Rigassificatore baia di Vado-Savona: perché si sbaglia. Leggiamo cosa scriveva Piero Angela
Leggo che solo il Sindaco di Savona e quello di Quiliano hanno espresso opinioni in merito al rigassificatore da collocarsi tra i 3 ed i 4 chilometri da riva.
di Paolo Forzano
Isetta è “perplesso” per la procedura “imperativa” con cui Toti gestisce la collocazione dell’impianto. Russo invece vorrebbe garanzie sull’effetto sull’ecosistema. Ritengo queste due posizioni “deboli”, “molto deboli”.
Sostanzialmente in pratica “accettano” questo impianto, mentre dovrebbero rifiutarlo nel modo più assoluto.
Perché?
1) E’ un impianto con un potenziale esplosivo pari ad una bomba atomica.
2) E’ troppo vicino a terra, con una costa intensamente popolata; di solito questi impianti sono collocati a 50 km al largo.
3) Non è stato fatto nessuno studio di impatto ambientale, considerando anche tutti gli impianti pericolosi del territorio (Esso, Snam, ecc).
4) E’ assolutamente da considerare la pericolosità strategica, essendo un obiettivo assai facile da colpire e peraltro con un risultato eclatante.
5) Da ricordare che a Piombino la nave sta 20 km al largo, e la popolazione è compatta nel non volerla più.
CONCLUSIONE? IL NO PIU’ FERMO! NO AL GASSIFICATORE!
Piero Angela, 15 anni fa, a proposito del rigassificatore a Ravenna: “Un incidente causerebbe una catastrofe con migliaia di vittime”. Quale sarebbe il peggiore incidente immaginabile? ‘Così rispondeva Angela: ‘Per esempio, una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5 e il 15 percento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile’ – concludeva Piero Angela –
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SONO UNA DONNA CHE SCRIVE STORIE DI DONNE
La bella immagine di copertina è dell’attrice Samina Zargar.
È uscito in questi giorni il nuovo libro di Renata Rusca Zargar “3 Storie di reincarnazione”, anche se sono trascorsi molti anni dal luglio del 1987 quando l’autrice è sbarcata in India soprattutto per comprendere le religioni orientali.
In tali religioni esiste, seppure in maniera diversa, il concetto della trasmigrazione delle anime che, probabilmente, ci affascina perché risponde all’intimo bisogno che abbiamo di credere che non sarà tutto finito alla nostra morte. Oppure ci attrae perché soddisfa un innato e semplice desiderio di giustizia: se sei stato cattivo pagherai le tue colpe nella prossima incarnazione. Certo è che la reincarnazione rimane un mistero che non ci sarà svelato e che l’autrice ha scelto di svolgere attraverso la forma del racconto.
Il lettore, dunque, incontrerà animali come un elegante cavalluccio marino e una seppiolina, mentre la vita di Caterina, una ragazza degli anni mille, si intreccerà con quella di una giovane dei nostri tempi nella magica ambientazione di Noli e Spotorno. In fondo, la nostra incantevole Liguria con gli antichi villaggi dei pescatori ben si addice all’eterna atmosfera dell'amore.
Infine, tra le pagine, rinascerà Cecco D'Ascoli, un intellettuale condannato al rogo per le sue opinioni scientifiche che potrebbe essere stato, in un secolo ancora precedente, magari un forzuto invasore longobardo.
Leggere dei racconti significa, appunto, lasciarsi catturare da vicende fantastiche per poi provare a riflettere sugli argomenti importanti che si mescolano nel fondale dell’esistenza umana.
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