ORA E SEMPRE "RESISTENZA"

 


“Il 1 giugno del 1974, dopo cinque giorni di tremenda agonia, moriva a Brescia, Luigi Pinto, nostro concittadino, insegnante. Il 28 maggio, con tanti suoi colleghi e centinaia di altri lavoratori, si era recato a Piazza della Loggia per partecipare ad una manifestazione antifascista indetta dal sindacato. Qui con tante altre persone, cittadini, democratici, antifascisti, venne colpito dalla esplosione di una bomba fascista ed assassina. Morirono in otto, molti altri rimasero feriti e portano ancora oggi, nella loro carne, i segni di quella brutale esplosione. L’ennesima strage per colpire la democrazia, i lavoratori. Il 4 giugno si tennero a Foggia i funerali di Luigi Pinto, con una impressionante partecipazione di folla, di donne, di uomini, di giovani. In occasione dell’anniversario della sua morte, e di fronte al pericoloso riemergere di rigurgiti antidemocratici, populisti e fascisti che si verificano ancor oggi, nel nostro paese, l’Anpi di Capitanata ricorda il sacrificio di questo nostro concittadino. Non solo la memoria di quei fatti e di quel sangue devono rimanere vivi, ma è indispensabile rinnovare costantemente l’impegno delle persone sinceramente democratiche per la salvaguardia e la difesa della Costituzione e della libertà nel nostro paese. Mai e poi mai però si deve smettere di vigilare contro il pericolo fascista. Mai e poi mai si deve smettere di raccontare e di fare informazione, in particolare per le nuove generazioni, la futura classe dirigente della Repubblica democratica. Perché questo sacrificio non sia invano.”

Presidenza provinciale Anpi - Foggia


PARTIGIANI 25 Aprile 2023

"Dove siete, partigiani di tutte le valli, Riccio, Sparviero Saetta? Una stagione distratta sembra avervi scordati. Io no! Il 25 Aprile sarò presente per ricordarvi, onorarvi e raccontare la storia vera che hanno tentato di storpiare…Molti dormono in tombe decorose, quelli che restano hanno i capelli bianchi e raccontano ai figli dei figli, come al tempo delle certezze, hanno rotto l’assedio dei tedeschi e la prepotenza dei fascisti. La dove combatteste e moriste ora sale la seggiovia e si prolifera in allegria: Il merito è vostro! Le genti comprano e vendono, altri pensano alla pensione, o si raggrinzano negli enti locali. Del vostro sacrificio poco rimane in memoria. In piedi “vecchi” per noi non c’è congedo. Ritroviamoci a ricordare, uniti, anche se lenti, ansanti, con le ginocchia legate, ma con la mente viva nel ricordo per riconoscerci. Come allora staremo di sentinella perché all’alba non ci sorprenda il nemico con l’inganno. La nostra lotta non è finita.

Con Primo Levi

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Armando Amprino (Armando) di anni 20 - meccanico - nato a Coazze (Torino) il 24 maggio 1925 -. Partigiano della Brigata " Lullo Mongada ", Divisione Autononia " Sergio De Vitis ", partecipa agli scontri del maggio 1944 nella Valle di Susa e a numerosi colpi di mano in zona Avigliana (Torino) -. Catturato nel dicembre 1944 da pattuglia RAU (Reparto Arditi Ufficiali), alla Barriera di Milano in Torino - tradotto alle Carceri Nuove di Torino Processato dal Tribunale Co.Gu. (Contro Guerriglia) di Torino Fucilato il 22 dicembre 1944, al Poligono Nazionale del Martinetto in Torino da plotone di militi della GNR, con Candido Dovis. 

Dal Carcere, 22 dicembre 1944 

Carissimi genitori, parenti e amici tutti, devo comunicarvi una brutta notizia. Io e Candido, tutt'e due, siamo stati condannati a morte. Fatevi coraggio, noi siamo innocenti. Ci hanno condannati solo perché siamo partigiani. Io sono sempre vicino a voi. Dopo tante vitacce, in montagna, dover morir cosí... Ma, in Paradiso, sarò vicino a mio fratello, con la nonna, e pregherò per tutti voi. Vi sarò sempre vicino, vicino a te, caro papà, vicino a te, mammina. Vado alla morte tranquillo assistito dal Cappellano delle Carceri che, a momenti, deve portarmi la Comunione. Andate poi da lui, vi dirà dove mi avranno seppellito. Pregate per me. Vi chiedo perdono, se vi ho dato dei dispiaceri. Dietro il quadro della Madonna, nella mia stanza, troverete un po' di denaro. Prendetelo e fate dire una Messa per me, la mia roba, datela ai poveri del paese. Salutatemi il Parroco ed il Teologo, e dite loro che preghino per me. Voi fatevi coraggio. Non mettetevi in pena per me. Sono in Cielo e pregherò per voi. Termino con mandarvi tanti baci e tanti auguri di buon Natale. Io lo passerò in Cielo. Arrivederci in Paradiso. Vostro figlio Armando Viva l'Italia! Viva gli Alpini!

 fucilazioneguttuso

 

 

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