IL QUINTO POTERE considerazioni di Buon Anno di Enrico Parravicini


 Il Quinto potere 

Devo confessare che mai come quest’anno mi riesce  difficile accingermi a scrivere il mio tradizionale messaggio augurale di fine anno, giunto ormai alla XXIII edizione. Se da un canto sarei tentato di trattare l’argomento che tutti si aspetterebbero di leggere, venendo così meno ai principi che hanno uniformato da sempre le mie scelte in merito, cioè di non offrire il fianco a troppo impegnativi contradditori, da un altro canto  vorrei rispettare la tradizione, che vuole questo mio messaggio lontano ed estraneo da ogni vicenda contingente, ma solo una declinazione assolutamente libera di pensieri e riflessioni personali, spesso non condivisibili e talvolta oggetto di critiche palesemente ostili. Scelgo, dopo lunga esitazione, la seconda strada e, anche quest’anno, mi ostinerò ad ignorare la realtà, per rifugiarmi nel mondo delle mie fantasie, nel mondo che mi appartiene e dal quale non posso e non voglio dissociarmi. Mi dispiace per c chi  si attende una disamina dell’argomento all’ordine del giorno, ma nel testo del mio messaggio quella parola che ci bombarda da mesi senza soluzione di continuità non verrà mai neppure pronunciata; se qualcuno ne avesse assoluta necessità, si fermi qui e non legga oltre; i discorsi di Mattarella, di Conte, di Brusaferro, di Arcuri saranno miglior messaggio per lui (o per lei); si ascolti quelli e non mi chieda ciò che non posso e non voglio offrire.

Già … perché il panorama imposto dagli strumenti di informazione (e di disinformazione) tradizionali è fin troppo ampio ed inflazionato: non esiste più notiziario radiofonico o televisivo, pubblicazione di stampa giornaliera o periodica, evento culturale o sportivo, fatto di cronaca … che non dedichi a questo argomento il 90% del proprio spazio.  Ma i canali contro i quali maggiormente si indirizzano i miei strali sono i social network. E allora è di questo che parlerò.

Quarto potere (Citizen Kane) è un film del 1941 scritto, diretto e interpretato da Orson Welles. Considerato dalla critica uno dei migliori film nella storia della cinematografia, se non addirittura il migliore in assoluto, la pellicola definisce con il termine di Quarto potere la stampa, come mezzo di informazione, accostandolo ai tradizionali poteri legislativo, esecutivo e giudiziario che governano, con modalità ed accezioni differenti, la vita politica, sociale ed economica dell’umanità. Ma oggi esiste un Quinto potere, che ha minimizzato in maniera tangibile le competenze dei poteri tradizionali, in nome di una dichiarata libertà di espressione, che, di fatto, finisce con il divenire  arbitraria licenza, non sempre legalmente allineata e, spesso, eticamente non condivisibile. Il Quinto potere è quello dei social network.

Ma se per  scrivere o manifestare una opinione o un pensiero, per dichiarare una qualsivoglia professione di fede attraverso la stampa tradizionale, sia essa cartacea o diffusa attraverso altri mezzi tecnologici, occorre essere accreditati, autorizzati, registrati in specifici albi professionali e sottoposti a controlli e moderazioni, per comunicare attraverso i social network è sufficiente una semplice registrazione, fornendo generalità che non vengono mai controllate, dando quindi adito al sospetto che si possa essere in contatto con identità fasulle, frequentemente individuabili da nominativi che puzzano lontano un chilometro di pseudonimi e raffigurati con immagini personali di repertorio, che riproducono spesso oggetti, paesaggi o animali, quando, non addirittura, fotografie di personaggi pubblici. E dietro questo coacervo di potenziali menzogne, qualsiasi imbecille (il sottoscritto compreso) è autorizzato ad esprimere opinioni, fare dichiarazioni, pronunciare sentenze. 

I social network maggiormente diffusi sono tre: Facebook, Instagram e Twitter, i primi due facenti capo alla medesima proprietà, che controlla, oltre a tutto, anche Whats App, il sistema di messaggistica via Internet, che da qualche anno ha soppiantato le comunicazioni via SMS, gestite dai tradizionali fornitori di servizi telefonici. Personalmente sono registrato in tutti e tre questi siti, ma ne utilizzo di fatto uno solo: Facebook, poiché Instagram è basato essenzialmente sulle immagini visive e, in considerazione dei miei ben noti problemi di vista, non ne posso fruire con particolare soddisfazione, mentre considero Twitter uno sterile palcoscenico per personaggi pubblici, che amano potersi esprimere senza dover contrastare contraddittori troppo aggressivi.  Parlerò quindi solo del primo, del quale, essendovi iscritto da quasi dodici anni, posso dire morte e miracoli, senza timore di avventurarmi in territori dialettici pericolosi e poco ospitali.

 In questi anni di frequentazione, mi sono divertito ad operare una classificazione degli utenti di Facebook, che vi voglio esporre, tanto per dare un tono più ludico a questo messaggio, iniziato con resistenza mentale da parte mia e che sarà recepito con altrettanta resistenza mentale, credo, da parte vostra. Esistono gli edonisti, che amano diffondere e far apprezzare la propria creatività artistica, alla ricerca di un più o meno meritato consenso (e mi ci riconosco). Ci sono gli impegnati, che, in ossequio al termine di social network, si sentono in dovere di richiamare l’attenzione sui mali del mondo, nella illusoria convinzione di poterli estirpare e di plasmare una umanità migliore (che, ne sono sicuro, non mi piacerebbe). Esistono i fanatici del proselitismo, che ti dicono come devi pensarla politicamente. In quale Dio devi credere, per quale squadra devi fare il tifo … e non ammettono posizioni differenti dalle proprie; ma, siccome siamo in Italia e in Italia il contro è prevalente sul pro, più spesso ti dicono contro chi devi votare, in quale Dio non devi credere, contro quale squadra devi tifare … E’  senz’altro più facile denigrare le idee degli altri che esaltare le proprie. Una categoria assai diffusa è quella dei tuttologi, una sorta di Leonardo da Vinci del WEB, sapienti che si inseriscono in ogni conversazione, sia essa di arte, pittura, letteratura, musica, sport, filosofia e, senza accettare il confronto dialettico, calano pesantemente le proprie  opinioni in guisa di sentenze irrevocabili; sono, a mio avviso, i peggiori di tutti e, quando qualcuno di essi attraversa la mia strada, lo blocco senza rimpianti. Ci sono poi i desaparecidos, cioè coloro che ti seguono per anni con commenti, anche sagaci e intelligenti, ma poi, improvvisamente e senza motivo, scompaiono dal tuo seguito, pur risultando ancora presenti sul sito e attivi con altri contatti. Analoghe a questa categoria, sono quelle  degli ignavi e dei dormienti, contatti che ti hanno chiesto l’amicizia, per poi risultare totalmente inattivi, senza mai operare alcun tentativo di contatto, né con commenti, né con reazioni … non rispondendo neppure ai messaggi personali e non ringraziando nemmeno per gli auguri di compleanno; ma che ci stanno a fare? Da ultimo vorrei lanciare un’invettiva contro i satiri, individui di sesso maschile e di non certo tenera età, che hanno scambiato Facebook per un sito di incontri personali a sfondo sessuale ed opprimono i loro contatti femminili con messaggi sgradevoli, contenenti allusioni più o meno esplicite, che vanno dall’approccio mattutino per mezzo di una emoticon raffigurante una tazzina di caffè sormontata da un cuore, per concludersi con il patetico messaggio della buonanotte, che spesso si ripete nella ridicola frase: “spero di sognarti”.  Imbecilli!

Resta il fatto che la mia segmentazione ha voluto enfatizzare in maniera ironica  alcuni archetipi nei quali spero che i miei contatti non possano e non vogliano riconoscersi; nella vita reale, come in quella virtuale, sono sempre stato molto attento nella selezione delle mie frequentazioni e il ridotto numero dei mie amici su Facebook (come nella vita)è composto da soggetti la cui intelligenza, cultura ed onestà intellettuale ha sempre superato ogni più rigida prova di esame da parte mia. Mi onoro della loro amicizia , come spero loro si onorino della mia.

Una citazione a parte fra i social network merita You Tube, il sito di condivisione di audio e video gestito da Google, dove un sottobosco di squallidi personaggi, che si fanno chiamare influencers, si propone come modello di vita e di pensiero; sono personalmente grato a costoro, poiché qualsiasi scelta di comportamento da parte mia che sia in contrapposizione con il benchmark che vorrebbero rappresentare, mi autorizza a credere di essere nel giusto. 

Ma sto divagando e mi rendo conto di sottrarre a voi tutti tempo prezioso, altrimenti destinato ai preparativi per la mezzanotte. Concludendo, cederò per un istante alle aspettative di chi avrebbe preferito sentirmi parlare di mascherine, distanziamenti, vaccini e assembramenti, giusto per rendere omaggio alla sua costanza nell’avermi letto fino a qui; il mio augurio per il nuovo anno è che ci si possa  incontrare de visu e che gli abbracci possano tornare reali e non solo virtuali. Ad eccezione, si intende, le tazzine di caffè sormontate dai cuori, che è molto meglio per chi le offre che restino solamente sulla carta.

Buon anno, buon 2021

ep

VEDI ANCHE:

http://www.senzafine.info/2017/12/tempus-fugit-messaggio-augurale-di.html

http://www.senzafine.info/2018/12/messaggio-augurale-di-enrico-parravicini.html

http://www.senzafine.info/2020/01/non-solo-crusxa-messaggio-per-il-2020.html

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Se avete letto le considerazioni qui sopra, pensate, poi, anche alle ragazze dileggiate sui social e alla divulgazione di loro immagini private. Qualcuna si è suicidata per quello. Come ho scritto nella sinossi del mio libro, "altri, invece, non ci saranno più."

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