IL CROCIFISSO IN CLASSE da BUTAC
In tanti avete nell’ultima settimana commentato la sentenza delle Cassazione in merito alla questione crocifisso in classe. Ho letto tantissimi post che commentavano la sentenza, uno invece ci è stato segnalato, questo:
La presenza del Crocifisso affisso a una parete in una classe
scolastica non è un atto discriminatorio nei confronti di un docente di altra
religione. Il Crocifisso simbolo della fede cattolica, se voluto dalla
maggioranza del corpo docente, diventa occasione di dialogo fra le varie
religioni, quindi il docente dissenziente non può chiedere la rimozione. Lo ha
deciso la Cassazione con una sentenza che offre spunti di riflessione seri. Il
primo è quello che chi arriva in Italia e appartiene a una religione diversa
deve rispettare i nostri simboli cristiani. Voi cosa ne pensate?
L’autore è Raffaele Fitto, deputato di Direzione Italia,
partito di centro destra ora confluito in Fratelli d’Italia. Quindi qualcuno
che è pagato dalle nostre tasse per ogni cosa che fa, dice o scrive
pubblicamente durante il suo mandato.
Peccato che le cose raccontate dal deputato non siano
esattamente i fatti spiegati dalla
Cassazione. Fitto fa precise affermazioni:
Non è un atto discriminatorio nei confronti di un
docente di altra religione
Il Crocifisso simbolo della fede cattolica, se voluto
dalla maggioranza del corpo docente, diventa occasione di dialogo
Chi arriva in Italia e appartiene a una religione
diversa deve rispettare i nostri simboli cristiani
Tutti spunti di riflessione interessanti, ma credo che
lui la sentenza della Cassazione se la sia solo fatta riassumere, probabilmente
da un compagno di partito.
Prima cosa da spiegare è che l’affermazione secondo
cui la Cassazione ha evidenziato come, nella scuola di cui si sta dibattendo,
la dirigenza scolastica abbia inviato una circolare agli insegnanti ordinando
di affiggere il crocifisso in classe sia sbagliata. Le parole della Corte sono
le seguenti: “Non conforme al modello e al metodo di una comunità scolastica
dialogante che ricerca una soluzione condivisa nel rispetto delle diverse
sensibilità”. Pertanto la Corte di cassazione ha annullato la misura
disciplinare nei confronti dell’insegnante che non si è adeguato alla circolare.
Perché vedete, la Corte si è espressa sul ricorso di un insegnante che
lamentava di essere stato sanzionato per non essersi adeguato alla circolare.
Anche questa cosa Fitto (e i tanti altri che hanno parlato della vicenda)
avrebbe dovuto metterla in evidenza. La Corte ha dato in parte ragione
all’insegnante, in parte ragione alla scuola. L’insegnante lamentava la
sanzione, che è stata annullata, chiedendo un risarcimento, che non è stato
concesso. La Corte però non si è limitata a questo, ha anche spiegato
che l’ordine della dirigenza non era corretto e sottolineato che deve essere la
comunità scolastica a decidere in autonomia di esporlo.
Quindi: non è che da domani devono tornare i
crocifissi nelle scuole statali, possono farlo solo dopo valutazione della
comunità, che è importante distinguere dalla dirigenza e dal corpo docenti, ne
fanno parte infatti anche gli alunni.
Ma se invece del crocifisso mettessimo una statuetta come questa, non sarebbe tutto molto più bello?
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
https://www.butac.it/crocifisso-in-classe-fitto/
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