PERCORSI di Vanna Varnero
Circolo degli Artisti
Percorsi
La mostra si presenta come uno spettacolo teatrale, diviso in quattro tempi, che possono definirsi “atti”.
Vanna Varnero li ha definiti “passi” di un percorso, ma io preferisco la dicitura “atti” in questa presentazione perché sono collegati fra loro da alcuni temi: l’ironia, l’autoironia, il desiderio di stupire o divertire chi guarda i suoi lavori.
I° atto: “Archetipi”. Sono opere di diversi periodi, ispirate alla mitologia ed ai modelli di vasi antichi. Alcune opere sono state presentate nel 2017, in una mostra personale antologica presso l’Oratorio de’ Disciplinanti di Finalborgo ed altre nel museo etnografico di Rocca de Baldi (CN).
2°atto:”Il bordo del piatto”. Con queste opere Vanna entra nel concettuale. Il bordo è il confine del piatto, che può contenere molto o poco, a seconda dei gusti, delle possibilità e fantasia delle persone.
3° atto: “Innaffiatoi”. E’ un modo per esorcizzare le “bombe d’acqua” del 2019 e le grandi piogge che hanno portato distruzione e di utilizzare l’innaffiatoio per dar vita alle piante. Divertenti nella definizione dei singoli oggetti e per diversi particolari, ad esempio i tappi.
4° atto: “Fun box”. Gioiosità espressiva, senso di libertà nei giochi che hanno contrassegnato varie epoche. E’ la stessa libertà espressiva che è tipica delle poesie e racconti di Vanna, che hanno vinto numerosi premi.
Mino Puppo
I “PERCORSI” DI VANNA TRA ARCHETIPI
DEL MITO E MITO DEGLI ARCHETIPI
Che cos’è un Archétipo? Potremmo dire, banalmente semplificando, un modello elementare magari un po’ rozzo e primitivo di ‘cose’ più sofisticate, il bozzetto mentale dell’opera finita, il file paradigmatico (diremmo oggi) di immagini più o meno seriali. Ma nel pensiero platonico, dove il termine nasce nel mondo iperuranico delle Idee, è il modello originario delle Forme di cui le cose sensibili sono copie, imitazioni.
Quelle cose sensibili, quel mondo reale che sant’Agostino identifica nelle infinite modalità di pensiero con cui Dio costituisce le cose create attraverso una Forma che le rende intellegibili. E che il Mito (Parola che E’, da Omero in poi) esprime in Forme allegoriche per esprimere profonde verità e insegnamenti morali.
I “Percorsi” di Vanna Varnero, che per la sua formazione di studi e professionale ha cavalcato le esperienze delle avanguardie del ‘900 con particolare riferimento all’Arte Concettuale, sono un viaggio temporale, andata e ritorno, verso la cuna del mondo, reinventando strumenti della vita quotidiana grazie a un po’ di Terra e di Colore.
Con una parte grafica, nei manifesti sulle pareti, che racconta anche il recente incontro con la leggerezza del metallo trattato dal Maestro artigiano Marco Bennati, e attraverso la proposta fittile di ‘modelli base’. Come, in ‘Archétipi’, il vaso/viso di Pandora/Eva la prima donna della mitologia, dono e punizione di Zeus agli uomini che per la sua disobbedienza al dio riversò sul mondo tutti i mali e la morte. Oppure come, nelle ‘Variazioni sul bordo del piatto’, il bordo visto quale linea di confine oltre cui stanno spesso gli emarginati (“Fame”) o i limiti di interminati spazi di là da quello e sovrumani silenzi (“Pianeta”). Ma anche i comuni ‘Innaffiatoi’, tutti perfettamente funzionanti, che assumono la forma attuale di “Bomba d’acqua-Lampi e Tuoni” e di animali casarecci: “Coccodè-Gatto-Pappagallo”. Per terminare il viaggio alla ricerca del tempo perduto e ritrovato con i giochi in ceramica di ‘Fun Box’, scatolone dal quale esce una colorata “Giraffa/Giocattolo” dell’infanzia accanto ai ‘Mattoncini Lego’ che compongono in puzzle la Tabula Peutingeriana, carta geografica del Romano Impero dove (guarda caso) compariva proprio Alba Docilia, cioè Albisola.
“La semplicità – osservava Constantin Brancusi – non è un obiettivo dell’Arte, ma si ottiene prescindendo da sé e accedendo al vero senso delle cose”.
Silvano Godani
Inaugurazione sabato 24 alle ore 17.
Apertura tutti i giorni dalle 16 alle 20.
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