora non abbiamo più potuto svolgere il nostro lavoro di reporter, e per ragioni di sicurezza abbiamo dovuto lasciare il Donbass alla volta di Kiev. Abbiamo contattato più volte le autorità ucraine, che sono state sollecitate, oltre che dalla Ambasciata, anche dall’Ordine dei giornalisti, dalla Fnsi e dal nostro avvocato Alessandra Ballerini. Ci era stato detto che avremmo dovuto sottoporci a un interrogatorio da parte dell’SBU, i servizi di sicurezza di Kiev.

Per 19 giorni, come ci era stato espressamente richiesto, abbiamo atteso con pazienza questa convocazione che tuttavia non c’è mai stata. Nel frattempo le uniche voci che ci sono giunte, e che hanno iniziato a circolare abbondantemente proprio dal 6 febbraio, sono quelle che ci descrivevano come ‘propagandisti filorussi’ e ‘collaboratori del nemico’. Si tratta di calunnie gravissime e pericolose, specie in zona di guerra. La nostra colpa – così ci è stato detto dalla Farnesina – sarebbe quella di aver raccontato il conflitto su entrambi i fronti a partire dal 2014, realizzando inchieste e reportage (peraltro non certo in favore dei russi) anche nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Tanto sarebbe bastato a renderci automaticamente dei giornalisti nemici », spiegano i due giornalisti finalmente liberati.

Le persecuzioni inflitte dal regime ucraino ai colleghi Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, rappresentano una pagina tra le più buie e vergognose della storia della Repubblica Italiana e dei nostri Media.

Ad esclusione dei quotidiani FarodiRoma, il Fatto Quotidiano e Articolo21 nessun media italiano ha voluto diffondere adeguatamente la notizia, analizzare i fatti ed evidenziare il grave abuso di potere delle autorità ucraine. Identica linea è stata adottata dal nostro governo. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la sua visita ufficiale a Kiev ha accuratamente evitato di toccare l’argomento. Anche i giornalisti italiani presenti alla conferenza stampa Meloni – Zelensky hanno evitato di porre domande sulla sorte di Sceresini e Bosco per non imbarazzare il Premier Italiano e la Star Internazionale ucraina.

Ricordiamo che il Premier Meloni a Kiev ha pronunciato la sibillina e assai preoccupante frase «Saremo con voi fino alla fine » affermando (senza alcun mandato popolare) che l’Italia sostiene militarmente l’Ucraina perché lavora per la pace. L’infelice quanto propagandistica frase della Meloni ha sollevato seri dubbi di una escalation militare italiana programmata in silenzio fino ad arrivare all’invio di truppe terrestri. Preoccupazione espressa dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte in una intervista al quotidiano della CEI, Avvenire. La domanda posta al Governo da Conte per dissipare dubbi e paure del popolo italiano : « il Paese ha il diritto di sapere se ci apprestiamo ad entrare in guerra. Se sarà richiesto l’invio di truppe, l’Italia si accoderà? » non ha trovato risposta.

La Farnesina non ha condannato il grave espisodio compiuto con false accuse dal regime ucraino che ha violato i diritti umani di due cittadini italiani, sottoponendoli a forti rischi nonostante che l’Italia sia il principale sostenitore in armamenti dell’Ucraina per volontà politica del ex Premier Mario Draghi di cui Giorgia Meloni ha accettato di assicurare la continuità ignorando la volontà di Pace del popolo italiano e, sopratutto dei elettori del suo partito, della Lega e di Forza Italia. Farnesina e Governo hanno preferito lavorare per la liberazione dei due giornalisti (atto per altro dovuto in quanto cittadini italiani e innocenti) senza evidenziare le pesanti colpe, gli inaccettabili abusi di potere e le pressioni a loro rivolte dal regime di Kiev.

Come spiegare questo abbandono mediatico e l’assoluzione del regime ucraino da parte del nostro governo? Ce lo spiega Marco Travaglio, in un dibattito della trasmissione TV “otto e mezzo”. Uno dei rari giornalisti che ancora rispondono all’etica professionale e all’obbligo di proporre all’opinione pubblica una informazione sul conflitto ucraino in corso equa, indipendente e veritiera.

“Il peccato mortale di Andrea Sceresini e Alfredo Bosco è quello di scrivere senza il permesso di nessuno. Senza chiedere il permesso a Kiev e senza chiedere il permesso ai russi. L’aggravante è di aver scritto dal Donbass. Nella propaganda di Kiev e dell’Occidente nel Donbass non è successo niente. La guerra è cominciata il 24 febbraio 2022. Prima non è successo niente. Putin è impazzito. Nessuno vuole dire che ci sono stati 8 anni di guerra civile e che l’aggressore era Kiev e gli aggrediti erano gli ucraini russofoni bombardati e massacrati dalle milizie irregolari e da quelle neo-naziste.

Adesso abbiamo l’assaggio di un’altra bugia. Ci siamo raccontati per un anno che l’Ucraina è una democrazia. Non è vero. Non è una democrazia come noi la intendiamo. Per un anno chiunque abbia messo in dubbio la versione ufficiale della guerra e, ancor peggio la necessità di inviare armi, veniva additato dai media in prima pagina come traditore e putiniano.

Ricordiamo tutti la «Lista dei Putiniani ». «Ecco i putiniani d’Italia schedati dai servizi segreti ». Gli stessi servizi segreti hanno divulgato il rapporto e si è scoperto che solo 6 giornalisti di quella lista erano sorvegliati. Gli altri nomi erano stati inventati dal Corriere della Sera. Questa cosa vergognosa è durata un anno e deve finire perchè è stato criminalizzato chi criticava il pensiero unico » spiega Marco Travaglio

« L’altro giorno un premio Pulitzer ha portato le prove del fatto che i gasdotti NordStream 1 e 2 non se li è auto sabotati Putin dopo averci speso 21 miliardi di euro. Sono stati sabotati dagli americani con i loro alleati fanatici del Nord Europa. Questa notizia firmata da un premio Pulitzer, non ha avuto alcuna udienza. I social di regime l’hanno qualificata come Fakenews. Noi arriviamo a qualificare come fakenews uno scoop di un premio Pulitzer perchè non asseconda la propaganda della Casa Bianca. », conclude Travaglio riferendosi al quotidiano online di Enrico Mentana « Open ».

Anche in occasione del triste anniversario del conflitto i media italiano hanno volutamente ignorato la grave violazione dei diritti umani del regime ucraino verso i giornalisti Sceresini e Bosco, come se il fatto non sussistesse e, peggio ancora come se loro stessi non esistessero.

Al posto di mostrare solidarietà ai colleghi giornalisti vittime della repressione di Kiev e di incoraggiare il dialogo e la pace, i media televisivi italiani hanno elogiato il regime ucraino e incoraggiato l’invio di armi sempre più distruttive facendo credere che l’unico modo per arrivare alla Pace sia la sconfitta della Russia. Una propaganda che preoccupa il popolo italiano poichè è proposta con una escalation di isterica insistenza che fa affiorare il dubbio che qualcuno voglia preparare il terreno giustificatorio per l’invio di truppe terrestri.

Al posto del dialogo e della Pace, i media TV hanno lasciato libero sfogo a dei giornalisti che, senza alcun scrupolo, hanno diffuso fakenews con l’obiettivo di demonizzare il nemico, sicuri di rimanere impuniti in quanto queste fakenews sono dalla parte della propaganda americana e ucraina.

E’ stato detto che i bambini ucraini combattono i russi con le fionde e che 400.000 bambini (sempre ucraini) sono stati stuprati e uccisi dai russi. Dalla mutazione della guerra civile ucraina in guerra Russia – Ucraina e subito dopo in guerra NATO – Russia, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNCHR) afferma che abbiano perso la vista quasi 7.200 civili mentre i feriti siano 11.756.

«Lasciamo l’Ucraina con grande amarezza, dietro consiglio della nostra Ambasciata » informano i colleghi Andrea Sceresini e Alfredo Bosco in un loro intervento su Articolo21, ricordando prima di loro altri 8 giornalisti italiani sono stati vittime della censura e della repressione ucraina che li ha inseriti nella famosa infame «lista di proscrizione ». Uno di loro, Andrea Rocchelli, è stato ucciso dalle milizie paramilitari ucraine nel Donbass nel 2014. Nel 2022 il governo italiano ha assolto i responsabili ucraini sotto processo ignorando le prove che li inchiodavano alle loro responsabilità e le condanne a loro inflitte nel primo processo in Italia.

« Se passerà questa linea – avvertono Sceresini e Bosco – secondo la quale chi ha cercato di lavorare liberamente, senza fare il tifo, ma semplicemente raccontando i fatti, debba essere considerato una minaccia per l’Ucraina – allora il rischio è che il livello di libertà di stampa in questo conflitto si abbassi sensibilmente. Tutti i giornalisti stranieri avranno davanti agli occhi il nostro precedente, e chi probabilmente avrà la meglio – se si procederà in questo senso – saranno i propagandisti e gli uffici stampa. »

Il colpevole silenzio dei media italiani attorno a questa ignobile vicenda diventa ancora più grave dal constatare che Sceresini e Bosco hanno ricevuto la solidarietà di numerose firme della stampa internazionale e anche di decine e decine di giornalisti ucraini ma non quella dei loro connazionali, i giornalisti – propagandisti e compiacenti del regime filo nazista ucraino che dal un anno stanno facendo un lavoro molto sporco.

Fulvio Beltrami

Rilasciati a Kiev i due giornalisti italiani fermati perchè raccontavano una storia diversa della guerra in Ucrania e abbandonati dai nostri media (F. Beltrami) - FarodiRoma


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