PER CAPIRE UN PESCE DEVI ESSERE PESCE...

 


…il mondo ha bisogno di precursori ribelli e questo è un momento in cui se non vi saranno parecchi spiriti ribelli i nostri giorni sulla terra, come specie umana, sono contati…

Dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere e di agire, creare più energia meditativa, sviluppare più amore ed armonia. Per farlo dobbiamo distruggere il vecchio, la sua bruttura, le sue ideologie, le sue emarginazioni, le superstizioni e creare un nuovo essere umano dagli occhi limpidi.

Una discontinuità con il passato, ecco il significato della ribellione, continuando a percorrere coraggiosamente nuovi sentieri con spirito di sacrificio e discriminazione. Insomma andiamo avanti a fare i rompighiaccio, senza occupare alcun luogo, senza perseguire alcun potere, semplicemente sperimentando la nostra crescita in tutti i particolari del vivibile….

Ora il tempo è maturo, negli anni a venire o l’uomo scomparirà o sulla terra farà la sua comparsa un nuovo essere umano con una visione diversa e quell’essere umano è un precursore.

Paolo D’Arpini – Presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.

Treia, 27 e 28 Aprile 2024 – Festa dei Precursori:

27 aprile, alle ore 19 – Serata di canti bhajan, con Upahar Anand e Venu, Emilio Dolcini, Scintille di Luce ed altri cantori.  Al termine condivisione del Prasad  da ognuno portato. Prenotazione obbligatoria allo 0733/216293.

28 aprile, mattina  – Escursione paesaggistica ed  erboristica, ai confini di Treia, in località  Schito. Conducono:  Gigliola Rosciani e Caterina Regazzi. Primo appuntamento alle ore 10 presso la sede di Auser Treia, Via Lanzi 20 al Centro Storico.  Alle ore 10.30 secondo appuntamento nel parcheggio davanti alla chiesa di Chiesanuova di Treia e partenza per Contrada Schito per conoscere il territorio e gli edifici storici. Percorso:  visita al Laboratorio La Tela, presso B&B Antichi Gelsi, e altre residenze storiche ed ambienti naturalistici lungo il viale dei Cipressi.

Verso le ore 13.30 – Ritorno al  Centro Storico per un pic-nic con il cibo vegetariano e bevande da ognuno portati. E’ necessario prenotarsi per l’organizzazione degli spazi.

Alle ore 16 – Ritrovo presso il Circolo Vegetariano (Vicolo Sacchette 15/a – Vicino Porta Mentana) per un incontro su: “Economia, ecologia e vita positiva”, con la partecipazione di Fabio Conditi esperto di economia solidale, Valido Capodarca esperto di alberi monumentali, che presenteranno i loro ultimi libri. Seguirà un giro di condivisione sui temi trattati. Previsti  interventi musicali di Antonello Andreani e di altri. Esibizione di foto e di articoli bioregionali. Modera l’incontro Michele Meomartino della Rete Olistica Italiana. Ingresso libero.

Al termine brindisi augurale per i 40 anni dalla fondazione del Circolo Vegetariano VV.TT. ed arrivederci al prossimo anno di Paolo D’Arpini.

Per info e prenotazioni: Tel.  0733/216293 – 333.6023090 –Email:  circolovegetariano@gmail.com - auser.treia@gmail.com


L'esperienza spirituale ed ecologica non risiede nella sua descrizione...



La capacità, o forse la limitazione, dell'intelletto di descrivere la realtà, quella percettibile e quella del pensiero, in modo consequenziale e logico, è un  vantaggio allorché si voglia estrinsecare un percorso lineare. Il suo uso invece è di poca utilità dovendo affrontare un esperimento “olistico” -come è appunto la pratica  dell'ecologia profonda e della spiritualità laica.

Certo possiamo avvicinarci, attraverso un'accorta cernita di “parole e significati”, di concetti e suoni, verso una descrizione concettuale che non potrà però sostituire l'esperienza diretta.   Per questo trovo che  la scrittura ed il linguaggio possono addirittura mistificare e trasmettere un'illusione di "conoscenza".     

Forse il messaggio veicolato attraverso geroglifici, pittogrammi e ideogrammi può essere  più vicino alla comunicazione esperienziale rispetto  alla semantica del linguaggio basato su concetti descritti con parole. Nelle immagini che riportano una matrice  c'è un tentativo di trasmettere anche la “visione” del concetto, oltre al pensiero...

In un discorso complesso, che riguarda la descrizione esperienziale, se analizziamo i particolari del percorso vitale dobbiamo necessariamente suddividerli in segmenti e studiarli e descriverli nel loro funzionamento al di fuori del contesto in cui si manifestano nello specifico modo percepito dall'osservatore. Questo è il dettame della logica scientifica  e questo è il modo operativo del nostro linguaggio,  che della logica è espressione. 

Infatti, il linguaggio è un ingranaggio matematico utile, sino ad un certo punto, per descrivere i procedimenti sia della percezione sensoriale che della “fantasia” emozionale. Ma ciò che viene così trasmesso, purtroppo, manca della freschezza e dell'immediatezza dell'esperienza, quella che giustamente si definisce “presenza”. Infatti il linguaggio attinge solo alla memoria, non può raccontare e convenire l'ineffabile momento vissuto... in quanto “presenza”!

Per fortuna nostra, attraverso la capacità analogica della nostra mente, siamo anche in grado di intuire e lanciare piccoli segnali inerenti la sensibilità “spirituale” che non risiede e non può essere descritta con i meccanismi della mente duale.

L'Uno, l'Intero,  sfugge ad ogni descrizione... e se una descrizione viene tentata è sicuramente parziale e limitata alle forme proprie del linguaggio e del pensiero duale.

Per capire un pesce devi essere pesce, per sentire un albero devi essere un albero... etc. Questo è verissimo ed è facilmente accettabile anche dalla mente umana. Il fatto poi che se ci si sente un pesce si è limitati al sentire del pesce, come pure se ci si sente uomo si è limitati al sentire dell'uomo dimostra ulteriormente l'impossibilità di condividere, attraverso il linguaggio,  l'esperienza  spirituale fra viventi di diversa specie ma anche della stessa specie.

D'altronde, nella spiritualità laica come pure nella pratica dell'ecologia profonda ci si indirizza verso il superamento ideologico, spogliandosi dal rivestimento identificativo in un particolare “sentire”, ovvero obliterando la propria identità egoica, la quale non è altro che la cristallizzazione di un riconoscersi in pensieri, desideri, azioni, compiuti dall' ”oggetto” che funge da osservatore (il nome forma specifico e la mente individuale).  Così, immediatamente -liberi da presupposti identificativi-,  siamo in grado di pienamente condividere, sentendola come propria, l'esperienza del pesce o dell'albero. 

Che questa capacità sia non solo possibile ma persino attuabile è comprovato dagli stati altri raggiunti durante la meditazione profonda o per mezzo di  forti esperienze a metà strada tra immanenza e trascendenza. 

Ovviamente la sporadicità e intermittenza dell'esperienza non duale è solo un “assaggio” della condizione naturale in cui l'uomo ed ogni altro essere condivide pienamente -e perciò manifesta- il Tutto, l'UNO. Lo scioglimento finale avviene  nella consapevolezza  del Sé e  nell'esperienza onnicomprensiva dell'ecologia profonda,  attraverso una ripetuta e continua attenzione al percipiente, manifestando quello  stato di unitarietà che trascende totalmente l'io individuale e consente l'esperienza spirituale propria e definitiva dell'Essere nella sua interezza.

Quella esperienza che, in termini filosofici empirici,  descrive l'unitarietà della vita e l'interconnessione in ogni suo aspetto, in ogni sua relazione.  Quella Consapevolezza intima e profonda, che contraddistingue ed unisce  ogni ente psichico ed ogni elemento materico.  Intelligenza e coscienza.


Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com

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