NEONAZISTI

 


All’Onu si litiga sulla glorificazione del nazismo.

La Terza commissione dell’Assemblea Generale Onu ha adottato una bozza di risoluzione sulla “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza”. Il documento fu sostenuto da 106 Paesi, mentre 51 stati (tra cui l’Italia e gli altri europei) si opposero e 15 si astennero. Perché l’Italia si oppose? Perché la risoluzione era proposta dalla Russia? Meglio stare in compagnia con Germania e Giappone: le potenze dell’Asse “RoBerTo” della seconda guerra mondiale? Magari celebriamo l’anniversario dell’Asse Roma-Berlino-Tokyo? Il Patto tripartito fu sottoscritto a Berlino il 27 settembre 1940 dalla Germania nazista, dal Regno d’Italia e dall’Impero giapponese:  a guerra vinta, all’Italia e alla Germania sarebbe spettato il comando dell’Europa ed al Giappone il controllo dell’Asia.

 

Sdoganamento del neonazismo ucraino.

L’Onu a novembre approvò l’annuale risoluzione russa per la “lotta alla glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che alimentano razzismo e xenofobia” con soli 106 Sì (contro i 121 dell’anno precedente), incluso quello di Israele. Contrari, come sempre, Usa e Ucraina; e, per la prima volta, tutti i Paesi Nato e alleati, esclusa la Turchia e inclusa l’Italia.

La Camera del Canada ha tributato una “standing ovation” a Yaroslav Hunka “l’eroe” ucraino e canadese della Seconda guerra mondiale che combatté per l’indipendenza dell’Ucraina contro i russi, che sedeva sugli spalti per applaudire Zelensky. L’eroe prestò servizio nella 14ª divisione Waffen Grenadier delle SS naziste i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documenta.

E’ in corso uno strisciante sdoganamento del neonazismo ucraino iniziato il 24 febbraio ’22 con l’invasione russa?  Fino ad allora media e politici occidentali, Onu, Osce e Amnesty denunciavano i partiti neonazisti in Ucraina e i crimini delle loro milizie in Donbass. Clicca qui le prove.   Poi è scattata la sordina e infine la beatificazione degli “eroi” del battaglione Azov con le rune stilizzate e le svastiche tatuate. D’altronde in Ucraina venerano come eroe nazionale “combattente per la libertà” il collaborazionista delle SS Stepan Bandera, criminale di guerra coinvolto nella deportazione e uccisione di migliaia di ebrei, eleggono partiti neonazisti in Parlamento e vantano milizie neonaziste nelle forze armate, mentre Zelensky loda le milizie neonazi e arringa il Parlamento greco in tandem con un figuro dell’Azov.  

A Milano l’Associazione dei giovani ucraini allestisce una mostra fotografica, “Eyes of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori”, che omaggia i neonazi di Azov noti per le stragi commesse non solo a Mariupol ma in tutto il Donbass.

 

Il Papa dice a voce alta le cose che la sinistra europea ha scordato.

“Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo”, “questa guerra è un po’ interessata non solo dal problema russo e ucraino ma per vendere le armi, il commercio delle armi”, “gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte“: sono le parole che  Francesco ha pronunciato durante la  conferenza stampa a bordo del volo papale. Questo Papa attinge a piene mani dalla grande tradizione pacifista di don Lorenzo Milani, Giorgio La Pira, padre Ernesto Balducci, don Tonino Bello, don Primo Mazzolari. “Non altrettanto fa la sinistra” rimprovera Peacelink (clicca qui), “che si fa continuamente scavalcare da un  Papa che, nei fatti, riprende in mano con la mitezza francescana quelli che erano gli ideali e le parole d’ordine dei grandi e compianti leader della sinistra europea del secolo scorso: Willy Brandt, Olof Palme, Sandro Pertini, Enrico Berlinguer”.


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