OMBRE E COLORI di Antonio Rossello, Commento di FRANCA MARIA FERRARIS

 

Franca Maria Ferraris: commento a “Ombre e Colori” di Antonio Rossello



Lo scorso 10 settembre, presso il Museo Trucco di Albisola Superiore (SV), è stato presentato: Ombre e Colori, volume di Antonio Rossello, in un evento curato da Anna Maria Faldini, presidente di LiberArti, e da Simona Poggi, assessore alla Cultura del Comune di Albisola Superiore, con letture di Donatella Francia. (v. link all’articolo su questa testata)

Era presente la prof.ssa Franca Maria Ferraris (*), poetessa, scrittrice e critica d’arte, la quale dopo la lettura del libro ha dedicato all’autore il seguente commento.

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COMMENTO AL ROMANZO “OMBRE E COLORI”

DI

  ANTONIO ROSSELLO

EDIZIONI DIVINAFOLLIA (2013)

Estremamente estroso è il romanzo “Ombre e colori” tra le cui pagine l’autore Antonio Rossello intreccia fantasia e realtà con un linguaggio fertile di suggestioni non facile a farsi, se non da chi possiede quella padronanza lessicale che permette alla propria capacità immaginativa di collegare i limiti tra i vari orizzonti culturali. Si viene infatti subito attratti dall’inventio di una scrittura che si dipana nel continuo “transumanare” dalla dimensione prosastica a quella poetica, creando un “romanzo di poesia” nel quale sono vasti gli ambiti in cui la scrittura rosselliana si manifesta con abilità costruttiva, inserendo, nel dispiegarsi della narrazione, anche alcune lettere e poesie. Le descrizioni della natura vi occupano una parte consistente, consentendo a chi legge di tuffarsi nella luminosa spettacolarità del paesaggio ligure e, parimenti, in quella nebbia soffusa di struggente malinconia che invade le colline delle Langhe piemontesi. Tra splendore di sole e grigiore di nebbia, l’autore innerva sottili fili conduttori che alleggeriscono il trasferimento in atmosfere diverse e tra personaggi altri, e offrono la visione di luoghi reali in una loro versione surreale, la tangibilità dei personaggi in carne ed ossa in una loro eterea idealizzazione. Tutto ciò si compie con levità, sulle ali di un linguaggio vibrante di passione e perciò emozionante. Pagina dopo pagina, leggendo le descrizioni della natura, ci ritroviamo catapultati all’interno di una mostra espositiva – del resto il titolo “Ombre e colori” ne evoca per eccellenza l’atmosfera – dove Rossello, anziché appendere i suoi “quadri” alle pareti, li fissa nelle pagine attraverso un linguaggio dove ogni parola possiede un forte valore icastico. D’altronde, è lo stesso letterato e poeta Sergio Giuliani a facilitarci l’incontro con il romanzo di Rossello, e lo fa con la sua perspicace e perfetta prefazione di cui riportiamo uno stralcio molto significativo, che così recita: “La parola si avventura nella decodifica dell’inesprimibile linguaggio dei colori e delle emozioni. E riesce a dirsi, nelle tonalità diverse, come il colore riesce a parlare attraverso suoni interiori, indistinti, ma universalmente comprensibili, soggettivamente interpretabili”.   E la trama? La trama vi è retta da una speciale presenza capace di unire in modo mirabile le varie parti dell’intera narrazione.

Questa presenza si concretizza in un personaggio: il Pittore, albissolese di adozione, che scandagliato minuziosamente sia nell’interiorità sia nell’esteriore, vi è chiamato con i fantasmagorici nomi: “Re dei Folletti” o “Barbarossa”. La sua figura rimbalza dalle pagine tratteggiata con colori e ombre che ne evidenziano appieno la personalità. Attorno, c’è il paesaggio ligure, quello di Albissola Marina in particolare, c’è l’assoluto incanto che, attraverso parole sempre calibrate nella loro massima espressività, trasporta chi legge in un’atmosfera subliminale, quanto di più visionario la parola poetica sappia svelare circa la bellezza della Natura. Questo descrivere, o meglio, questo “dipingere scrivendo” esalta la parola rendendola capace di creare immagini pittoriche che offrono significati sempre nuovi su cui soffermarsi per carpirne l’intera espressività. Poiché, incantevole o disincantato, ironico o indulgente, sofferto o gioioso, luminoso o tenebroso, freddo o ardente, il linguaggio di Antonio Rossello ha il potere di trasformare il personaggio del Pittore in una sorta di esule da un suo “paradiso perduto”, dove anche le sofferenze diventano gioia poiché rinsaldano la sua attraente fierezza e  confermano la sua ostinata e ostentata volontà di proclamare il proprio valore di artista d’ingegno irremovibilmente fedele a sé stesso.

La terra di Liguria e il suo mare, assunti come archetipi genitoriali dell’Autore e del Pittore che anima il romanzo, descritti e raffigurati nel pieno della loro bellezza, saldano entro lo stesso cerchio linguistico l’espressività pittorica di cui si è detto e la musicalità di un linguaggio di cui si scopre il ritmo nel fraseggio che risuona ora melodiosamente ora con perizia atonale. Tale è la levità del linguaggio che senza fratture, bensì d’un balzo, ci si sente trasferiti dalla terra di Liguria alle Langhe piemontesi. Dal sole alla nebbia, dall’azzurro del mare al verde dei vigneti. Il passaggio vi è costruito attraverso la sensibilità di un personaggio femminile che abita quelle nebbie e che esprime, in alcune sue lettere, la vibrante sensualità di un amore più desiderato che vissuto, sublimandolo attraverso una scrittura che affonda nei sentimenti come un bisturi nella carne dolente. Sentimenti che, lontani dal fulgore solare, sprofondano nel nebbioso paesaggio delle Langhe ad essi più congeniale. Tra le pagine appare palese sia lo scavo dell’autore nella profondità dell’animo umano sia la sua capacità di renderne visibile la sofferenza attraverso quella luce che aiuta a scoprire il visibile nell’invisibile.  Ed è la stessa luce che, profusa nell’intero romanzo, ci proietta in un mondo dove amore e bellezza, poesia e pittura alleviano il nostro animo troppo spesso travolto dal tumulto degli eventi in cui ci ritroviamo immersi.

(Franca Maria Ferraris – 11 novembre 2022)

Franca Maria Ferraris

(*) Profilo biografico di Franca Maria Ferraris (tratto dal suo sito ufficiale: http://www.francamariaferraris.it/)

Franca Maria Ferraris, ligure (Dego, SV), vive a Savona dove opera nel campo letterario dedicandosi prevalentemente alla poesia con alcune aperture alla narrativa e alla critica d’arte.
Fa parte dell’ASSOCIAZIONE NAZIONALE POETI E SCRITTORI con sede in Roma, Via Lucullo 6; è ACCADEMICO DEI MICENEI (Accademia Internazionale dei Micenei di Belle Arti, Lettere Scienze e Studi Futuribili, con Sede in Corso Vittorio Emanuele 10, Reggio Calabria); è socio del CENTRO CULTURALE FIRENZE-EUROPA “MARIO CONTI” con Sede in Firenze, Via Settembrini 19. Ha operato nel Direttivo dell’Associazione Culturale “Museo CAMBIASO”, con sede nella dimora storica Villa Cambiaso situata a Savona in Via Torino, 10. è socio fondatore dell’omonimo giornale “Villa Cambiaso”, periodico di cultura e arte. Collabora attivamente con queste Associazioni per proporre ed attuare al meglio conferenze letterarie, presentazioni di libri e di mostre pittoriche, manifestazioni culturali.
Ha partecipato come membro della Giuria di alcuni Concorsi nazionali e internazionali di poesia e narrativa, tra i quali il “Premio Albingaunun” del Comune di Albenga, il “Premio Italo Carretto” del Comune di Bardineto (SV), il “Premio Penna & Calamaio” del Comune di Savona, l’ultima edizione del “Premio U Pregin” del Comune di Savona e il “Premio Enrico Bonino” dell’Associazione Savonese LiberArti.
Il linguaggio della sua poesia, giudicato carico di suggestione, è stato definito da critici letterari quali Giorgio Bàrberi Squarotti, Neuro Bonifazi ed Emilio Sidoti, con i seguenti  frammenti di giudizi critici estrapolati da alcune loro rispettive recensioni, come “linguaggio alto e appassionato” da Bàrberi Squarotti; come “un mirabile discorso poetico di cui colpiscono sia il potente lavoro immaginativo, sia la complessità e varietà della forza evocativa” da Neuro Bonifazi;  come “un linguaggio nitido e aereo, trepido ed elegiaco; oppure energico e appassionato e, sovente, visionario, ma che tuttavia non perde mai una sua mozartiana levità” da  Emilio Sidoti.
Oltre a questi, altri importanti critici si sono occupati della sua opera, tra i quali si citano Francesco Gallea, Giovanni Giraldi, Renata Rusca Zargar, Sirio Guerrieri, Sergio Giuliani, Cristiano Mazzanti, Silvano Demarchi, Franco Maria Maggi, Mario Mariani, Renzo Nanni, Emilio Sidoti, Guido Zavanone, Luciano Nanni, Fulvio Castellani che ha scritto un saggio sull’opera di Franca Maria Ferraris dal titolo: “L’aerea energia della parola”.
A dimostrare la sua dedizione alla poesia sono i numerosi premi e riconoscimenti letterari a lei assegnati a partire dal 1976.


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